Capitolo 39

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Sembrava tutto così surreale,mai mi sarei aspettata questo. Insomma,chi si aspetterebbe che il proprio ragazzo sia costretto a lasciarti a causa di una squilibrata? 

Mille erano le domande che mi ronzavano per la testa e a nessuna di queste trovavo una risposta diversa da:"mi è mancato.

Così,seduta sulla sabbia fredda,misi la mia mano sulla sua che nel frattempo aveva ttrovato posto sulla mia guancia. 

"Non hai la minima idea di quanto tu mi sia mancata,bambina." disse ed io accennai un sorriso. 

"Mi sei mancato anche tu." dissi facendo sorridere anche lui. 

Notai il suo sguardo vagare sul mio volto,quasi come se volesse ricordare ogni mio lineamento. 

Posò lo sguardo sulle mie labbra per poi passare agli occhi,continuando questo ciclo continuo finchè non mi feci avanti, posando le mie labbra sulle sue. 

Sorridemmo entrambi al tocco delle nostre labbra,sentendo subito la mancanza l'uno dell'altra crescere sempre di più. 

"Promettimi che,quando ci alzeremo dal letto domani mattina,sapremo con certezza che noi esistiamo ancora." disse staccandosi lentamente. Cercai di sorridere a quella innocua proposta,anche se sapevamo che quella innocua proposta significava fin troppo per entrambi. 

"Non sono brava con le promesse,nessuno dei due lo è. Possiamo semplicemente fare come abbiamo  sempre fatto." dissi sospirando e lui,capendomi alla perfezione,mi prese per le mani accarezzandomi i polsi,iniziando a giocare con il braccialetto che mi aveva regalato la sera del mio compleanno sul bordo della piscina. 

"Non l'hai tolto?" disse sorridendo a trentadue denti facendomi venire le lacrime agli occhi. 

"Non ci sono riuscita. Era come se dovessi toglierti da me,capisci? Ed io non ne sono mai stata capace." dissi sorridendo. 

"Sono contento allora di averla lasciata al collo" disse portandosi una mano sotto la maglietta per poi uscire una collana. Quella stessa collana che gli avevo regalato il giorno di natale. 

"Non so dove,ma insieme. " Disse rigirandosela tra le dita.

"Ti ricordi la prima volta che ci siamo conosciuti? Non sto parlando del tetto ma di quando ti ho visto fumare fuori scuola" dissi e lui annuì. 

"Eri li,immobile. Ti avevo visto uscire di fretta e furia e tu,nel momento in cui vedesti me,ti sei imbambolata restando a guardare ogni mio movimento." ridacchiò facendomi ridere. 

"Quel giorno,all'ultima ora,avevamo arte. La professoressa aveva chiesto di disegnare la prima cosa che ci capitasse per la testa ed io,senza rendermene conto,avevo disegnato te. Un ragazzo completamente vestito di nero,le mani dentro le tasche dei jeans,i capelli al vento,che guardava il panorama da uno stupido tetto." dissi e lui,non capì il motivo per la quale io gli stessi raccontando proprio quello adesso.

"Era come se tu fossi già entrato nella mia vita. Con un semplice sorriso e una piccola preoccupazione avevo già capito che tu mi avresti aiutata. Con quel disegno mi sono resa conto che tu mi avevi colpita più di quanto volessi ammettere. E tutti quanti avevano ragione,mi ero innamorata di te fin dal primo momento. Fin dalla prima risata e dal primo incontro. Mi ero innamorata di te anche quando non sapevo il tuo nome. Era come se fosse destino,no? Destinati a stare insieme per poi trovarci su una spiaggia del cavolo a cercare di riprenderci." dissi ridendo amaramente. 

"E tu dici che questa cavolo di spiaggia ci sta riprendendo?" disse sorridendo facendomi ridere. 

"Si,io direi proprio di si." 

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