capitolo 30

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30 Marzo

"Benvenuta,per qualsiasi cosa può chiedere alle nostre hostess. Buon viaggio"

"Ci vediamo dopo" disse mia zia andando verso il suo posto ed io andai verso il mio. Che si trovava vicino alle porte di sicurezza.

Anche questa volta,fortunatamente,ero dal lato del finestrino. Mi sedetti e aspettai che l'aereo partisse.

Accanto a me i posti erano ancora vuoti ed io sperai che non venissero occupate da nessuno. Non avevo voglia di parlare con qualcuno.

Tirai un sospiro di sollievo quando l'hostess iniziò a spiegarci le solite norme.

"Allacciate le cinture di sicurezza,seguite le frecce che vi sono sul pavimento per raggiungere le porte di sicurezza"  le solite cose insomma.

Allacciai la mia cintura di sicurezza e smisi di ascoltarla.

Presi le cuffie e ascoltai della musica pensando,fino all'arrivo,a Marco.

Abbiamo litigato dopo quella serata in discoteca e so che è successo qualcosa,ma lui non vuole dirmi niente.

Abbiamo parlato ieri sera dopo giorni di totale indifferenza. E,francamente,mi manca.

Mi ha scritto per chiedermi a che ora sarei dovuta arrivare.

Non so neanche se verrà in aereoporto. Forse è ancora arrabbiato e forse lo sono pure io. Non riesco a capire più niente.

Mi manca. Da morire.

Ma allo stesso tempo mi fa imbestialire il fatto che sia successo qualcosa quella sera.

Mi asciugai una lacrima solitaria che era scesa lungo la mia guancia e mi slacciai la ciuntura.

L'aereo era atterrato.

Tolsi le cuffie,mi alzai e mi misi in fila per poter scendere dall'aereo. Raggiunsi i miei cugini e andai a prendere la mia valigia  e,dopo aver fatto un lungo sospiro,sorpassai la porta girevole.

La sala d'arrivo era piena di gente. Riuscì ad intravedere i miei genitori ed accennai un sorriso.

Mi feci spazio tra le persone e andai a salutarli. Abbandonai la valigia e abbracciai mio fratello. Per poi salutare i miei genitori che avevano un sorriso stampato in volto.

"Com'è andata?" Chiese mio padre prendendo la mia valigia.

Ignorai la sua domanda e mi guardai attorno.

"Non è venuto,vero?" Dissi e mia madre abbassò lo sguardo.

"Mi dispiace tesoro,avrà avuto un imprevisto" disse mettendomi una mano sulla spalla. Sospirai e tornai a guardare mio padre.

"È andata bene! Mi sono divertita un sacco. Poi ho visto Monica ed è stato stupendo. Ho comprato un sacco di cose,fin troppe." Dissi ignorando il fatto che Marco non fosse venuto.

"Si vede che è tornata,comunque. Adesso farà tutto il tempo a parlare" disse mio padre parlando con mio fratello.

"Ti ho sentito!" Dissi mettendo le mani dentro le tasche del giubbotto.

"Allora? Andiamo?" Disse mia zia ed io annuì voltandomi verso di lei. Poi tornai con lo sguardo su mio padre che si stava già avviando verso l'uscita. Notai mio padre e mio fratello uscire dalla porta a vetri e fu lì che lo vidi. Salutò di corsa i due e si rivolse a mio padre per chiedergli qualcosa. Forse chiese dove mi trovassi dato che mi indicò con un dito.

Entrò in aeroporto e posò lo sguardo su di me. Cercai di fare la sostenuta,ancora arrabbiata per ciò che era accaduto. Ma la verità è che,nel momento in cui i nostri sguardi si sono incrociati,gli corsi incontro. Stufa di sentirlo lontano da me.

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