Capitolo 4

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"So cosa ti sta succedendo. Ho visto i ragazzi questa mattina e durante l'intervallo ti ho seguito. So tutto nonostante non ti conoscessi. Mi sono reso conto di quanto tu possa stare male anche quando non conoscevo il tuo nome. Perciò mi riguarda ciò che ti fai perché è una mia scelta." Disse serio lui.
Dire che stavo piangendo era un eufemismo.
"Aspetta un attimo." Disse prima di ritornare in cucina.
Durante la sua assenza cercai di sistemarmi un po'. Forse è la prima volta che mi rendo vulnerabile davanti ad una persona che non siano i miei familiari.
"Eccomi." Disse tornando da me.
"Cosa è successo?" Dissi accigliandomi.
"Gli ho detto che stiamo andando a fare una passeggiata qua fuori." Disse mettendo una giacca prima di trascinarmi fuori.
"Perché?" Chiesi qualche minuto dopo che uscimmo.
"Cosa?" Chiese non capendo lui.
"Perché sei qui. Avresti potuto prendermi in giro come fanno tutti,soprattutto ora che sai queste cose su di me. Perché sei qui con me e non mi stai ridendo in faccia?" Chiesi tutto d'un fiato.
"Perché è una mia scelta. Secondo te dopo tutto quello che ho scoperto di te ti riderei in faccia? Sappi che non accadrà." Disse accarezzandomi le braccia. D'istinto ritrassi quest'ultime per il dolore che mi stava provocando.
"Io..ehm. Scusa." Dissi continuando a camminare.
"Giada,ferma." Mi bloccò per la vita.
"Togliti la giacca." Mi ordinò.
"Cosa? No." Cercai di uscire dalla sua presa. Cosa impossibile perché lui mi abbracciò a se impedendomi di uscire.
"Se non te la levi da sola te la levo io. Fammi vedere le tue braccia." Mi sussurrò.
Mi staccai lentamente dalla sua presa e mi tolsi la giacca con la stessa lentezza.
Prima di uscire dalla doccia mi cambiai le bende ma il sangue continuò ad uscire,infatti le bende erano quasi completamente rosse.
Marco mi prese la mano e mi porto dietro casa sua.
"Cosa stai facendo?" Gli chiesi quando si fermò.
"Non ho intenzione di far vedere a tutto il vicinato le tue braccia. Ora leva le bende." Disse sempre serio. Ma con un velo di preoccupazione negli occhi.
Lentamente levai anche quelle scoprendo le braccia.
Le cicatrici dei vecchi tagli si vedevano ancora ma non del tutto. I tagli di oggi erano ancora rossi,per il troppo sangue uscito,forse.
Il ragazzo davanti a me prese le mie braccia tra le mani e accarezzò  ogni singolo taglio con delicatezza ma provocandomi comunque un lieve dolore. "Da quanto tempo?" Chiese continuando a guardare le braccia.
"Quasi due anni.." Sussurrai.
"Quando è stata l'ultima volta?" Chiese guardandomi negli occhi questa volta.
Non ricevendo nessuna risposta da me riprovò.
"Quando,Giada?" Disse con voce leggermente più alta.
"Oggi." Sussurrai.
Lui aprì bocca ma la richiuse subito dopo.
Mise le sue braccia attorno al mio corpo stringendomi al suo petto.
Appoggiai le miei braccia rosse sul suo petto e iniziai un pianto silenzioso.
Non così tanto silenzioso perché lui se ne rese conto ed iniziò ad asciugarmi le lacrime.
"Basta piangere,va bene?" Disse lui ed io annuì.
"Forse è meglio che rientriamo dentro." Disse guardando l'ora.
Mi aiutò a mettere le bende e la giacca. Ed in silenzio tornammo dentro.
Entrati dentro vidi i miei genitori e mio fratello con le giacche che stavano per uscire.
"Noi stavamo venendo a vedere dove eravate,dobbiamo ritornare a casa." Disse mio padre sorridendomi.
Io annuii.
Andai a salutare John e Mary.
Poi arrivai a Cloe che mi abbracciò.
E poi mi avvicinai a Marco.
Lui aprì le braccia e un po' titubante lo abbracciai.
"Grazie." Sussurrai dopo che lui mi lasciò un bacio in fronte.
"Andiamo." Disse mio fratello prendendomi per una mano e portarmi fuori.
"Francesco,che succede?" Dissi stranita dal suo comportamento.
"Lui non ti può abbracciare." Disse riferendosi a Marco,penso.
"E perché no?" Dissi sorridendo.
"Perché sei mia sorella. Non sua." Disse mettendo il broncio.
"Frà,non siamo niente io e Marco. Tranquillo." Dissi sorridendo.
Anche se ha nove anni è un bambino sveglio e molto geloso.
Lui annuii.
"Ora vai a dormire." Dissi portandolo in camera.
Dopo aver dato la buonanotte a mio fratello andai a mettermi il pigiama e mi addormentai ripensando alle cose accadute durante le ultime ore.

"C'è qualcuno?" Urlai sedendomi sul bordo della piscina. Ero sola. Vidi l'acqua all'interno del enorme vasca davanti a me e istintivamente mi buttai dentro di essa. I capelli attaccati in fronte e i vestiti completamente bagnati che mi fasciavano il corpo. Dopo il tuffo cercai di risalire ma sentii qualcosa aggrapparmi la caviglia che mi tirò verso il basso. Cercai di nuotare il più velocemente possibile verso la superficie ma ogni volta la stessa storia.Dopo vari tentativi senti i polmoni bruciarmi e mi resi conto che non avrebbero retto ancora per molto. Decisi di provare per un'ultima volta e nuotai più velocemente,quando arrivai quasi in superficie quel qualcosa mi ritirò verso il basso ed io fui sicura di non riuscire a risalire così mi misi ad urlare. Un urlo silenzioso mischiato al pianto. Sentì delle braccia avvolgermi e tirarmi in superficie. Quando aprì gli occhi mi ritrovai davanti un ragazzo moro dagli occhi neri,Marco.
Mi abbracciò e iniziò a sussurrarmi di stare tranquilla. Che ci sarebbe stato lui con me d'ora in poi.
Mi svegliai con le lacrime agli occhi ma almeno non ero sudata come la notte precedente.
Guardai l'ora e vidi che erano le sei del mattino.
Mi tolsi le coperte di dosso e andai a prendere un leggins e un maglione più grande di qualche taglia,presi l'intimo e andai a fammi una doccia.
Quando ebbi finito di farmi la doccia andai ad asciugarmi i capelli e mi vestii.
Presi lo zaino e uscì di casa trovando Marco davanti al cancello.
"Cosa ci fai qui?" Chiesi stranita.
"Andiamo a scuola?" Chiese sorridendo.
Io annuii ricambiando il sorriso.
Mi incamminai verso la fermata dell'autobus quando la sua voce mi fermò.
Mi voltai verso di lui non capendo.
"Andiamo con questa." Mi indicò la moto dietro di lui.
"Cosa? Io la sopra non ci salgo." Dissi guardandolo begli occhi.
"Andiamo! Ti prometto che non andrò veloce." Disse sorridendo.
"Eh va bene." Mi avvicinai per prendere il casco.
Mi aiutò a salire.
Lui mise in moto e iniziò a correre molto velocemente.
Per evitare di cadere mi aggrappai alla sua schiena e lo sentì ridere.
"Ma tu non dovevi andare piano?" Dissi un po' allarmata dalla velocità.
"Sei tu che ti spaventi troppo. E poi siamo arrivati." Disse fermandosi.
Scesi da quella moto e gli lanciai il casco.
"Lì sopra non ci salirò mai più." Gli feci la linguaccia. Feci per voltarmi quando mi resi conto che tutti quanti mi stavano guardando.
Mi avvicinai a Marco.
"Secondo te perché ci fissano?" Chiesi con imbarazzo.
"Stai sempre sola. È normale che ti guardino. Sono straniti." Disse facendo finta di nulla.
Mi prese per mano e mi portò davanti la mia classe.
"Ci vediamo dopo,okay?" Chiese sorridendomi.
Io annuii.
Dopo che mi lasciò un bacio in fronte andò nella sua classe. Mi andai a sedere al mio solito posto e le ore passarono molto velocemente.
Uscì di corsa e andai davanti la moto dove c'era Marco ad aspettarmi.
In dieci minuti arrivammo a casa e solo in quel momento mi resi conto che oggi nessuno mi aveva picchiato.
"Giada tutto bene?" Chiese mia madre quando mi vide davanti alla porta.
"Si. Direi di sì." Le sorrisi.
Forse qualcosa sta cambiando.

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