Capitolo 7

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"Pronto?" risposi assonnata.
"Sveglia!" Urlarono dall'altra parte del telefono. Urlarono così forte che dovetti allontanare l'apparecchio dal mio orecchio per evitare di diventare sorda.
"Dai che hai una partita da vincere." Continuarono ad urlare.
"Marco, Matthew cosa cavolo volete?" Chiesi alzandomi dal letto.
"Hai una partita,te ne sei dimenticata?" Chiese Marco
"No,ma che ore sono." Chiesi passandomi una mano tra i capelli.
"Le 7:30." Rispose Matthew.
"Oddio è tardi. Ragazzi ci vediamo,eh." Chiusi la chiamata e lanciai il telefono sul letto per poi andare in bagno.
Mi feci una doccia veloce lavai i denti e mi misi la divisa.
Consisteva in un paio di pantaloncini blu con delle righe rosse ai lati mentre la maglietta era una canotta con il numero,anch'essa blu con un riga rossa che partiva dalla spalla destra e finiva sul fianco sinistro.
Io,per evitare di far vedere le cicatrici,metto sempre una maglietta nera aderente sotto.
Mi legai i capelli in modo disordinato presi il mio borsone,il telefono e scesi al piano inferiore.
"Pronta per la partita?" Chiese mia madre mettendomi davanti un piatto pieno di pancake e frutta.
"Non ho molta fame,preferisco evitare di appesantirmi prima di una partita,lo sai." Risi mangiando un po'di frutta.
"Mangia,male non te ne fa." Rise mio padre
"Dai andiamo che è tardi!" Esclamai prima di alzarmi e andare a mettere la giacca.
In pochi secondi mi ritrovai dietro mia madre,mio padre e mio fratello.
"Non c'è bisogno che mi accompagnate tutti" dissi aprendo la porta.
"Infatti noi veniamo a vedere la partita." Disse mio fratello sorridendomi
"Anche voi?" Chiesi entrando in macchina.
"Come anche?" Chiese mia mamma
"Verranno anche Marco,Matthew e Sofia. I ragazzi che sono venuti ieri sera." Dissi prendendo il telefono per chiamare Marco. Gli avevo chiuso in faccia.
"Grazie per avermi chiuso. E prego per averti svegliata,eh." Fece il finto offeso.
"Davvero,scusami! Non volevo ma avevo fatto tardi." Risi
"Mandami la posizione che arriviamo anche noi,il tempo di prendere Sofia e siamo da te." Disse facendo finta che io non avessi fatto nulla.
"Okay. Vado,che sono appena arrivata. A dopo" chiusi la chiamata ed entrai su whastapp per inviare la posizione a Marco.
"Giada! Sbrigati che la boss è arrabbiata." Mi richiamò Martina,una delle mie compagne di squadra.
"Si,arrivo." Buttai il telefono nel borsone e corsi dietro Martina.
"Finalmente!" Esclamò Ellen,la nostra coach.
"Eccomi." Dissi avvicinandomi al gruppo.
"Iniziate a fare riscaldamento,io intanto faccio i primi schemi." Disse Ellen mandandoci in campo.
Iniziammo a fare stretching,poi passammo ai palleggi,ai bagher e, infine,alle battute.
"Allora entrano in campo Giada,Martina,Giulia,Federica,Sofia e Cloe." Disse Ellen facendoci vedere le varie postazioni. Ero sotto rete.
La palla è nostra,in battuta c'è Martina. L'arbitro fischia,Martina schiaccia e la palla va a finire dall'altro lato del campo. Fanno le tre azioni e la ributtano dalla nostra parte. Federica la prende in bagher gliela alzo in palleggio e la faccio schiacciare. La palla va dall'altro lato e tocca il suolo. Punto nostro!
Sento i boati della tribuna e non posso non sentire il "Spaccagli i culi." Di Sofia. Risi leggermente e mi concentrai sulla partita.

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"Ragazze siete state bravissime!" Ellen ci fece le congratulazioni per la nostra vittoria.
Eh si,avevamo vinto 3-0.
"Come sempre!" Si vantò Cloe battendo il cinque a Giulia
"Uscite da questo spogliatoio e andate a rilassarvi. La prossima settimana abbiamo un'altra partita" disse Ellen prima di andare via.
"Ragazze,vado. Ci vediamo all'allenamento" dissi salutandole,prima di prendere il borsone e andare via.
"Sei stata bravissima!" Mi si buttarono addosso i ragazzi.
"Soffoco" risi con un filo di voce.
"Non pensavo fossi così brava" rise Marco seguito dal cugino.
"Ma vuoi mettere? Io sono brava in tutto." Risi facendo finta di essere una che la sa lunga.
"Certo.La mia bimba è brava in tutto." Mi accontentò lui mettendomi un braccio attorno alle spalle.
"Complimenti,tesoro!" Si congratulò mia mamma seguita da mio padre e mio fratello. Quest'ultimo si avvicinò a me battendomi il cinque e sussurrarmi un:
"Giada,guarda come papà guarda Marco..lo sta uccidendo con lo sguardo" rise sotto i baffi.
Alzai gli occhi per vedere se era così e mio padre aveva lo sguardo che andava da Marco al suo braccio attorno alle mie spalle.
"Papà,puoi anche smetterla,sai?" Risi avvicinandomi a lui per abbracciarlo.
Stupida mentalità maschile. Pensai.
"Sei stata grande!" Mi lasciò un bacio in testa.
"Che volete fare?" Chiese Sofia guardandoci
"Una doccia" risi seguita da tutti gli altri.
"E dopo c'è una partita di basket che ci aspetta,no?" Dissi guardando Matt che sorrise.
"Te ne sei ricordata?" Chiese sempre con un sorriso in volto.
"Non mi dimentico mai del basket. Sappilo." Risi seguita da mio padre.
"È peggio di me." Rise mio padre.
"A che ora inizia la partita?"  chiese Sofia guardando Matt.
"Alle 19,abbiamo ancora un po' di tempo. Sono le 13.." Rispose lui.
"Allora Giada si va a fare la doccia e poi ci vediamo tutti da Marco. Sofia tu vieni a pranzo da noi." Disse Matthew decidendo per tutti quanti.
"Ci vediamo dopo,allora." Salutai tutti prima di entrare in auto seguita dalla mia famiglia.
"Tu e Marco.." iniziò mia madre ma la bloccai.
"Non stiamo insieme." Dissi in un modo talmente diretto che la feci ridere.
"Andiamo a casa,va." Rise mio padre mettendo in moto.

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"Ma tra una settimana fai il compleanno tu." Disse mia madre quando finimmo di pranzare.
"E allora?" Chiesi non capendo.
"Non vuoi festeggiare?" Chiese mio padre
"In realtà no." Risi
"Ma come no? Fai 16 anni. Non vuoi fare niente?" Chiese mia madre facendo il labbruccio.
"Il labbruccio con me non funziona. E ci devo pensare.." la accontentai.
"Fammi sapere!" Mi schioccò un bacio in guancia per poi andare in salone.
"Vado a cambiarmi e poi vado da Marco!" Urlai salendo al piano di sopra di corsa.
Mi sedetti sul letto iniziando a sentire la solita voglia di vomitare tutto quanto. Mi distesi e mi coprii la bocca con le mani.
Non farlo. L'hai promesso.
Continuai a ripetermi,ma non funzionava. I conati di vomito non volevano andarsene.
Senza pensarci due volte mi alzai velocemente,raggiunsi il bagno e mi accasciai sul pavimento.
Mi legai i capelli in modo disordinato per evitare che il vomito mi sporcasse i capelli.
Un secondo dopo stavo rimettendo tutto quello che avevo mangiato.
Una volta finita mi sentii molto più leggera ma..vuota.
Mi alzai da terra e andai davanti la scrivania. Erano due settimane che non aprivo quel cassetto.
Feci un lungo sospiro per evitare di sentire un'altra volta quella voglia di aprirlo.
Ma non ci riuscii.
Aprii velocemente quel cassetto presi il mio diario e mi misi sul letto.
Lo aprii e la lametta era là. Ferma,come se mi stesse chiamando.
"Non posso farlo." Sussurrai tra me e me.
Chiusi gli occhi per qualche secondo,nel momento in cui gli aprii non potei non vedere il sangue sulle mie braccia. L'avevo fatto senza che me ne rendessi conto.
Ormai come un'abitudine presi la penna nera e una pagina bianca del mio diario.
'Caro autolesionismo,
anche oggi,
hai vinto tu'
                                                 14/12/2016'

Mi alzai dal letto,misi tutto al loro posto,andai in bagno e mi sciacquai il braccio destro.
Tornai in camera e presi la felpa dei Lakers.
Sentii squillare il telefono dalla scrivania,mi avvicinai per vedere chi fosse ma ormai l'unica persona che mi chiamava era lui.
'Troio.' Risi ancora ripensando al giorno in cui l'avevo memorizzato in questo modo.
È stato il giorno in cui il nostro rapporto è cambiato. Il giorno in cui lui si è presentato fuori scuola con quattro ragazze attorno e ad ognuna di loro dava un nome diverso. Nel momento in cui si rese conto di me se le scrollò di dosso e si avvicinò a me con un 'Bimba' ricordo che arrossì tutto in una volta e lui,dopo quell'episodio,non fa altro che chiamarmi 'Bimba'.
"Pronto?" Risposi.
"Vieni immediatamente da Marco." Era Sofia.
"È successo qualcosa?" Chiesi sentendo il tono della sua voce serio.
"Vieni e vedrai." Rispose prima di attaccare. Presi lo zaino nero e me lo misi in spalla prima di uscire di corsa salutando la mia famiglia.
Attraversai velocemente la strada e suonai al citofono. Negli ultimi mesi hanno fatto vari cambiamenti come l'aggiunta di un cancello.
"Chi è?" È Cloe.
"Cloe,sono Giada. Mi apri?" Chiesi prima di vedere il cancello aprirsi.
Corsi davanti la porta d'ingresso,aspettando che mi aprisse anche questa.
"Giada,che ci fai qui?" Mi aprì la bambina
"Tuo fratello è una persona strana,lo sai. Puoi dirmi dov'è? Che mi ha fatto prendere un colpo con la sua chiamata?" Chiesi
"In camera. La strada la sai" mi fece entrare. Salì le scale ed entrai in camera. La seconda porta a sinistra.
Bussai. Non rispose nessuno.
Bussai un'altra volta. Stessa storia.
"Marco,se non mi apri tu apro io." Dissi in ansia.
"Conto fino a tre. Se non mi apri apro io." Mi fermai un attimo.
"1.." iniziai a contare
"2..." continuai
"3." Dissi prima di aprire la porta di colpo per poi ritrovarmi Marco seduto sul letto,con le cuffie.
"Cosa ci fai qua?" Chiese togliendosi una cuffia.
"Cosa ci faccio qua? Sofia mi ha chiamato dicendomi che era successo." Dissi mettendomi una mano sul petto.
"Non ho fatto nulla." Rise.
"Per ora." Aggiunsi facendolo ridere ancora di più.
"Dove sono quei due?" Chiesi non vedendo né Matt né Sofia.
"Sono andati a prendere qualcosa da mangiare al piano di sotto. Hai fame?" Chiese alzandosi dal letto.
"Non molta.." sussurrai
"Che è successo?" Chiese cambiando tono di voce.
"Niente,sto bene." Sorrisi falsamente sperando che non capisca nulla.
"L'hai rifatto,vero? Tutto quanto?" Chiese sospirando
"Mi dispiace. Non ci sono riuscita.." mi buttai su di lui in cerca del suo profumo che tanto mi tranquillizzava.
Mi avvolse la vita con le sue braccia.
"Non preoccuparti. Ti va di raccontarmi cosa è successo?" Chiese lui sussurrando.
"Non-non è h-ho vog-glia." Iniziai a piangere.
"Hey,sta tranquilla. Risolveremo tutto,okay?" Mi fece alzare lo sguardo sul suo viso.
Io annuì.
"Risolveremo tutto."

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