2. Buon compleanno

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Erik:

Dopo una buona mezz'ora, vidi in lontananza i miei pirati arrivare: erano tutti pieni di graffi, Spostapietra soprattutto. Lui teneva ferma quella ragazza, anche se non smetteva di strillare e dimenarsi come una forsennata. I miei uomini faticarono a farla salire a bordo, era un diavolo di donna; e neppure i loro scossoni o le loro minacce riuscirono a farla tacere. Neanche quando venne legala all'albero maestro smise di muoversi e di urlare di rabbia.
«Lasciatemi andare! Cosa volete da me!»
La sua voce era troppo acuta, sembrava quasi ti trapanasse le orecchie; e lei lo faceva apposta, ne ero più che convinto. Se già non ero di buon umore per conto mio, le sue proteste non fecero altro che aumentare il mio cattivo umore; le urlai contro con cattiveria, non perdendo il contatto visivo e torreggiando sulla sua figura minuta.
Lei si zittì, dando tregua alle orecchie di tutta la mia ciurma, ma non notai nemmeno un briciolo di timore, neppure uno sputo di paura nei suoi occhi cristallini.
Il silenzio durò poco, perché lei, con sguardo altezzoso e sprezzante, riprese a parlare marcando bene ogni singola parola.
«Cosa. Volete. Dalla. Mia. Vita.»
«Come ti chiami?»
Le chiesi con voce atona, lasciando da parte la rabbia che ribolliva nelle mie vene.
«Non sono affari vostri»
Un moto di furia divampò incontrollato. Quella donna voleva proprio vedermi infuriato, ed io non ero ancora in grado di controllare il mio temperamento. Non sopportavo chi mi mancava di rispetto, soprattutto dopo che Derek aveva fatto di me il suo cagnolino personale, trattandomi peggio di uno schiavo. Mi ero ripromesso che mai avrei maltrattato una donna però, in quel momento, agii senza pensare.
Con un rapido movimento estrassi un pugnale dalla mia cintura; non mirai neppure, lo lanciai alla cieca. Esso fendé l'aria, tagliò appena la pelle chiara della sua guancia e si impiantò interamente nel legno.
I mormorii cessarono; tutti posarono lo sguardo sgomentato prima su di me e poi sulla prigioniera. La corvina non si scompose di un millimetro, non emise neppure un gemito di dolore e i suoi occhi non si spalancarono per la sorpresa. Rimase immobile, ferma e fissa con gli occhi nei miei; quei lapislazzuli screziati di varie sfumature marine esprimevano perfettamente ciò che provava.
Mi avvicinai minaccioso, privo di un qualsiasi pensiero ragionevole, ma prima che potessi fare un'azione avventata Ruby mi bloccò il cammino.
«Capitano la prego, si calmi. Capita... no, Erik non ti fa bene arrabbiati»
Dalla sua voce trapelava una nota di paura, però lei era coraggiosa, non si sarebbe mai fatta sconfiggere dalle inquietudini. Più volte si era dimostrata capace di risollevare l'animo temerario dei miei pirati che, se paragonati a lei, erano dei vigliacchi.
Mi accarezzò piano un braccio, diffondendomi la sua tranquillità e facendo scremare la rabbia. Le donai un sorriso, facendole capire che ero tornato in me. Ruby si scostò rasserenata, tornado al suo posto e lasciandomi prendere una decisione sul da farsi.
«Scoprite chi è, da dove viene, se era la sola su quell'isola e come c'è arrivata. Vado nella mia cabina, non disturbatemi a meno che non ci siano problemi»
Mi voltai, dando le spalle alla prigioniera e camminando a passo lento tra i miei pirati.

Derek:

Era passato un anno da quando io e mio fratello c'eravamo allontanati, per cui cercavo di rintracciare il suo galeone. Ormai era giunto il momento dello scontro finale. Mio fratello era sempre stato più debole di me. Era un dato di fatto.
Sarà molto facile sconfiggerlo, lui e la sua banda di traditori. Forse i miei uomini non vorranno ucciderli perché in fondo sono tutti nostri fratelli minori, ma hanno paura di me e faranno ciò che gli ordinerò.
Sorrisi malvagio e iniziai a ridacchiare piano.
Sì, quando li cattureremo, farò uccidere a ognuno di loro il proprio fratello minore ed io ucciderò Ruby, una volta per tutte.
All'immagine della piccola rossa si sovrappone un'altra figura, la quale mi fece venire una fitta al cuore e, senza volerlo, alla mia mente tornarono brutti ricordi.

Due anni prima..

Ero nella mia stanza e stavo progettando un modo per far fuori Ruby. Avevo appena scoperto, per puro caso, che lei era innamorata di mio fratello. Se, per un'amara sfortuna, loro due si fossero fidanzati, dalla loro unione sarebbe potuto nascere un possibile pretendente al potere, ed io non potevo permetterlo. Me ne fregavo altamente del fatto che Ruby era la sorella della mia ragazza, Esmeralda, e che mio fratello sarebbe stato distrutto dal dolore. Non mi importava niente: la volevo fuori dai giochi.
Stavo preparando un piano per ucciderla, fino a quando la porta si aprì: era Esmeralda. Mai una volta che bussi...
«Derek, tuo fratello e la sua banda hanno assalito il carico d'oro che gli avevi proibito di attaccare»
«Cosa?! Mi ha disobbedito, un'altra volta! Questa non gliela farò passare liscia. Quanto alla sua banda, saranno pure ai suoi ordini, ma qua sono io il capo!!»
Scattai in piedi minaccioso e tirai un pugno al tavolo; tutti i fogli volarono e si sparsero per terra. Esmeralda, un po' intimorita, cominciò a raccoglierli, ma quando ne prese uno impallidì, urlò e si accasciò a terra tremante con gli occhi pieni di lacrime. Capii subito che aveva trovato il mio piano per eliminare Ruby, così mi avvicinai a lei e la sollevai tirandola per i capelli, schiacciandola contro il muro.
Sapeva che non poteva fare niente contro di me e iniziò a piangere, il più silenziosamente possibile, era la prima volta che lo faceva in mia presenza.
«T-ti prego n-non farlo, proverò io a p-parlarle, ma non ucciderla!»
«E sia, ma se per caso dovessi fallire... Sarai tu a pagarne le conseguenze»
«Ma tu mi ami, i-io ti amo, non puoi u-uccidermi»
Lei alzò lentamente il suo braccio, portando la sua mano al mio volto, ma io lo presi e glielo girai provocando un sonoro "crack" e un suo urlo di dolore, segno che le avevo spezzato l'osso.
«Posso fare ciò che voglio. Non sarai tu ad impedirmelo, io voglio il potere, mio fratello è sotto il mio comando e non chiede indipendenza; ma l'essere che potrebbe nascere dai nostri fratelli non deve mai esistere!»
Lasciai andare i suoi capelli e lei cadde a terra, lentamente la vidi rialzarsi, inchinarsi e con le lacrime agli occhi uscire di corsa.

Ruby:

Eravamo tutti molto stanchi, quella ragazza non voleva dire niente, aveva solo accennato alla sua età: vent'anni. L'avevamo minacciata, picchiata, insultata... ma niente. Non parlava, se non per controbattere o per prenderci in giro.
Alla fine, talmente stanchi, alcuni di noi l'avevano perfino supplicata. Continuammo così per ore ed ore, fino a quando Erik non ci diede il permesso di riposarci. La ragazza venne portata sottocoperta e il moro mi fece cenno di seguirlo.

Arrivati nella sua cabina, si accomodò su una sedia ed io mi sedetti a gambe incrociate nel sul letto. Ci furono minuti di silenzio, ma poi si decise e cominciò a parlare:
«Grazie Ruby, mi hai fermato in tempo, rischiavo di ucciderla. Avete scoperto qualcosa, comunque?»
«Solo che ha vent'anni»
«La mia età... Comunque non ti ho fatta venire qui per questo»
Lo vedevo agitato, stava cercando le parole ed io non sapevo se dovevo preoccuparmi o incuriosirmi.
«Ruby... Derek ti vuole morta, tra qualche giorno arriverà e ci sarà inevitabilmente uno scontro. È arrivata oggi tramite un piccione viaggiatore, l'ha scritta ieri... non devono essere lontani»
Mi si chiuse lo stomaco di colpo e una ciocca di capelli rossi ondeggiò davanti ai miei occhi. Erik mi passo una lettera e leggerla mi fece irrigidire e tremare; le parole erano minacciose, volgari e scritte usando come inchiostro il sangue. Nella mia testa si creò l'immagine di Derek sporco di quel liquido rosso cremesi, ricoperto di ferite e con uno sguardo assassino. Tremai e mi raggomitolai su me stessa. Che ho fatto per meritarmi il suo odio? Vuole uccidermi per far soffrire Erik?
Il moro si avvicinò e mi strinse a sé, mi accarezzo i capelli per farmi tranquillizzare e mi sussurrò parole di conforto. Vuole uccidermi? Bene, mi batterò con le unghie e con i denti. Ripresi coraggio, non mi sarei fatta calpestare senza nemmeno combattere.
«Insieme alle mie spade sono imbattibile, io non ho paura, non averne tu per me»
Sul volto di Erik comparve un meraviglioso sorriso, adorava il mio coraggio. Lui mi scompigliò i capelli, ridendo dei miei goffi tentativi di sottrarmi a quelle burbere attenzioni. O non aveva molto chiaro il concetto "i miei capelli non si arruffano" o semplicemente se ne infischia, ancora dovevo scoprirlo.
In un momento di distrazione lui si infilò una mano in tasca e, subito dopo, vidi un ciondolo luminoso con un rubino a forma di cuore penzolarmi davanti al naso.
«Questa è una collana che ho fatto fare per te, Buon compleanno Ruby!»
Rimasi imbambolata, tra i vari compiti da svolgere, mi ero completamente scordata del mio compleanno. Erik si mise a ridere della mia espressione incantata ed io feci la finta offesa. Iniziammo a scherzare e a ridere felici. Il ricordo di Derek era ormai lontano.
Ha una risata stupenda.
E quello, fu il primo pensiero prima di una valanga di fantasticherie su noi due. Mi consideravo una persona coraggiosa, una di quelle che se trova un ostacolo trova il modo di superarlo, ma se c'era qualcosa che proprio non potevo fare era confessare il mio amore.
«La sorpresa non è finita qua, chiudi gli occhi e seguimi»
Ubbidii con il sorriso sulle labbra e mi lasciai guidare fuori dalla cabina e giù dal galeone.
Quando, finalmente, potei riaprire gli occhi eravamo sulla spiaggia: c'erano alcuni addobbi fatti alla bell'e meglio e un piccolo rinfresco. I nostri compagni d'avventura iniziarono a farmi gli auguri, a scherzare, a divertirsi e a lanciarmi, non proprio letteralmente, da un pirata all'altro per giocare. Finalmente compivo i tanto agognati diciannove anni.
Tutto procedeva molto tranquillamente, per quanto tranquilli si potevano definire i festeggiamenti di un branco di pirati, fino a quando non arrivò il rum e da lì in avanti nessuno ebbe più la cognizione del tempo.

Angolo autrice:

Hanno una prigioniera che non vuole parlare... interessante.. chissà cosa si inventeranno e se riusciranno a ricavare qualche informazione.
Nuove impressioni?

Una Goccia di MareWhere stories live. Discover now