27. Ci rincontriamo

30 8 16
                                    

Erik:

Volevo con tutto il cuore correre da Sirenity. Tirarla fuori da quella bolla, abbracciarla, baciarla, portarla lontano e vivere felici. Sarebbe stato stupendo, magnifico. Ma no! Il mio corpo si muoveva da solo, stregato da quel potere maligno del tesoro. Camminavo a passo deciso, quasi frettoloso, verso lo scrigno e il suo contenuto. Io non lo volevo.
Passo dopo passo, però, la distanza diminuiva; e mi avvicinavo inesorabilmente a quella che sarebbe stata la mia decisone.
Non poter controllare i miei movimenti, mi dava un senso d'angoscia, mi divorava dall'interno in una morsa dolorosa, di disperazione, che mi impediva di pensare razionalmente. Cercavo di ribellarmi, di impuntarmi, di corre dalla mia amata. Ma nessun mio comando fermò l'avanzata.
Mancavano ormai pochissimi passi e, non ho chiaro il motivo, una domanda si fece strada tra i cunicoli della mia mente: "Perché voglio scegliere Sirenity?"
Perché è una ragazza speciale
Pensai ai primi pomeriggi passati insieme e alla sua parlantina e a come gli brillavano gli occhi quando mi raccontava del suo mondo....
Perché riesce a farmi impazzire
E quando mi faceva imbarazzare e altre nostre sfide e al nostro litigio e al nostro bacio...
Voglio condividere la mia vita con lei
E ai bei momenti passati insieme e agli sguardi di intesa e che solo la sua presenza mi dava un senso di pace e...
La amo

Una scarica di energia mi percorse da capo a piedi; sentivo le mani incandescenti, il cuore palpitante nel petto, gli occhi accecati da una luce improvvisa. Pensai di essere stato colpito da un fulmine. Ero scombussolato e senza fiato, ma con una carica di energia mai provata.
Ero fermo. Con le mani tese in avanti, a pochi centimetri dal tesoro.
Provai ad indietreggiare, il mio corpo reagì. Sorrisi cercando di regola il respiro e arretrai di quelche che passo; era magnifico.
Non persi altro altro tempo e mi voltai. Corsi sorridendo dalla mia amata. I miei sottoposti erano vicini alla parete, nessuno distolse lo sguardo da me. Alcuni erano stupiti, increduli, altri mi sorridevano. Li guardai uno a uno, pensando ai momenti passati insieme, ai canti e ai combattimenti. Poi voltai il capo, guardando la bolla azzurrina e accelerando il passo. Sirenity aveva gli occhi contornati da lacrime, pieni di amore e impazienza. La sua coda sinuosa, dagli affascinanti colori, non stava ferma.
Infilai un braccio dentro la sfera acquosa, afferrai la sua mano, e la tirai gentilmente fuori. Stava riemergendo da quella "prigionia" più bella che mai. L'ammiravo, mi godevo ogni singolo dettaglio del suo volto: i lunghi capelli corvini, i grandi occhi zaffiro, il dolce profilo del viso, le sopracciglia più chiare e sottili...
L'avevo quasi tirata fuori, al posto della coda aveva già le gambe, ed ero pronto ad abbracciarla e stringerla a me. Io e lei, insieme, senza più ostacoli o incomprensioni.

Successe troppo in fretta, rividi tutto una seconda volta: un urlo di avvertimento, un freccia nera che mi sfiorava la spalla, il grido di dolore di Sirenity, il suo corpo che mi cadeva tra le braccia. Questa volta, però, non era un incubo, era la cruda realtà.
Strinsi a me Sirenity adagiandola delicatamente a terra. Lei strizzo gli occhi dal dolore, la punta della freccia era entrata in profondità.
«Sto bene, non preoccuparti per me ora»
Annuii e mi voltai sguainando la spada. I miei uomini si erano spostati, al centro c'era solo un mozzo: Jack.
«Che sbadato! L'ho per caso uccisa?»
Lui ridacchio divertito, buttò a terra l'arco e mutò il suo aspetto. Sentii la terra sbriciolarsi sotto i miei piedi e, un'ira mai provata, annebbiò la mia mente.
«Ciao fratellino, ci rincontriamo»
Derek..

Fantasy(spirito):

Ignis era seduto sull'erba, guardava il cielo con malinconia. Mi raccontava della sua infanzia, ed io, ero stesa al suo fianco. Lo guardavo con la coda dell'occhio, pensando di non essere notata.
«Non stavo mai fermo, non ero mai attento a lezione e adoravo fare i dispetti»
Lo vidi sorride, aveva una fila di denti perfettamente bianchi.
«Una volta ho fatto cadere un secchio di miele e farina in testa a Perla, Iris e Aer» ridacchiò «Erano arrabbiatissimi»
Mi unii alla sua risata. Non riuscivo a immaginarmi i Guardiani da piccoli, ma la scena sì. Aprii la bocca per parlare; ma un accecante bagliore, seguito da un'ondata di potere magico, ci investì. Era una sensazione meravigliosa. Sentii le mie forze rinascere, rinvigorirsi, ero piena di vita. Le catene tremarono e si scheggiarono sotto quella forte energia, per loro maligna.
Ignis si alzò in piedi, con un'espressione seria, e allungò una mano in alto.
«Un nuovo Creatore è nato, e sembra molto potente»
Mi voltai verso di lui, confusa, quell'energia mi aveva scombussolato.
«Che?»
«L'energia che abbiamo sentito proviene, quasi sicuramente, da Culla dei Creatori. Tu ne sai qualcosa?»
Scossi la testa, non mi veniva in mente nient-
«Erik!»
Scattai in piedi schioccando le dita. Era così ovvio, chi altri sennò?
«E...? Spiegati. Non puoi balzare in aria e gridare un nome; che ne so io di chi sia Erik»
«In parole povere è un pirata, andato alla ricerca di un tesoro in quella grotta. Ma come ha fatto a superare il mio potere?»
Chiesi borbottando tra me e me, non mi accorsi neanche di aver parlato.
«Ma vuoi deciderti a fare un discorso chiaro!?»
Arrossii e mi guardai le punte dei piedi. Se dovevo dirlo, di certo, non lo avrei guardato negli occhi.
«Sirenity, la Guardiana dell'Acqua, è sempre stata apprezzata per la sua bellezza. Ero molto gelosa, anche un po' adesso. H-ho dato al tesoro un potere attrattivo, così nessuno avrebbe scelto lei. Sono certa di non aver annullato la magia»
Ignis mi ascoltò in silenzio, non disse niente. Morivo di vergogna, tenevo gli occhi e le braccia tese lungo i fianchi. Non lo avrei mai dovuto fare, Sirenity non se lo meritava. Era sempre stata buona e sincera, mi voleva bene, ero la sua sorellina. Ed io, per invida, le avevo mentito, portandomi il segreto fino alla morte. Mi sentivo sporca, non degna del suo affetto incondizionato.
«Certo che non l'hai fatto tu»
Aprii gli occhi e guardai il cielo, non era stato Ignis ha parlare. Era una voce indimenticabile, dolce, melodiosa, chiara, inconfondibile; era la Forza della Vita. Mi chiedevo cosa ebbi mai fatto in vita, perché lei chiedesse il mio aiuto. Il mio! Scese verso di noi, muovendosi a spirale e ruotando in torno a noi.
«Il tuo corpo, guidato da Saturn, ha provato ad annullare la tua magia. Ce l'ha anche fatta; ma Culla dei Creatori la copiata e riattivata. Aveva percepito la forza in quiescenza di Erik, l'ha risvegliata!»
Affermò allegra, continuando a girarci in torno, e lasciando una scia di luce.
«No, so che ve lo state chiedendo, lui non ha tutto il mio potere; è solo un Creatore. Chi è destinato a ricondurre sulla buona strada coloro che fanno parte dei Polaris deve ancora nascere»
Polaris? Avevo tante cose da chiedere, tanta curiosità, ma il tempo non sarebbe bastato. E i misteri dovevamo scoprirli noi; non potevamo farci raccontare tutto da un potere onnisciente. La Forza della Vita non sarebbe dovuta venire da noi, era suo compito rimanere imparziale.
«Fantasy, sono qui per te, è il momento di tirarti fuori. Ora vi lascio soli, a tra poco Guardiani»
Se ne andò via veloce, sparendo in un secondo; lasciando Ignis e me soli, a dirci addio.
«Morirai, vero?»
Non gli risposi, guardai le mie caviglie. La sua voce era incrinata, anche se non voleva darlo a vedere. Mi faceva male vederlo così, sarebbe rimasto di nuovo solo, in quella dimensione spaventosa, ancora per molti anni.
«Rispondi, voglio sentire la tua voce un'ultima volta»
«Mi dispiace, Ignis. Se devo morire, voglio farlo aiutando qualcuno. Ho la possibilità di fare un'ultima buona azione, donerò la mia energia vitale alla Forza della Vita»
Mi prese entrambe le mani e cercò i miei occhi; c'era angoscia nei suoi, non voleva rimanere ancora solo.
«Rimani con me»
Scossi piano la testa e guardai a terra. Eravamo rimasti lì, insieme, per troppo poco tempo; ma mi sembrava di conoscerlo da sempre. Avevo passato dei bei bellissimi giorni, con lui, parlavamo sempre, ridevamo in faccia alla nostra cruda sorte. Credevo.... credevo di essermi innamorata, anzi, ne ero sicura. Però, il mio amore, non avrebbe mai visto la luce del Sole. Anche se non avessi aiutato la Forza della Vita, saremmo morti precocemente. La nostra energia vitale sarebbe stata usurpata, goccia a goccia, da un pazzo assetato di potere.
Avevo ancora poco tempo, non lo avrei sprecato stando in silenzio e tenendomi tutto dentro.
«Ignis, non sono mai stata una brava oratrice, ma questo te lo dire: mi piaci tantissimo, c-credo di a-amarti. Lo so che siamo conosciuti da poco tempo, dammi pure della ragazzina... ma è quello che s-sento! Forse, con tempo, avrei potuto conquistare il tuo cuore; ma devo andare, devo farlo»
Stavo, orami, piangendo e singhiozzando. Potevo giurare che mai mi ero messa a piangere per amore. Forse per la mia vista offuscata, oppure il fatto di star per scomparire, il mio corpo iniziava a diventare trasparente.
«Tu hai già conquistato il mio cuore Fantasy, mi piaci anche tu»
Sussurrò sulle mie labbra mentre mi baciava. Furono le parole più belle che qualcuno mi avesse detto, andarono dritte al mio cuore, ma anche hai miei occhi, difatti piansi. Non tardai a ricambiare il suo bacio. Stavo morendo, ma in quel momento potevo morire felice. Sapendo che, prima di abbandonare definitivamente la terra, il mio amore era ricambiato. L'ultima cosa che vidi furono i suoi meravigliosi occhi, l'ultima cosa che sentii fu una sua dolce carezza, le sue ultime parole furono stupende:
«Ti amo e lo farò per tutto il tempo che mi resta, promesso»

Angolo autrice:

Sono stata un po' cattiva? Qualcuno di voi li vedeva bene insieme?
Dovrei smetterla di far morire i miei personaggi, ne rimarrò a corto....
Comunque: non so se da adesso in poi sarò puntuale con gli aggiornamenti, devo rivedere la storia per la millesima volta.
A venerdì 👋🏻

Una Goccia di MareWhere stories live. Discover now