16. Esci codarda

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Sconosciuto:

Ero allo stremo delle mie forze, dovevo uccidere la chimera in fretta e compiere la mia missione. Le gambe mi tremavano, avrei voluto collassare a terra e lasciarmi andare. Il mio corpo non era più abituato a tanto sforzo fisico, ma dentro di me il fuoco divampava ancora furente. Non mi sarei chinato di fronte alla morte; se essa mi voleva tra le sue schiere di scheletri, avrebbe dovuto strapparmi a forza la vita dal petto.
La bestia fece un balzo, ruggendo e mostrando i denti bianchi macchiati di sangue; sfruttai quel momento per correre dalla parte opposta dell'angusta grotta e riprendere l'ascia.
La tenni, con presa salda, davanti a me. La chimera si voltò quasi subito, attenta ai miei movimenti; avanzò lentamente, cauta, girandomi intorno e ringhiando sommessamente.
Ci misi un po' a comprendere: stava aspettando che svenissi, che non fossi più in grado di difendermi, non mi avrebbe attaccato.
Le ferite bruciavano e non c'era osso che non mi facesse male. Provai a fare un passo avanti, me ero malfermo e caddi sotto il peso dell'enorme ascia. La chimera non perse tempo, si fiondò su di me pronta a darmi il colpo di grazia. Sarebbe bastata una stupida bestia per uccidere il Guadino del Fuoco? Impresa che neppure il famoso Creatore Uran e la Guardiana della Terra erano riusciti a battere? Sarebbe stato troppo semplice...
Con un ultimo sforzo trasformai la mia arma in un pugnale e mentre l'imponente muso della chimera si calava su di me a fauci aperte, gli perforai la testa con un colpo secco.
Il suo corpo si afflosciò a terra senza vita, sopra di me. Sudavo, mi girava la testa, avevo la nausea e sentivo l'aria mancare, ma era tutta colpa del veleno in circolo. Non avevo pensato che Iris avesse due creature magiche a proteggerla, ero stato avventato: accecato dalla voglia di vendicarmi e dal brivido della caccia.
Non ricordavo chi, tra Saturn ed Uran, mi avesse detto che il sangue di chimera aveva proprietà curative. Con un piccolo sforzo, spostai la carcassa dell'enorme bestia e mi sedetti esausto al suo fianco; strappai un pezzo della mia maglietta e con essa raccolsi un po' del suo sangue.
Quando poggiai lo staccio sulla mia spalla sentii delle fitte di dolore indescrivibili, mi dovetti mordere il labbro per non gridare.
Le ferita si rimarginarono rapidamente, il dolore svanì completamente e le cicatrici del morso scomparvero, come se non ci fossero mai state. L'unica cosa che rimaneva era il veleno, ma purtroppo era già in circolo. Frugai nelle varie tasche dei pantaloni e da una interna alla fibbia della cintura, presi una piccola fiala dal contenuto arancione; la guardai diffidente, ma la bevvi tutta d'un fiato, senza pensarci troppo. Era un antidoto per qualunque sostanza tossica e sapeva d'arancia. Avevo sempre odiato le medicine o cose simili, quindi Saturn si era dovuto inventare un modo per non farmi sentire il vero sapore dei suoi intrugli da Creatore.
Dopo solo qualche minuto mi sentii meglio, così mi alzai e entrai dentro l'angolo "armonioso e pacifico" della Guardiana delle Terra.

Iris:

Quando Sirenity ed Erik sparirono nel portale, iniziai a deformarmi, trasformandomi in un albero. Preferivo molto di più quella forma perché potevo percepire lo scorrere delle linfa, i piccoli animaletti salire su e giù tra i rami e la melodia della natura risuonare per tutta la mia isola. I piedi stavano già diventando radici e si insinuavano gentili nel fertile suolo. Ma, all'improvviso, mi sentii perforare la schiena. Ritornai immediatamente umana e mi accasciai al suolo; avevo la vista offuscata e respiravo freneticamente senza riuscire a far entrare aria ai polmoni. L'erba verde e rigogliosa era macchiata di sangue, del mio sangue! Cercai di girarmi per vedere chi era stato a colpirmi così vigliaccamente, non credetti ai miei occhi. Con i vestiti strappati e insanguinati si avvicinava a passo deciso. I soliti capelli rossi sparanti in tutte le direzioni, un ghigno malefico dipinto in volto, la reincarnazione di tutto ciò di cui non ci si può fidare: Ignis.
Provai ad allontanarmi strisciando, ma era troppo difficile. Se era lì doveva, per forza, aver sconfitto le mie due creature magiche e origliato la conversazione con Sirenity.
Si chinò vicino a me, sorridendo cattivo, confermando le mie paure.
«Credevate di farla franca? Siete dei poveri illusi»
Mi spinse a terra, schiacciandomi con il suo peso e passandosi il pugnale da una mano all'altra. Non sarei sopravvissuta, era certo, ma nulla mi impedì di fargli male con le parole.
«Ha fatto bene ad allontanarmi, eri... eri solo un mostro già allora...»
Parlai a fatica, ma sorrisi a vedere mutare l'espressione sul suo volto da soddisfatta a incredula e, forse, ferita. Vidi il fuoco bruciare nei suoi occhi, era una furia cieca. Si alzò da sopra di me, sollevandomi per il collo e stringendo forte.
«Tu non sai niente di noi! Tu non sai niente di niente!»
Gridò furioso a un palmo dal mio naso, continuando a rafforzare la presa. Gli sputai in un occhio, dimostrando tutto il mio disprezzo nei suoi confronti. Mi dimenai ancora un po', giusto per non mostrarmi già vinta, ma ormai la mia fine era scritta, lasciai il mondo incapace di proteggerlo ma con la coscienza pulita. Nessuno avrebbe potuto dire che ero stata un fallimento come Guardiana della Terra.

Ignis:

Quando smise di respirare la buttai a terra, per nulla soddisfatto e incazzato nero. Come osava, ottusa Guardiana, mettere bocca su qualcosa che non conosceva. Su qualcosa che non la riguardava, qualcosa che non la sfiorava minimamente! Gridai furioso, infierendo sul suo corpo inerme ormai privo di vita.
Almeno Saturn sarebbe stato contento: avevo scoperto un potenziale Creatore con il Potere della Vita ed avevo ucciso un Guardiano.
Il corpo della maledetta si trasformò in tanti fiori colorati e, dove avrebbe dovuto esserci il cuore per buona parte delle creature viventi, comparve un topazio arancione. Lo raccolsi, stringendolo un po' tra le dita, prima di andarmene da quel piccolo "angolo di paradiso".
Prima di varcare la soglia però, un nuovo moto di rabbia prese il sopravvento e schioccai le dita, senza voltarmi. Un grande incendio divampò, propagandosi, distruggendo e bruciando vivi tutti gli animaletti e le piante presenti. Mi beai della sofferenza causata, gioii del dolore altrui, perché avrei dovuto star male solo io?
«Bene, ora vai dal nostro ultimo obbiettivo di oggi»
«Certo Creatore, sarai fiero di me!»
Detto ciò chiusi gli occhi e inspirai. Il suolo mi risucchio e mi ritrovai nel profondo della Terra, nel mantello. Appena riconobbi la scia di magra giusta la seguii, mischiandomi ad essa e godendomi il suo calore.
Tra le tante cose che l'obbiettivo non riusciva a fare, celare il suo potere, era ciò che gli riusciva peggio di tutte. Ne usava troppo e solo per il suo piacimento, fin dalla sua nascita non aveva mai avuto uno scopo. Che essere inutile, è solo uno spreco di magia. Eliminarla sarebbe stato un vero piacere.
Quando ritornai in superficie le strade erano deserte al chiarore della luna e dei lampioni a candele. Quanto sono arretrati...
Ogni tanto giravano dei gruppi di soldati armati, ma non era difficile evitarli senza insospettire nessuno.
A Porto Rico non c'era solo lei, percepivo le tracce magiche di molte altre creature. Perfetto, ora mi tocca anche capire quale sia. Sbuffai irritato e mi misi alla ricerca: c'erano molte fate, due vampiri, un angelo e qualche troll. Mi guardai intorno e iniziai a camminare senza una meta precisa. Le case erano quasi tutte a un piano, distribuite a scacchiera e decorate con strane forme e colori. Imbucai una stradina buia, c'era puzza di spazzatura e altre cose che preferii non distinguere. Da una casa, alla mia destra, si sentivano degli schiamazzi e cose che andavano in frantumi; molto probabilmente c'era una rissa ed era una qualche specie di locale.
Stavo pensando di andarci, tanto per bere qualcosa, quando improvvisamente trovai la sua scia magica. Ghignai soddisfatto e iniziai a correre per una stradina fuori città. Arrampicandomi e schivando i vari oggetti che mi intralciavano il cammino.

***

Mi fermai per guardarmi intorno. Non c'era più luce, era tutto buio e la strada era tutta in salita. Non ci diedi troppo peso fin quando non rischiai di cadere per colpa di una radice, fortunatamente inciampai soltanto.
«Radice del-»
Mi ammutolii subito. Avevo sentito un fruscio di foglie. Era vicina, sapeva che ero qui. La cosa mi fece arrabbiare, mi aveva visto in un momento di goffaggine, io che non lo ero mai.
«Esci codarda!»
Sbraitai, guardando in tutte le direzioni. Per qualche secondo nulla si mosse, tutto rimase silenzioso e solo qualche lucciola osava volare qua e là.
Alla fine, dietro a un groviglio di cespugli comparve una chioma dorata, lasciata libera di muoversi al vento e luccicante grazie alla luna. Cercava di intimorirmi con lo sguardo, metteva una cerca soggezione, ma nulla di più. Nei suoi occhi bicolori c'era una lieve sfumatura di paura, però provò a minacciami comunque. Non so se definirlo coraggio o incoscienza.
«Bene bene, chi si rivede!»
Dissi io, guardando i contorni del suo corpo, non ne vedevo i dettagli, solo la sua figura slanciata. Di certo non sembra una quindicenne, ha sviluppato presto i suoi poteri.
«Cosa vuoi Ignis? Tornate dal tuo padrone se non vuoi conoscere la morte»
Fantasy batte il tallone destro due volte e, intono a noi, si formò una scatola di polvere giallognola. Mi guardai intorno. Che passaggio monotono, vediamo se esiste un modo per modificarlo. La Guardiana dei Sogni si mise in posizione d'attacco ed io la osservai annoiato.
«Lo già conosciuta, siamo diventati buoni amici, sai? Se vuoi la presento io a te, poco di buono»
Grazie alla luce proveniente dalla nostra "arena" potevo vederla meglio. Indossava dei pantaloncini neri e un top rosa con scritto: "Kiss me" e lo stampo di un bacio. La trovavo ridicola e troppo semplice, era una Guardiana non una qualunque creatura!
«Sei ancora in tempo per scappare, insulso Guardiano!»
Affermò lei con disprezzo e superiorità.
«Parla per te, non sei nemmeno una Guardiana degli Elementi e ti credi anche superiore? Qui sei solo tu "l'insulsa"»
Sussurrò a denti stretti qualche insulto ed attaccò per prima. Irascibile la ragazza, eh? Usiamo questo punto a mio vantaggio.

Angolo autrice:

Cosa pensate di Ignis?
Tristi per la morte di Iris?
Chi pensate possa vincere lo scontro, o anche, chi tifate?
Se avete teorie fatemi sapere, sono curiosa di sapere cosa ne pensate 😄
A Venerdì 👋🏼

Una Goccia di MareWhere stories live. Discover now