20. Sei una brava Guardiana

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Narratore esterno:

Il corvo dal piumaggio d'orato si poggiò su un ramo lì vicino, gracchiando un po' e arruffando le piume. Osservò curiosa il Guardiano del Fuoco, non capendo ciò che stava succedendo.
Il vento, fino ad allora assente in quella giornata afosa, incominciò ad alzarsi in modo frenetico, disordinato, caotico. Assunse toni sul grigio, andando a scurirsi ogni qual volta la brezza diventava più forte, più dirompente.
Alcuni fiori vennero sradicati dalla forti raffiche ed i rami degli alberi sembrarono impazziti da quanto si mossero velocemente.
Ignis rimase fermo in mezzo alla verdeggiante, e un po' sabbiosa, entrata della grotta, come se quel vento innaturale non lo infastidisse e non riuscisse a spostarlo.
Il vento tirò più forte intorno al ragazzo, vorticando in modo circolare e sferzandolo con violenza; ai suoi piedi si formò un cerchio, contenente il simbolo stilizzato di una fiamma.
Una luce intensa, rossa come in fuoco, divampò sull'intera figura del Guardiano, accecando momentaneamente la vista del corvo.
Ignis iniziò a fluttuare, i suoi piedi non toccarono più terra e dalle mani, dagli occhi e dalla bocca, uscirono scintille rosse. La Pietra dei Guardiani della Terra chiamata, appunto, Cuore della Terra, si illuminò di verde e prese a girare in torno al corpo dell'uomo in senso antiorario. Il topazio gli si avvicinò sempre di più e quando, ad un certo punto, fu all'altezza del cuore, si intrufolò nel suo petto. Un altro fascio di luce, verde e rosso, si propagò dal suo corpo.
Il cielo divenne scuro, le nuvole si condensarono insieme creando una minacciosa nube nera, proprio sopra dove si stava svolgendo il rituale. Ogni cosa perse i propri colori, tutto divenne grigio, il tempo sembrò fermarsi in quell'istante. Solo un urlo riecheggiò in quello scenario inquietante, attraversando lo spazio e il tempo, muovendo e scuotendo i fili delle vite, entrando nelle anime di ogni creatura vivente sul pianeta, rimanendoci, lasciando angosce e paure. Era della Forza della Vita quell'urlo. Lei, che seguiva con dedizione le proprie creature, sussurrando alle orecchie consigli e idee a coloro che riuscivano a sentirla, a crederle, si sentì tradita, addolorata. Aveva sperato con tutta se stessa che, tra le varie vie del destino, Saturn non scegliesse proprio quella che distrusse miliardi vite e diede origine a lei. Il Creatore era ancora in tempo di rimediare, di riscattarsi, di ripulirsi delle sue malefatte e ritornare in carreggiata, gli serviva soltanto una spintarella, che non avrebbe tardato ad arrivare.
Ignis ricadde a terra tossendo, il suo corpo tremava sotto i violenti colpi di tosse e faticò a respirare regolarmente e riaprire gli occhi. Sentì le ossa rompersi una ad una, ricostruendosi nuovamente per poi rompersi ancora; aveva come l'impressione che dentro di sé infuriasse una battaglia sanguinosa tra il suo fuoco e l'elemento della terra. Se chiudeva gli occhi riusciva a vedere delle radici ramificarsi dentro di sé e le fiamme bruciarle rabbiose, infastidite da quella nuova presenza sconosciuta. Non c'era muscolo che non gli facesse male. Ogni movimento gli causava delle dolorose fitte, aveva l'impressione che lo stessero lacerando vivo. Stava così male che non capiva più niente, c'era solo dolore, un lancinante dolore.
Oltre che internamente anche l'aspetto esteriore del Guardiano era cambiato, ed anche il simbolo, formatosi prima nel terreno, era diverso. Ignis non vantava più capelli ramati, possedeva anche delle sfumature castane, le lentiggini sparse sul suo volto erano quasi sparite, sbiadite come ricordi lontani e, sul dorso della mano destra, era comparso un tatuaggio che stava a simboleggiare ciò che era prima: Il Guardiano del Fuoco.
Riguardando all'emblema sul terreno, esso non era più solo una fiamma, ma un albero con la chioma infuocata. Ormai lui era diventato il Guardiano dell'Albero di Fuoco. Le due Pietre di Creazione si erano fuse, non sarebbero più esistiti un Guardiano del Fuoco ed uno della Terra; almeno fino a quando qualcuno non avrebbe trovato il modo di dividere le due Pietre.
Mentre il corpo di Ignis prendeva possesso di un nuovo potere lo spirito, intrappolato in un limbo, soffriva i dolori della trasformazione amplificati. I ricordi dei Guardiani della Terra passati gli entrarono nella mente, parlando, cantando, facendo scorrere in lui memorie e poteri sconosciuti. Ignis vide le sue memorie farsi da parte, sfuggirgli, e gli venne da gridare, dibattersi, lottare ancora, perché perdere i ricordi sarebbe stato come morire di nuovo, definitivamente; erano le uniche cose che gli rimanevano e, per quanto dolorosi alcuni di essi fossero, gli avevano tenuto compagnia in tutti quegli anni.
Si contorse dal dolore e i suoi occhi sembrarono velati dalla freddezza della morte, il respiro affannato, poi sottile, quasi assente.
Era stanco di tutto quello, era stato tormentato e straziato talmente tante volte da perdere il conto, aveva dovuto subire molti mutamenti e, prestare la sua energia vitale, lo stava a poco poco facendo sparire. Era un processo lento, impercettibile, neppure lo stesso Saturn si era accorto che il suo burattino stava morendo.

***

Nel mentre di tutto quello, lontano da lì, un galeone che issava una bandiera rossa con dei macabri teschi ballerini, stava solcando l'oceano alla ricerca di navi da assaltare. In quell'imbarcazione stava seduto, alla sua scrivania, un pirata, un giovane capitano, Derek. Lui, che in quel momento stava scrivendo una pagina del suo diario personale, aveva già in mente una sua possibile fine. Da quando aveva, inconsapevolmente e involontariamente, liberato Saturn era diventato un mostro sanguinario: aveva sporcato le sua mani di tanti morti, ma tra tutti, li unici crimini di cui si pentiva veramente erano due: aver messo fine alla vita della sua amata Esmeralda e, soprattutto, quello di non essere stato un buon fratello. Esattamente, Derek amava più di qualche altra cosa il suo piccolo fratellino.
Se vi state chiedendo perché Derek non si trovi nel limbo, beh, questo era stato un "piccolo regalo di ringraziamento" per il fatto di essere stato liberato. Ma, in realtà, Saturn godeva del dolore emotivo che causava al biondo; più lui si sentiva male più il Creatore era felice.
Derek chiuse il suo diario sospirando afflitto, prese una piccola chiave e aprì un cassetto della scrivania. Ogni volta che lo faceva si sentiva stringere il cuore nel petto, vedeva i piccoli ritratti delle persone amate, vedeva i piccoli regali che gli avevano fatto, vedeva il suo passato e sapeva che quei volt famigliari non li avrebbe mai più rivisti.
Passo qualche minuto immobile a guardare i ritratti dei genitori, della sua ragazza, dei suoi amici, di suo fratello, le collane, i bigliettini, le lettere e l'anello di fidanzamento. Erano tutte cose che aveva raccolto nella sua vita, tutte cose con un significato importante. Quando si sentì chiamare, seguito da un lieve bussare contro la porta, prese velocemente il diario, lo appoggiò con delicatezza nel cassetto e lo chiuse a chiave con impeto. Andò a nascondere la chiave nel nascondiglio, appositamente pensato per essa, si rimise la benda sull'occhio sinistro e il tricorno da capitano sul capo. Prese un profondo respiro quando da dietro alla porta presero a bussare con più foga, chiamando a gran voce il suo nome. Lasciò scorrere gli ultimi secondi di libertà che gli rimasero, poi uscì, pronto a sporcarsi le mani di nuovo sangue.

Fantasy(spirito):

Ignis non voleva aprire gli occhi, era steso a terra e respirava a fatica. La sua pelle bianca era mutata, era più abbronzato. I capelli, tipicamente rossi, avevano preso sfumature castane e, sul dorso della sua mano destra, era comparso un tatuaggio. Era un cerchio nero con dentro varie linee e una fiamma rossa.
Tenevo stretta tra le dita la stoffa della sua maglietta, i miei occhi erano pieni di lacrime, tremavo e singhiozzavo. La solitudine era una cosa che non potevo sopportare; in un luogo misterioso come quello, di certo, sarei morta. Ignis sussurrava parole di rassicurazione, ma poco mi importava del significato di tante lettere messe assieme quando, l'unica persona che avevo, era sul punto di morire. Invocai tante volte la Forza della Vita, i grandi Creatori e i Guardiani del passato. Nessuno rispondeva, solo i sussurri di Ignis mi facevano compagnia. Il suo corpo fremette e, per un attimo, sembrò diventare trasparente. Lasciai la presa sulla sua maglietta e mi portai le mani agli occhi. Aveva smesso di parlare. Mi alzai ed urlai un forte:
«No!»
Era carico di rabbia, di dolore, ma soprattutto di angoscia.
Come se fosse stata richiamata, una piccola sfera di luce bianca, scese dal cielo. Era quella che aveva cercato di farmi salire sulla collinetta. Mi girò intorno tre volte e poi mi avvolse nella sua bianca luce.
«Ciao Guardiana dei Sogni»
«C-chi sei?»
«Io? Chi sono io? Beh dolcezza, io sono tutto e non sono niente, sono ovunque e non sono da nessuna parte, io sono la Forza della Vita»
La sua voce era tanto armoniosa e dolce, ogni lettera che pronunciava aveva una melodia ipnotica, sembrava che tutti i suoni si amalgamassero insieme per creare un unico, meraviglioso, suono.
«Ascoltami bene Guardiana, Ignis non è morto; ma le vostre energie vitali finiranno prima del tempo; Saturn se ne appropria per aumentare il suo potere. Non posso intervenire in prima linea, ma non posso neppure rimanere a guardare la distruzione delle mie creature. Fantasy, questa battaglia non la combatterai, ma puoi aiutare, mi serve il tuo aiuto, la tua polvere»
«Farò ciò che posso, ad ogni prezzo»
«Sei una brava Guardiana, Fantasy»

Angolo autrice:

Sono ripetitiva con le domande, lo so, ma:
Opinioni?
Come descrivereste Fantasy e/o Ignis con tre aggettivi?
Fatemi sapere,
A Venerdì

Una Goccia di MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora