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Le prime due giornate a lavoro trascorrono velocemente, e le mie due colleghe sembrano accettabili.
Giorgia sembra una ragazza dall'animo buono, e con un perenne sorriso stampato sul volto, che purtroppo, però, il più delle volte mi da sui nervi.
Come può essere così felice?
Non vede anche lei le tenebre che avvolgono questo mondo?
Non la nota la distruzione?
Non sente le grida dei disperati?
Non avverte il loro respiro gelido?
Non rabbrividisce, lei, del dolore altrui?
No, lei è solo sole, lei è gialla, è arancione, è rossa, è troppo.
È per questo che la ignoro.
Claudia invece è più riservata, fa il suo lavoro con serietà, sembra un persona precisa, incapace di sbagliare, per sua natura, e questo la rende inverosimile e odiabile, ai miei occhi.
I capelli raccolti in uno chignon che sembra poter resistere alla peggiore delle tempeste, e gli abiti ordinati di chi non li indossa mai più di una volta.
Un trucco perfetto, ma che non riuscirebbe comunque a renderla bella, lasciandola sempre legata all'aggettivo carina.
È lei a starmi lontana.
Non potevo chiedere di più.
Al momento non sono né dell'umore, né in grado, fisicamente, di instaurare relazioni con estranei.
Quindi, almeno in questo, non ho nulla da ridire.
Il notaio non si fa vedere quasi mai, arriva al mattino e se ne va alla sera, passando la giornata nel suo ufficio.
Immagino che dietro quell'elegante porta ci sia un mondo intero, se non esce neanche per pranzare, o andare in bagno.
Non sono ancora entrata in quell'ufficio, quando mi ha ricevuto, il giorno del colloquio, è stato in una stanza che adesso ho capito essere la sala delle riunioni, nella quale ha il permesso di entrare solo Claudia.
Ci sono anche altri dipendenti, qui dentro, ma sono tutti uomini.
Il segretario personale del notaio, mai visto, e poi addetti alle pulizie, ed un tirocinante.
Sembra un bell'ambiente, spero solo di riuscire a durare, ma non so neanche io fino a quando spero di durare.
Voglio credere che non sia per tutta la vita.

Mentre torno a casa ripenso alla discussione che abbiamo avuto ieri sera a cena.
Mia madre ha detto a papà che ho deciso di andarmene, e che mi sono trovata questo lavoro.
Mio padre ha, ovviamente, reagito male, considerate le parole che ha usato mia madre per informarlo.
«Sai cosa vuol fare tua figlia?! Anzi, ciò che ha già fatto! Se ne va, capito?! Lei se ne va, così, da un giorno all'altro... Anzi, no, ma cosa dico?! Da un giorno all'altro?! Pardon, prima sta via per cinque giorni senza dare spiegazioni, quando torna dice di aver lasciato Roger, e adesso cambia casa e si trova un lavoro, lasciando l'università!», le guance della mamma sono rosse, i suoi occhi lucidi e il suo respiro è diventato pericolosamente affannoso.
Mio padre sgrana gli occhi incredulo, di fronte alla mamma.
«Golden, cosa sta dicendo?», si rivolge a me, posando delicatamente le posate sul piatto.
Lo imito e abbasso lo sguardo, incapace di guardarlo negli occhi mentre gli do l'ultima delusione.
«La verità», ammetto, mentre lui si alza improvvisamente dalla sedia, gettando il tovagliolo sul tavolo, che finisce proprio nel mezzo del piatto ancora
«Lasciare l'università?! Andartene!», ripete.
«Se vuoi lavorare, lavora, ma non lasciare l'università!», continua, mentre mia madre non sembra essere soddisfatta dalla reazione del marito.
«Ma cosa dici, Carlo! Lei se ne va via di casa, e tu la incoraggi a lavorare?!», ora anche mia madre si alza da tavola, ed ho l'impressione che la questione si sia trasformata in un litigio tra loro due.
«Cambierà idea, cosa importa?», risponde lui.
No, no che non cambierò idea!
«Tu credi! Lo sai dove è stata oggi? A lavorare!», gli dice anche questo, ed ora mio padre sbianca, al contrario di mia madre che sembra essere sul punto di esplodere.
«Golden...», sospira lui.
Anche io mi alzo in piedi, e mi sento stretta tra di loro.
«Mi dispiace, papà, non posso restare...», dico, mettendo fine a questa scenetta, andandomene.
Mio padre mi raggiunge nella mia stanza dopo pochi minuti.
«Posso?», domanda, da dietro la porta.
Vado ad aprirgli.
«Golden...», mi chiama, come se avesse capito anche lui che, ormai, questo non è più il mio nome.
O meglio, il nome è lo stesso, ma io non sono più Golden.
«Perché fai tutto questo?», mi domanda, sedendosi sulla poltrona accanto alla finestra.
Faccio come lui, e mi siedo in quella accanto.
«Se stai male per come è finita con Roger... non ti devi preoccupare, passa tutto, Golden, tutto. Non siamo nulla, al di fuori di ciò che gli occhi ci mostrano, o gli altri ci dicono, o noi sentiamo. Ora che lui è lontano, lo sarà anche il pensiero rivolto a lui...», cerca di dissuadermi, e farmi cambiare idea, ma non è così semplice, non lo è mai stato, con me.
«Non è per Roger che me ne vado», affermo, così che capisca che non serve insistere.
«Ed allora per cosa? So che io e tua madre non siamo mai stati troppo presenti nella tua vita, e che cambiando casa non significa che ci vedremo meno, ma perché abbandonare l'università? O cercare lavoro?», cerca di capire, vuole capire, ma non può, perché non voglio, non deve.
«Ho bisogno di stare da sola, di... riflettere su alcune cose», ogni parola è un sospiro che fatica a nascere e poi ad abbandonarmi.
Ho paura di lasciar andare le parole e poi, una volta pronunciate, capisco che sono troppo poche, e non servono a nulla, se non a confondere ancora di più chi le ascolta.
«Potresti farlo a casa, Golden», propone lui.
«No, papà, ho bisogno di costruire qualcosa, di fare qualcosa, di... andare», ribatto, alzandomi in piedi.
«Quindi non c'è nulla che possa fare... Hai già deciso», non è una domanda, ma sento comunque il suo bisogno di ricevere una risposta, una conferma.
«Sì, non c'è nulla che tu possa fare», persino ammettere questo mi mette in imbarazzo, gli sto dicendo che non lo voglio più nella mia vita, o sbaglio?
Mio padre si alza in piedi, abbassa il volto e raggiunge la porta.
«Io rimango qui, se cambi idea», mi promette, abbassando la maniglia e lasciandomi a quella solitudine che tanto ho chiesto.

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La decisione è stata presa.
Golden ha già sperimentato il posto di lavoro, e ora che ha dato la notizia a casa, il suo trasferimento è ufficiale🤔
La sua vita ha appena subito il secondo grande cambiamento, cosa pensate accadrà ora?🙄
Ditemelo nei commenti! Vi aspetto con 1100 baci!😘😘😘😘😘😘😘😘

GOLDEN-quella sera le nuvole trattennero le lacrime.         WATTYS2019Where stories live. Discover now