6. Scusami, hai tutto il diritto di odiarmi

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Ruby:

Non importava se ero in veste da notte, calzai rapidamente dei pantaloni e raccolsi una sciabola. Chissene delle scarpe!
Uscii di corsa della cabina, tutti erano indaffarati a caricare i cannoni e in lontananza si vedeva un altro galeone. Stavo per aiutare a sistemate una vela quando qualcuno mi afferrò per il polso, era Erik.
«Ruby, ti ordino di stare al sicuro, non posso perderti, sei come una sorella per me»
Sentii rompersi qualcosa dentro di me, ma protestai e mi dimenai mentre il moro mi trascinava sotto coperta gridando ordini a destra e a manca.
«So che vuoi essere utile, quindi ti do il compito di sorvegliare la prigioniera, ma non puoi uscire di qui»
«No! Non voglio rimanere al sicuro mentre voi rischiate la vita!»
Era come parlare al muro, non voleva sentire ragioni, mi voleva proteggere. Erik mi spinse gentilmente, ma frettolosamente, sotto coperta e mi chiuse dentro bloccando la porta con una trave di legno.
«Rubina, ascoltami bene e non fare troppe domande, c'è poco tempo»
Mi girai di scatto, la prigioniera mi aveva chiamato con il mio vero nome! I suoi occhi cristallini mi scrutavano severi e il suo tono non era beffardo come al solito. Appariva seria, così diversa dalla ragazzina petulante che avevo immaginato.
Come fa a conoscerlo? Nessuno mi chiama più così da anni!
Con la testa le feci segno di continuare, improvvisamente intimidita e affascinata allo stesso tempo. Irradiava sicurezza, regalità, potere e proprio non riuscivo a sostenere il suo sguardo per più di pochi secondi.
«Come sai bene Derek ti vuole morta, ma non ti troverà e così combatterà contro Erik. Verrà atterrato e ucciso senza esitazione. Per cattiveria, Derek, ti terrà in vita per farti soffrire della morte del tuo amato e ti impedirà il suicidio»
«Come fai a sapere tutto questo! Cosa sei, una strega?!»
Domandai guardandola con sospetto.
«Non sono una strega, sono una... una diversa creatura magica»
«Spiegati meglio»
«Erik è alla ricerca del tesoro nascosto nel triangolo delle Bermuda. Il, per così dire, "pirata" che lì ha nascosto questo tesoro, sapeva padroneggiare la magia e da Goccia di Mare mi creò. Sono incaricata di condurre i pirati, che vogliono trovare il tesoro, alla loro meta. Erik vuole trovare questo tesoro, dopo di lui, potrò finalmente tornare a casa, ma ora lo devo portare fino a là»
Rimasi senza parole, parte di me voleva crederle, ma l'altra parte no. Per quanto assurdo fosse tutto il suo racconto sentivo la verità nelle sue parole.
«Sei indecisa, vero? Ti racconterò qualcosa del tuo passato così mi crederai: tu e tua sorella, Esmeralda, siete cresciute con i vostri zii perché i vostri genitori sono scomparsi nel nulla. Qualche anno più tardi, Esmeralda, si immischiò in una banda di criminali e ti trascinò con sé. Tu eri la più piccola del gruppo e divenni molto amica di Erik; da tempo ne sei innamorata, ma per colpa di una promessa non hai mai potuto dirglielo»
Da fuori si sentivano gli spari dei cannoni, e il legno del galeone tremò sotto i tremendi colpi e le grida battagliere: il tempo stringeva.
«Ti crederò solo se mi mostri i tuoi poteri»
La corvina sbuffò sonoramente, ma si concentrò e, piano piano, iniziò a diventare trasparente: gli occhi, il naso, la bocca e i capelli iniziarono a diventare tutt'uno. Le catene con cui era legata la trapassarono e caddero a terra. Davanti a me non c'era più una ragazza, ma una sfera tremolante fatta d'acqua che fluttuando superò le sbarre.
Quella strana palla si avvicinò ed io la osservai affascinata. Essa iniziò a prendere le forme di un coniglio e, dopo poco, si intravidero i contorni degli occhi e il colore del manto.
Il piccolo coniglio nero dagli occhi azzurri si avvicinò saltellando e mi guardo come per dire: "Allora, mi credi o no?" Annuii incredula e quell'animaletto ritornò ad essere la ragazza di prima.
«Sappi che sta a te decidere, o muori tu o muore lui»
Ero tanto confusa, molte domande mi frullavano nella testa, ma una cosa era certa: non avrei mai lasciato morire Erik. Non mi sarei mai tirata indietro, per lui avrei fatto di tutto.
Iniziai a tirare calci contro la porta chiusa a chiave, ma essa non ne voleva saperne di aprirsi. Voltai il capo verso la corvina, in cerca di aiuto, e lei sussurrò qualcosa alzando il braccio sinistro. Lo fece scendere lentamente e, con movimento fulmineo, fece una diagonale verso destra; la porta si spalancò e mi catapultati fuori.

Ragazza senza nome:

Ruby si catapultò fuori ed io mi trasformai in un gabbiano per avere una migliore visuale. Ormai sapevo usare i miei poteri alla perfezione e prevedere un possibile futuro era all'ordine del giorno. Non mi avevano "catturata" come pensavano loro, ma ero stata io ad organizzarmi per essere lì proprio nel momento ideale. Mi librai in aria, volando sopra il galeone alla ricerca dei due fratelli.
Erik e Derek stavano combattendo uno contro l'altro, si vedeva chiaramente quanto il moro fosse in difficoltà sotto i feroci colpi del biondino.
Come avevo previsto Erik venne disarmato, fatto cadere a terra con un'abile mossa e tenuto fermo con un piede.
Derek sollevò la spada con un ghigno, pronto ad ucciderlo. Ma, in quel momento, un urlo sovrastò tutti i rumori della battaglia. Ruby si fiondò in mezzo ai due fratelli, proprio nell'esatto momento in cui la spada di Derek stava scendendo con violenza. Inutile dire che fu lei a venir colpita al posto del moro.
Tutti smisero di combattere per guardare quello che stava succedendo: Derek fece un verso stizzito mentre estraeva, con poca delicatezza, la spada dalla spalla di Ruby. Il corpo della ragazza cadde a terra come una bambola di pezza priva di un sostegno. Erik rimase scioccato, un attimo prima stava per morire e l'attimo dopo Ruby era stata colpita al posto suo. Comunque riuscì a riscuotersi in tempo per afferrare il corpo della ragazza ed appoggiarlo a sé.
Il silenzio creatosi venne rotto da Derek che, dopo aver leccato la lama imbrattata di sangue, prese parola:
«Ora che stai per morire ti do il permesso di dichiararti. Oh, un ultima cosa Rubina: ho rotto io il braccio a Esmeralda e l'ho pure uccisa. Lei aveva scoperto che volevo eliminarti e per questo ha cercato di imperdirti di dire a Erik quella cosa. MIEI PRODI, ANDIAMOCENE. Ci vediamo l'anno prossimo, fratellino»
Urlò il biondo prima di ritornare sul galeone, sghignazzando soddisfatto. Erik rimase seduto a terra, con in braccio il corpo di Ruby e altri cadaveri straziati lasciati lì, a dimostrare la brutalità dello scontro appena avvenuto.

Erik:

Non mi importava di niente e di nessuno, se non di Ruby.
Il suo, già piccolo corpo, sembrava minuscolo, fragile e dalla ferita il sangue usciva copioso. Non sapevo che fare o che dire per cercare di salvarla o, per lo meno, di rassicurarla. Ero solo in grado di guardarla, terrorizzato per quello che sarebbe successo. I suoi occhi verdi, sempre pieni di vita, andavano a spegnersi lentamente.
Con una mano tremante lei mi strinse la camicia e, con la voce ridotta a un sussurro, provò a parlare.
«Scusami tanto, te l'avrei dovuto dire molto prima io... io ti amo Erik. Scusami sono stata stupida, hai tutto il diritto di odiarmi»
Le accarezzai i capelli dolcemente, mentre la sua stretta si faceva sempre più lieve e faticava a tenere gli occhi aperti.
«Non potrei mai odiarti, non... non so cosa sia l'amore, ma se rimani con me ti prometto che lo imparerò, per te. Ti prego non lasciarmi solo, voglio vedere ancora i tuoi occhi ridenti e i tuoi capelli volare dolci al vento»
Lei mi sorrise piano, serena anche difronte alla morte, la sua mano cadde sul freddo legno e, dopo un flebile lamento di dolore, se ne andò. Spirò.
Continuai ad accarezzarle i capelli e piccole lacrime si formarono intorno ai miei occhi. Sta dormendo. Sta dormendo. Continuavo a ripetere a me stesso, ma più lo pensavo più non ci credevo.
«Romeo, quanti morti e feriti?»
Chiesi senza distogliere gli occhi da Ruby. Il pirata fece un passo avanti, distinguendosi così dagli altri.
«Sei morti e tutti più o meno feriti»
«Racogliete i corpi e puliteli, questa sera li seppelliamo»
Baciai per l'ultima volta la fronte di Ruby e diedi il suo corpo a Spostapietra.
Lentamente andai nella mia cabina e mi buttai sul letto.
Piansi dopo anni che non lo facevo. Era da damigelle piangere? Ero un pirata, un uomo rude e insensibile? In quel momento non mi importava, il bisogno di sfogarsi superava qualsiasi cosa. Ruby era la persona a me più cara, l'idea che non l'avrei mai più rivista mi divorava piano piano.
Reso debole dalla sua mancanza piansi, per lei e per tutte le persone a cui volevo bene e che non c'erano più: mia madre e mio padre, uccisi sotto i miei occhi da Derek, Jacob morto al mio fianco in una missione suicida, mia cugina di tre anni Erica, morta per una malattia... e così nomi, volti, ricordi, fecero si che il dolore aumentasse e mi cullasse in un sonno straziante: fatto di incubi da cui non riuscivo a svegliarmi.

Angolo autrice:

Non arrabbiatevi, doveva andare così : (
Anche a me dispiace molto per Ruby... :'(

Che ne pensate?
Ruby ha fatto bene?
Potevano esserci altre soluzioni?
Condividete il dolore di Erik?
Li volevate insieme?

Lo so, troppe domande XD, ma mi piace sapere la vostra opinione.

Una Goccia di MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora