22. Sarà tua sorella

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Sirenity:
Quindici anni prima....

Uran era nella grande sala chiuso a chiave. Mi avvicinavo nuotando furtiva; anche se, la maglietta che indossavo, mi impediva di muovermi agevolmente: sia perché era del Creatore, e quindi mi faceva da vestito, sia perché non mi serviva, a nessun abitante marino serviva, in realtà. Avevo preso quell'abitudine dal Guardiano del Vento, lui sì che aveva un grandissimo, forse esagerato, senso del pudore. Non gli piaceva girare a petto nudo, soprattutto perché attirava attenzioni, come le definiva lui, "indesiderate" da parte di molte sirene.
Erano passate ore da quando avevo consigliato a Uran di creare una nuova Guardiana dei Sogni; da troppo tempo ormai non ne esistevano più e noi eravamo in possesso della Polvere dei Sogni.
Il mio Creatore aveva accettato ben volentieri, però mi aveva avvisato di non disturbarlo quando sarebbe nella grande sala; ma io ero troppo curiosa e nel corridoio non c'era nessuno che poteva vedermi sbirciare dalla serratura. Almeno, era quello che avevo ingenuamente pensato.
Aer, tritone dalla coda azzurrina, dai capelli biondo platino e gli occhi celesti, mi notò quando ero a una pinna di distanza dal mio obbiettivo. Quando mi richiamò divenni tutta rossa per l'imbarazzo e mi coprii le guance, provando a mascherare la mia colpevolezza. Lui si avvicinò, ridacchiando piano e piazzandosi tra me e la grande porta di legno.
«Ehi sirenetta, invece di metterti nei guai ti va se usciamo a cercare molluschi?»
«Sì!»
Gridai emozionata iniziando a nuotargli intorno tutta felice, Aer era sempre stato buono con me rispetto a Iris. Lui si preoccupava, mi faceva ridere, mi portava sempre dei dolci, mentre la Guardiana della Terra era sempre arrabbiata con me, mi spintonava e mi faceva cadere apposta.

***

Uscimmo dal tempio portandoci qualcosa da mangiare per merenda. Era bello nuotare: l'acqua che scorreva sul corpo lasciando dolci carezze, le correnti che ti trascinavano in lungo e in largo e i suoni. Quanto amavo i suoni; il dolce scrosciare delle onde, lo sfregamento dei piccoli sassolini, il ribollire delle bolle... tutto questo io lo definivo come casa. Sentivo la presenza di Aer vicino a me, lui nuotava con la solita calma che lo caratterizzava: le mani giunte e le braccia lungo la testa, la coda agile ed esperta si muoveva con grazia e spostava l'acqua con gentilezza. Io, al contrario, mi muovevo senza seguire uno schema o uno stile, a volte zigzagavo, a volte nuotavo su e giù; tutto questo lo facevo ridendo e sorridendo. Amavo nuotare insieme al Guardiano del Vento nella grande distesa delle alghe, era così liberatorio, erano dei momenti magici.
Quando arrivammo a destinazione, vicino a dei grandi massi e degli alberi da frutto terrestri, io iniziai subito a infilarmi tra le fessure delle rocce mentre Aer ridacchiava.
«Vieni qui, ci sono tantissimi molluschi!»
«Arrivo, arrivo, sirenetta»
Sbuccia da fuori un masso, guardandolo offesa e incrociando le braccia al petto.
«Solo perché ho cinque anni e tu diciannove, non puoi darmi della sirenetta!»
Aer roteò gli occhi divertito, ma poi ci fu un momento di silenzio. Iniziai a giocare con le dita, forse non era il momento adatto per una domanda del genere, ma io volevo proprio sapere.
«Aer... Cosa è successo al Guardiano dell'Acqua prima di me?»
«Tu sai bene come la penso su queste domande, vero?»
Si posò i pugni sui fianchi e mi lanciò un'occhiata severa; annuii energicamente scappando con gli occhi dal suo sguardo.
Il Guardiano del Vento si torturò il labbro inferiore e si guardò in giro; lui odiava le domande sul suo passato e, sopratutto, odiava quelle su Ignis. Sospirò vinto.
«Vedi Sirenity, la Guardiana prima di te, non si sa com'è morta. Un giorno è sparita e per tre giorni non l'abbiamo più rivista. Il quarto giorno Satun riportò la sua Pietra di Creazione, dicendoci di averla trovata così mentre cercava delle erbe medicinali. Come sai, una volta morti, il corpo di noi Guardiani sparisce; non abbiamo potuto neppure dirgli addio...»
«E perché Iris non mi sopporta?»
Vidi un guizzo di preoccupazione balenare nei suoi occhi, aveva il sospetto che potessi arrivare a chiedergli qualcosa sul Guardiani del Fuoco; però mi rispose, forse avevo beccato la sua giornata buona.
«Iris non sopporta il fatto che la vecchia Guardiana sia stata sostituita, sai, era sempre Perla quella che ci guidava. Perderla è stato un duro colpo, capisci?»
Annuii comprensiva e lui, prima che potessi fargli ancora una domanda, venne a cercare molluschi con me. Il tempo volò e presto fu l'ora della merenda.
Ci sdraiammo per terra ed io, dopo aver sbadigliato, mi accoccolai al suo fianco con la testa sulla sua pancia.
«Perché non vuoi mai sentir parlare di Ignis?»
La mia domanda interruppe quella rilassante quiete come un fulmine a ciel sereno. Lui sussultò e rimase in silenzio, non potevo vedere la sua espressione, ma sapevo che era infastidito: la mano, del braccio con cui mi stava accarezzando i capelli, si strinse in un pugno. Le nocche sbiancarono e i suoi respiri si fecero più calcati.
Non aggiunsi altro, ma con l'indice disegnai piccoli cerchi immaginari sulla sua maglietta, per smorzare l'imbarazzo e il senso di colpa. Avrei dovuto tenermi quella domanda per me.
«Eravamo migliori amici. So che Iris ti dice che era insopportabile, dispettoso, maleducato, irrispettoso... ma con me no, o almeno, un tempo lo era. Poi qualcosa cambiò, eravamo sempre insieme, io e lui, nessun altro. Dopo la morte di Perla litigammo e da quel giorno non ci siamo più parlati»
Non potevo crederci, mi aveva risposto per davvero? Mi alzai su un gomito e lo guardai in faccia. I suoi occhi erano velati dalla malinconia, i capelli ricadevano in disordine. Era la prima volta che lo vedevo giù di morale, mi dispiacque molto.
«Ehi, sto bene! Tranquilla»
Sbatte più volte le palpebre e la tristezza venne sostituita dal suo solito sguardo allegro; mi accarezzò i capelli domandomi un grande sorriso smagliante. Rivederlo sereno distrusse il senso di colpa e, con uno sbadiglio, mi lasciai cullare dalla sue carezze e le risate.
Le sirene del paese cadevano tutte ai suoi piedi, ma io ero l'unica a cui donava tutte le sue attenzioni.

Una Goccia di MareWhere stories live. Discover now