Capitolo 2

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Sono le 13:22 e sto aspettando alla fermata dell'autobus il numero 21.
Quello più vicino a casa mia.
In realtà potrei prendere anche il numero 23 ma prende dalla città e poi ha un breve tragitto.
Preferisco prendere il 21 perché prende dal lato mare e perché ci sta di più ad arrivare.
Non ho voglia di tornare subito a casa.
Prendo il telefono dalla tasca per guardare l'ora,ma non ne ho bisogno perché l'autobus si ferma davanti a me.
Entro dentro e mi siedo infondo,in un posto singolo.
Prendo le cuffie e attacco la playlist mettendo la riproduzione casuale.
Parte 'History' degli one direcion.
Sono ormai anni che seguo questi ragazzi.
Mi misi comoda sul piccolo sedile in cui mi trovo e rivolgo il mio sguardo fuori dal finestrino.
L'autobus a quest'ora non è mai completamente pieno,ma oggi non c'è nessuno tranne me e due ragazzi.
Erano seduti vicini,almeno questo vedo attraverso il riflesso del finestrino.
Mi resi conto solo dopo che i due ragazzi in realtà sono un ragazzo ed una ragazza,probabilmente fidanzati dato che si tengono per mano.
Ovviamente tutte le coppie mi si mettono davanti.
Feci finta di nulla e continuo a guardare fuori dal finestrino.
La canzone che stavo ascoltando finisce e inizia 'Human' di Christina Perri.
Nella mia playlist non ho canzoni molto allegre insomma.
L'autobus si ferma davanti ad una fermata per far salire alcuni ragazzi con degli zaini sulle spalle, probabilmente sono appena usciti da scuola.
Guardo i loro sorrisi e i loro occhi.
Esce felicità da tutti i pori,nonostante sia lunedì.
Sento il telefono vibrarmi nella tasca dei miei jeans e automaticamente lo prendo.
Mi si era attivato l'internet senza che me ne rendessi conto.
Facebook e Twitter esplodono di notifiche.
Sono tre giorni che non entro nei vari social.
Non lo faccio perché le maggiori notifiche sono degli insulti perciò non lo uso.
Istintivamente apro Facebook e mi ritrovo quasi quaranta messaggi e vari post sul mio profilo,ovviamente piene di insulti.
Guardo un po' di messaggi a cui non rispondo e stessa cosa faccio con i post sul profilo.
Soltanto insulti.
Non so nemmeno il perché lo facciano.
Qualche minuto dopo mi arriva una richiesta di amicizia e successivamente un messaggio dalla stessa persona.
La richiesta era di un certo Marco. Stessa cosa il messaggio.
Vado sul suo profilo per vedere chi sia e  l'immagine del ragazzo del tetto mi si presenta davanti.
Accetto la richiesta e visualizzo il suo messaggio.
Da:Marco
Finalmente ti ho trovata.
A:Marco
Mi cercavi?
Mi stupii del suo messaggio. Mi stava cercando?
Alzo lo sguardo dal telefono attendendo risposta e noto di essere quasi arrivata.
Prenoto la fermata e pochi secondi dopo scendo dall'autobus.
Il telefono inizia a vibrare.
Ha risposto.
Da: Marco.
Dopo oggi si.
Cosa vuole dire con 'dopo oggi si.'? Si riferisce alle braccia? Vuole insultarmi anche lui?
A:Marco.
Cosa vuoi dire?
Inizio a camminare verso casa e l'ansia si impossessa completamente di me.
Da:Marco.
Le braccia.
Ed ecco che tutte le mie paure vengono svelate.
Il telefono vibra un'altra volta.
Da:Marco.
Perché lo fai?
Complimenti Giada!
La mia coscienza mi deride.
A:Marco.
Non sono questioni che ti riguardano.
Metto il telefono in tasca e ricomincio a camminare verso casa.
Difronte casa mia la villa che c'era in vendita a quanto pare è stata venduta,dato che ora ci sono due camion dalla quale scaricano scatoloni.
Nuovi vicini.
Non ci feci molto caso ed entrai a casa.
"Giada vieni ad apparecchiare il tavolo!" Mi disse mia madre non appena entrai dentro.
Poso lo zaino in camera e scendo le scale per aiutare mia madre.
"Come è andata a scuola?" Chiese lei quando entrai in cucina.
"Bene." Rispondo iniziando a preparare il tavolo.
"Hai visto i nuovi vicini?" Chiese mia madre.
Lei era così.
Faceva mille domanda alla quale io rispondevo poco e niente.
"Si,l'ho notato." Dissi cercando di sorriderle.
"Ho conosciuto la signora Bianchi questa mattina. Sai ha due figli. Un ragazzo di un anno più grande di te e una bambina di nove anni." Mi informa lei.
"Potreste conoscervi." Continua
"Non credo sia il caso." Risposi subito.
"Come mai?" Chiese lei stranita.
"Sono qui da poco,lasciamogli il loro spazio." Trovai una scusa.
Non ho bisogno di fare 'conoscenza',sto bene così.
"È pronto." Disse quando mio padre e mio fratello entrarono in cucina.

"Mamma la carne era davvero buona!Scusate ma ho molto da studiare." Dissi correndo al piano di sopra. Mi chiudo in camera ed entro nel bagno.
Mi raccolgo i capelli in modo disordinato e velocemente mi accascio a terra per poi vomitare.
Ormai sono quasi tre settimane che vado avanti così.
Non riesco più a mangiare.
Una volta finito di vomitare mi sciacquo il viso e mi distendo sul letto.
Mi resi conto che Marco aveva risposto.
Da:Marco.
Invece sì,visto che mi importa.
Rimango accigliata alle ultime parole.
A:Marco.
Ti importa?
La risposta non tarda ad arrivare.
Da:Marco.
Se te l'ho chiesto si.
Da:Marco.
Perché lo fai?
Chiese ancora.
A:Marco.
Perché sono io.
Risposi semplicemente.
Da:Marco.
Cosa vuoi dire?
Chiese probabilmente non capendo.
A:Marco.
Quello che hai letto.
Non mi arrivò più nessuna risposta,così mi misi a guardare i vari insulti.
"Mi vergognerei ad essere come te."
"Hai mai pensato di suicidarti? Faresti un favore a tutti quanti."
"Mi fai schifo,troia."
Leggo i messaggi con le lacrime agli occhi.
Faccio finta di nulla ma quegli insulti fanno male.
Quelli come molti altri.
Spengo il telefono per non vedere più nulla e mi avvicino al cassetto.
Quel cassetto pieno di lacrime.
Quel cassetto pieno di tutto il dolore che nascondo.
Lo apro e prendo la mia migliore amica e il mio diario.
Mi siedo a gambe incrociate sul letto e alzo le maniche della mia felpa.
Le braccia rosse,con dei tagli in superficie.
Tagli su tagli.
Mi si offusca la vista e impugno la lametta per poi passarla con rabbia sulle braccia.
Il sangue inizia a colare velocemente.
Faccio un'altro taglio,poi due,tre. E così via finché non ho più spazio a disposizione.
Le braccia sono diventate completamente rosse mi alzo dal letto e le vado a mettere sotto l'acqua.
Faccio uscire tutto il sangue finché le braccia diventano viola a causa dei tagli.
Prendo delle bende dal mobiletto accanto al lavandino e ci copro i tagli.
Mi asciugo le lacrime e ritorno in camera.
Prendo il diario tra le mani e lo apro,prendo una pagina bianca e inizio a scrivere.
Caro autolesionismo,
Anche oggi,hai vinto tu.
                                           27-06-2016.
Ogni giorno scrivo queste parole con la data.
Le scrivo per ricordarmi di essere così come sono.
Mi sono promessa che solo quando smetterò di farmi questo, solo quando smetterò di sentirmi così. Smetterò di scrivere.
Perché solo quello sarà il momento in cui sarò veramente libera.
Vengo dissolta dai miei pensieri quando mia madre mi chiama.
"Tesoro questa sera verranno a cena i nuovi vicini."
Sbuffai rumorosamente.
Ho uno strano presentimento.

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