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«Allora? Qual è il programma per questi giorni?», domando, tentando disperatamente di lasciare da parte le sue recenti rivelazioni.
Christian mi sorride, grato della mia richiesta.
«Questa sera alle otto ho una cena con i dirigenti della rivista di cui Fred ti ha parlato, stiamo cercando di usarla per pubblicizzarci qui, così da poter inserire la nostra nel mercato americano, sarà una cena piuttosto noiosa, ti porterei con me, ma non credo che tu gradiresti...», mi informa, sorridendo ancora.
«Così? Io cosa farò?», corrugo la fronte, dispiaciuta della notizia.
Dovrò passare la serata da sola.
«Mi dispiace, ma credo dovrai restare in albergo, per questa sera, ma ti assicuro che domani provvederò a rimediare. Domani mattino faremo un giro per Central Park e poi potremmo visitare tutto ciò che vuoi, fino all'ora di cena, perché anche domani dovrò incontrarmi con i dirigenti, ma sarà qualcosa di meno formale, dovranno solo comunicarmi la loro decisione, credo potrai venire, ma saprò dirtelo meglio dopo questa sera...», continua, mentre io sto ancora pensando a cosa potremo fare domani.
Ad esempio visitare la Trump Tower, l'Empire State Building, il Top of the Rock, Times Square...
Mi sento elettrizzata alla sola idea.

«Hei...», sussurra Christian, per attirare la mia attenzione.
«Non ti dispiace troppo rimanere da sola e ordinare qualcosa in camera?», chiede, sinceramente all'oscuro di quella che potrebbe essere la mia risposta.
«No, non ti preoccupare, sopravvivrò», rispondo, sicura di me.
Christian allunga di nuovo una mano verso il mio volto, mi dona una carezza e poi si alza dal divano.
«Credo di avere la precedenza sulla doccia, in fondo sono io l'uomo d'affari e se puzzerò, questa sera, di sicuro non invoglierò i dirigenti a firmare un contratto», mi informa, ironico.
Gli sorrido, mentre anche io mi alzo in piedi.
«Vai, su, allora», gli indico il bagno con il braccio, prima di iniziare a vagare per la suite.
Sembra quasi un appartamento.
Entro in quella che abbiamo tacitamente deciso essere la mia stanza.
C'è in entrambe un letto matrimoniale, ma questa è leggermente più spaziosa e si affaccia sul terrazzo.
Mi avvicino alla finestra e osservo ancora fuori.
È appena pomeriggio, ma ho fame, se fossi rimasta con Fred a quest'ora sarei stata cenando.
Non potendo mangiare ora, preferisco andare a dormire.
Il viaggio in aereo è stato comodo, ma una dormita sul letto è completamente diversa.
Chiudo gli occhi dopo neanche cinque minuti, e il sonno che mi avvolge è calmo come poche altre volte.
Sono pronta a scommettere sia merito della presenza di Christian, so che se ne avessi bisogno, lui ci sarebbe.

Mi sveglio che il sole è già tramontato dietro le tende della porta finestra.
Non capisco che ore siano e credo che Christian se ne sia già andato senza salutarmi.
Sto scendendo dal letto quando lo vedo entrare nella mia stanza.
«Sei sveglia», afferma, confuso.
«Credevo stessi dormendo, ho bussato...», inizia, lasciando la frase a metà.
Devono essere stati i suoi pugni contro la porta a svegliarmi, allora.
«Sì, dormivo infatti», spiego, raggiungendolo.
«Sto andando, augurami buona fortuna», mi dice, sorridendo agitato.
È bello.
Più bello del solito, avvolto in questa giacca nera, abbinata ai pantaloni e alle scarpe lucide dello stesso colore e alla camicia celeste.
La cravatta blu notte, di seta, con i paislei azzurini e bianchi.
«Non ti servirà», rispondo, sorridendogli, felice di vederlo.
Allungo una mano per distendere una piega della giacca che si era formata sulla spalla sinistra.
«Allora vado», afferma, inspirando affondo.
Annuisco con il capo, senza smettere di sorridere.
Lo seguo fino alla porta.
Passando per l'entrata afferra la sua cartella, mi osserva un'ultima volta.
Sorride.
«Non aspettarmi, ma nel sonno spera che vada tutto per il meglio», sussurra, avvicinando le labbra al mio orecchio.
«Promesso», affermo io, desiderosa di esaudirlo.

Lo vedo uscire e già penso a come sarebbe potuta essere diversa questa serata, se lui fosse rimasto.
Ma in fondo, mi ha appena detto di tenere a me, e questo non dovrebbe significare più di molto, non per me.
Eppure mi sento improvvisamente legata a lui, in un modo nuovo e spaventoso, quasi al punto da farmi male.
Quasi al punto di farmi credere che potrebbe essere come con Roger, di nuovo.
Ma non voglio pensarci, non adesso.

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Capitolo breve ma pur sempre un capitolo!
720 baci per voi DREAMERS😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘
A domani!❤
P.s.
Vanno bene gli aggiornamenti ogni giorno? O preferite due tre volte a settimana con 2/3 capitoli alla volta?
Fatemi sapere!

GOLDEN-quella sera le nuvole trattennero le lacrime.         WATTYS2019Where stories live. Discover now