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Dei rumori al piano di sotto.
La suoneria squillante di un telefono.
Ci allontaniamo all'improvviso, come se stessimo facendo qualcosa di sbagliato, come se fossimo stati colti di sorpresa dal padrone di casa durante un furto.
Mi sento a disagio.
Christian si è allontanato subito, come se avesse capito che ciò che stava per fare fosse sbagliato.
Ed ora non so più cosa pensare.
Il mondo evidentemente non si era fermato.
Oppure non è stato così gentile da offrirci tutto il tempo di cui avevamo bisogno.
Perché evidentemente il tempo a nostra disposizione è scaduto, prima ancora che noi potessimo capirne la durata, o il valore.
Ed allora tutto è tornato come prima.
La parentesi apertasi in un lampo tanto veloce, allo stesso modo si è chiusa.

Christian si volta e richiude la finestra con un movimento deciso, producendo uno scatto sonoro.
A sguardo basso si avvia verso la porta, pronto a raggiungere le scale.
Lo seguo, infastidita dalla suoneria che non smette di far rumore.

Scendiamo le scale in silenzio.
Christian afferra il telefono che ancora squilla e risponde.
Deve essere Vanessa, arrivata per portarci i vestiti, ma soprattutto per riportarci a casa.

«Vado al cancello a prendere il necessario», mi avverte Christian, una volta chiusa la telefonata, andando verso il portone e riempiendomi di una curiosità che non avevo mai provato prima d'ora.
Perché ha chiamato proprio Vanessa?

Dopo un po' Christian torna con gli abiti e mentre lui si cambia in cucina, io rimango in salotto.
Christian mi ha portato un vestito pesante di cotone, purtroppo non abbastanza lungo da coprirmi a dovere, essendo Vanessa più piccola di me.

Lascio cadere il lenzuolo a terra e in un gesto veloce mi infilo l'abito .
Quando anche Christian si è cambiato, riprendiamo le nostre cose e torniamo a casa.
Vanessa accompagna prima me e poi Christian, lasciandomi con la voglia insopportabile di sapere se Vanessa si sarebbe fermata a casa di Christian o no.
Rientro in casa bisognosa di pensare ad altro.
Proprio ora che stavo per riacquistare la felicità non voglio tornare a preoccuparmi ed essere triste.
Vado subito da Fred e spero di trovarlo un po' meglio, rispetto a quando sono partita, ieri.
Ma non è così, forse per questo non ha risposto a Christian stamattina.
Fred non è peggiorato, ma non sta neanche meglio.
So che non vuole dirmelo, ma credo che il nostro viaggio a New York sarà rimandato.
Ma a me non importa.
Lo avrei accompagnato solo perché a lui faceva piacere, e non perché vedere New York fosse la cosa più importante.
«Golden?», mi chiama Fred, prima che io possa richiudermi la porta della sua camera alle spalle
Mi volto, pronta ad esaudire qualsiasi sua richiesta.

«Suoneresti per me? Anche una sola canzone...», mi prega.
«Ma il pianoforte...», è al piano di sotto, vorrei dire, prima che lui mi interrompa.
«Lo so, ma posso assicurarti che da questa stanza il suo suono sembra molto vicino...», mi spiega.
Si ferma, respira profondamente, incerto se aggiungere o no un'altra frase.
«Lo feci apposta, così da poter sentire mia figlia suonare. Prima, la mia stanza era quella in cui dormi tu, ma non credo che Dafne lo sapesse, anzi, sono sicuro che credesse lo avessi fatto per allontanarmi dalla sua camera e da quella di Jace, e per dimenticare mia moglie», i suoi occhi si fanno lucidi.
«Avrei voluto dirglielo, glielo volevo dire fin da subito, ma sapevo che non le piaceva essere ascoltata, sapevo che non le piaceva avermi accanto, o almeno lo credevo, perché in fondo non sapevo nulla di lei, né di ciò che stava accadendo, o di ciò che sarebbe successo», la voce si spezza, il respiro si blocca.
Credevo che ormai avesse fatto pace con se stesso, ed invece certe colpe non si perdonano tanto facilmente, neanche a noi stessi, dovrei saperlo.
«Un genitore si impegna, fa di tutto pur di rendere felici i figli, ma lo vuole sempre fare a modo suo, secondo le proprie idee. Ed io pensavo che mia figlia mi odiasse e che fosse felice nel sapermi lontano, e da un lato lo ero anche io, più felice, sapendo di non avere responsabilità, perché di lei se ne sarebbe preso cura qualcun altro», abbassa gli occhi, ancora con l'ombra del colpevole.
«Sono stato un uomo irresponsabile ed egoista, ed a pagarne le conseguenze è stata mia figlia», non ce la faccio più a guardarlo piangersi addosso senza fare nulla.
Richiudo la porta e gli vado accanto.
Mi siedo sul suo letto.
«Io non so cosa ci sia dopo la morte, ma in ogni caso ora non serve a nulla sentirsi in colpa, legarsi in questo modo al peccato. Se Dafne ancora vive, da qualche parte, sono sicura che sarà orgogliosa di te. Sei riuscito a farti perdonare tutto, il tuo aiuto mi ha ridato una vita, un mazzo di speranze e possibilità che prima avevo smarrito», non lo avevo mai ringraziato così apertamente, ma non credo avrebbe potuto esserci momento migliore.
«Sei sempre stata la mia seconda possibilità, sono felice di non aver sprecato anche questa», mi accarezza una mano.
«Avrei tanto voluto essere un buon padre».
«Capita a tutti di sbagliare, ma nessuno dovrebbe mai credere che avrebbe dovuto essere diversamente», sto dicendo parole di cui non credo di apprezzarne il significato fino in fondo, ma forse a Fred saranno utili.
«Grazie di aver accettato il mio aiuto».
«Grazie a te di avermelo offerto», mi alzo in piedi e torno al piano di sotto.
Nella stanza del pianoforte.
Non ci sono più entrata dalla volta in cui ho visto Christian qui a casa, ma non posso negare il fatto che mi sia mancata.
Le sue vetrate che sembrano specchi rilucenti e il lampadario che sembra fatto di stelle.
Chiudo la porta e accendo le luci, vado verso il piano, mi siedo e apro lo sportello dei tasti.
Li accarezzo, ed ad ogni tocco mi torna in mente una nota.
E la canzone prende forma e vita, nella mia memoria.
Ricordo altre melodie, oltre a quella suonata la volta scorsa, e non vedo l'ora di farle volteggiare nell'aria della stanza.
Chiudo gli occhi, inspiro.
Abbasso il pedale di risonanza del piano e do vita ad una delle emozioni più belle che si possano provare.
Un manto di colori e melodie mi avvolge, portandomi in quel modo in cui solo chi sa immaginare, vive per sempre.

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Vanessa e Christian? Che fine hanno fatto?
Il viaggio a New York verrà rimandato?
Come vi sembra Golden?
Mentre riflettete io vi lascio i miei 1100 baci parolosi DREAMERS😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘

GOLDEN-quella sera le nuvole trattennero le lacrime.         WATTYS2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora