14. Ascoltami bene

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Erik:

Stavo camminando da poco più di un quarto d'ora, ma non c'era nessuna anima viva nei paraggi. Sopra la mia testa si estendeva un limpido cielo azzurro, ma ero sicuro che fosse notte fonda e fossi dentro una grotta, in realtà. Alcuni piccoli animali si muovevano agilmente tra i fitti rami degli alberi. Sembravano incuriositi dalla mia presenza e avevo la sensazione che mi seguissero.
Sentii una risatina giocosa, sembrava quella di una ragazza. Mi girai di scatto a quel suono inaspettato e riuscii a scorgere dei cespugli muoversi innaturalmente. Iniziai a correre, provando a seguire lo frusciare delle piante; ma sembrava che la vegetazione si spostasse al mio passaggio, purtroppo ero troppo concentrato e non ci prestai molta attenzione.
Vidi di sfuggita una figura correre e percepii l'aria spostarsi, però non c'era nessun rumore di passi o altro, si sentivano solo delle risate tutte intorno a me. Mi stavo perdendo, ne ero certo.
Gridai frustrato, non avevo nemmeno un'arma con me. Gli alberi erano tutti uguali, stesso lungo e chiaro tronco, stesse verdi foglie, stessi identici scoiattoli... Dannazione! Era tutto così innaturale. Sentii nuovamente la risata, ma non la seguii. Avevo l'impressione che mi portasse fuori pista e avevo addosso l'opprimente sensazione di essere osservato. Idea!
Cammina nella parte opposta della risata, lentamente, senza nessuna fretta. Mi concentrai, ma non su chi dovevo cercare, ma sull'ambiente circostante. Notai che, effettivamente, le piante si spostavano; era come se cercassero di mandarmi in confusione e di disorientarmi, non c'era neanche il muschio a segnare da quale parte fosse il nord. Trovai un albero leggermente più basso degli altri e, con un abile balzo, afferrai un grosso ramo. Con la forza delle braccia mi tirai su, riuscendo a starci perfettamente in equilibrio. Rimasi fermo e aspettai, repressi ogni impulso motorio e mi limitai a respirare piano.
Finalmente la mia attenzione venne catturata da qualcosa di diverso che un semplice coniglietto. Un albero, che si muoveva quatto quatto, si mise al centro della mia visuale e piano iniziò a modificarsi, creando l'immagine di una ragazza dalla pelle olivastra. Si guardò attorno con movimenti aggraziati, semplici e armoniosi. Indossava un lungo abito a strascico fatto di fiori colorati. Aveva i capelli legati in una treccia che si poggiava su una spalla e i suoi occhi verdi sembravano due piccoli prati. Ebbi una fitta al cuore, mi ricordavano quelli di Ruby, ma scacciai via il pensiero. Quello non era il momento, o il luogo adatto, per pensare a lei; e poi... gli occhi della mia migliore amica era molto più belli.
Notai uno scoiattolo grigio, mi guardava sgranocchiando una noce. Oh, no. Lui abbassò la sua piccola testolina, guardò la ragazza e corse verso di lei squittendo allarmato. Le si arrampicò su un braccio, però, prima che lei potesse alzare il capo o fuggire. Le balzai addosso spingendola a terra e minacciandola con un rametto. Se non fossi stato così serio sarei scoppiato a ridere. Cosa pensavo di fare con un bastoncino?
La ragazza, invece, che non si sentiva in pericolo, si mise a ridacchiare.
«Ben fatto Erik, mi hai trovata e ci hai messo poco!»
Buttai via la mia pseudo arma e la lasciai rialzare senza aiutarla. Non mi scomodati nemmeno a chiederle come mai conoscesse il mio nome, non ne valeva la pena.
«Sono Iris, ma adesso seguimi. Abbiano tante cose da dirci, Erik»
Lei, a passo leggero, iniziò a camminare sicura, lasciandosi dietro di sé una lieve fragranza di frutti tropicali. Io la seguii senza replicare, sembrava fin troppo sincera, e comunque non avrei saputo dove altro andare.
Mi guidò fino a una specie di "porta" formata da due tronchi curvi, che si univano in cima, e da delle liane fiorite.
Dall'altra parte delle "porta" si vedeva, in lontananza, una figura minuta che riconobbi subito come Sirenty.
Dopo pochi passi arrivammo vicino al tavolo e alle sedie dove era seduta la corvina. Erano fatte di radici, spuntavano direttamente dal suolo. Era un posto armonioso, a sé, fatto di luci, profumi e colori a dir poco stupendi. È immensa questa grotta.
«Sirenity»
Richiami gentilmente la sua attenzione; sembrava persa nei suoi pensieri mentre sorseggiava distrattamente qualcosa da una tazza bianco crema.
Lei alzò gli occhi chiari, fece un sorriso tirato e tornò a bere. Era un po' troppo rigida e teneva sollevata la gamba ferita. Non sembrava a suo agio.
«Sù, muoviti a fare i tuoi stupidi indovinelli»
Borbottò Sirenity con ostilità. Iris, che fino a quel momento era rimasta in silenzio, ridacchiò divertita, ma dai suoi occhi trapelava un evidente disprezzo. Si capiva perfettamente, nessuna delle due gradiva la presenza dell'altra.
«Quando crescerai Sirenity? Non ti sei accorta di niente anche se ce l'avevi sotto il naso, eh?»
La ragazza dalla pelle olivastra si accarezzò la treccia indicando me con un cenno del capo. Non capii, così guardai confuso la corvina. Lei sembrò studiarmi attentamente, molto più del solito, i suoi occhi sembrarono freddi e severi, quasi inquietanti. Mi sentii esposto, ebbi l'impressione di essere violato nell'anima, come se un oscuro segreto mi venisse strappato e messo alla luce, sotto lo sguardo di tutti. La tazza che la mia gocciolina aveva in mano, le cadde, andando in frantumi e disperdendo nel terreno il suo contenuto. Potevo leggere puro stupore nel suo viso.
«Per la barba di Nettuno!»
Esclamò lei, portandosi una mano alla bocca e annuendo alla mora, rimasta zitta vicino a noi.
«Siediti e bevi qualcosa, Erik»
Mi propose Iris con voce smielata, non staccando gli occhi dalla corvina. Con un dito mi accarezzò il profilo del viso, però la allontanai, indignato dal gesto, non mi piaceva. Per niente. Era come se avesse studiato, male, un copione.
Iris non ci fece neppure caso e andò a sedersi a capotavola, di fronte a Sirenity, e iniziò a fischiettare. Dagli alberi circostanti scesero degli uccellini che posarono due tazze sul tavolo, una per me e una per la mora. Feci come mi era stato detto, mi sedetti in mezzo alla due ragazze e guardai diffidente il contenuto della tazza. Dall'odore sembrava un infuso di arancia e limone e all'interno galleggiavano dei pezzi di cannella; non mi convinceva e avevo lo stomaco chiuso, decisi che fosse meglio non bere.
«Erik, tutto non potrò rivelarti, ma ascoltami bene, senza interrompe»
Iris prese parola dopo aver bevuto un sorso della bevanda, mi scrutò seria e con un cenno del capo poco convinto la incitai a continuare.
«Io sono Iris, la Guardiana delle Terra, proteggo la natura e gli animali che ci vivono. Sirenity è la Guardiana dell'Acqua, protegge quel liquido in tutti e tre i suoi stati. Poi c'è Aer, il Guardiano del Vento, domina le correnti d'aria. Infine c'è Ignis, il Guardiano del Fuoco, controllare tutto quello che abbia a che fare con il calore, tranne il Sole. Noi Guardiani siamo molto longevi, ma non eterni. Ogni volta che uno di noi muore i Creatori, che sono sempre due, fanno nascere un nuovo Guardiano. Saturn, il Creatore più giovane ma non per età, un giorno impazzì e decise di volere tutto il potere per sé. In quella impresa Ignis si unì a lui e ci attaccò. Per proteggere la nostra dimensione: il Mondo delle Sirene, creammo un unico portale e lo nascondendo. Pochi sanno dov'è e, ancora di meno, come entrarci.
Uran e Saturn combatterono e quest'ultimo venne sconfitto e imprigionato; purtroppo qualcuno l'ha liberato ed ero siamo tutti in pericolo. Per salvarci devi superare l'ultima prova, non si tratta più di un tesoro, ma della sopravvivenza di ogni singola creature di ogni singola dimensione. Per qualche strana ragione in te c'è il potere dei Creatori, solo che non è ancora protetto da un pianeta ed è facilmente influenzabile»
Sirenity mi guardò, curiosa della mia reazione, aveva sicuramente capito più di me l'importanza delle parole di Iris.
Le due ragazze si scambiarono uno sguardo d'intesa, si alzarono e si presero per mano. I loro occhi diventarono trasparenti e i capelli bianchi. Le osservai confuso, ma a un certo punto sentii le mani, gli occhi e la testa bruciare.

Angolo autrice:

Questa volta sono stata puntuale, evviva!!
Ditemi se si capisce ciò che ho scritto o meno, non vorrei che fosse confuso.
Se avete delle domande fatemele, non siate timidi!
Detto questo...

❤️❤️😆GRAZIE A TUTTI!!!😆❤️❤️

Più di 550 letture e più di 100 voti in due mesi 😃😭 grazie molte!!😍😍
(Sono riuscita ha mettere le faccine perché ho usato il tablet, di solito uso il telefono)

Una Goccia di MareWhere stories live. Discover now