Capitolo 12

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"Ragazzi è arrivato il fattorino. Potete anche spegnere tutto,tanto continuerò a vincere io." Dissi alzandomi dal divano. Stavamo giocando a Fifa e i ragazzi erano convinti che io e Sofia non eravamo in grado di giocare.
Com'è andata a finire?
Abbiamo vinto tre partite di fila.
"Giada vai tu?" Chiese Matt passandosi una mano tra i capelli.
"Si,scansafatiche" risi andando a prendere i soldi posti sul bancone della cucina.
"Divertente!" Matt mi fece la linguaccia.
Feci finta di non aver visto il suo gesto infantile e andai ad aprire la porta.
Dall'altro lato della porta trovai una ragazza con le nostre pizze.
"Ciao,quanto ti devo?" Le chiesi. Solitamente il fattorino è un ragazzo,non una ragazza.
"Sono trenta-Giada?" Disse la ragazza non appena alzò lo sguardo.
"Si,ci conosciamo?" Chiesi. Non ricordo di conoscere una ragazza con le sue caratteristiche. Ha la mia altezza,lunghi capelli ricci e biondi che le cadevano sulla schiena e un paio di occhi marroni.
"Dai,che ci arrivi" disse cercando di non ridere ed io la guardai meglio. Poi mi ricordai.
"Lucrezia?!" Misi una mano davanti la bocca. Cosa ci faceva in città lei?
"Si,sono io!" Esclamò sorridendo.
"Dammi queste pizze ed entra dentro." Le sorrisi anche io.
"Ma solo per qualche minuto,oggi sono di turno." Entrò dentro casa e i miei amici smisero magicamente di fare quello che stavano facendo.
"Matt prendi queste e portale di là,muoviti" ordinai al mio amico. Quest'ultimo non se lo fece ripetere due volte,si alzò dal divano e corse incontro a me per prendere i cartoni della pizza per portarle in cucina in un religioso silenzio.
Mi voltai verso la bionda e non potei fare a meno di sorriderle.
"Ma quanto tempo è che non ci vedevamo?" Disse lei sistemandosi il berretto della pizzeria in testa.
"Tanto tempo" le risposi
"Che cosa strana,eh?" Continuai ridendo leggermente e lei mi seguì a ruota.
"Molto strana" disse allungando la 'o' in molto.
"Che ci fai in città?" Le domandai andando verso il divano. Le feci segno di seguirmi e lei non se lo fece ripetere due volte.
"I miei genitori volevano tornare qui. Berlino è stupenda ma non fa per loro. Mio padre ha chiesto il trasferimento qui e gliel'hanno accettato. Così siamo tornati tutti quanti" disse guardandosi un po' intorno.
"Purtroppo,però,mio padre ci ha pensato troppo tardi. Quando ha fatto domanda avevamo già venduto la casa,quindi ne abbiamo preso un'altra." Disse alzando le spalle.
"Sono contenta che voi siate tornati. E tuo fratello?" Chiesi incrociando le gambe.
"Ha finito il liceo due anni fa e adesso studia a Torino,dovrebbe venire lunedì." Disse contenta.
"Scusate l'intrusione" si mise in mezzo Marco.
"Ma lei chi è?" Chiese indicando Lucrezia.
"Vi ricordate la storia dei due bimbi che stavano in questa casa?" Chiesi guardando i ragazzi.
"Si,ma cosa c'entra adesso?" Chiese Marco non capendo.
"Lei è una di quei due bambini,idiota" esclami sbattendo una mano in fronte.
Marco allargò gli occhi,cosa che fece ridere Lucrezia.
"Lucrezia loro sono Marco,Matthew,Sofia e Fabio" dissi indicandoli in questo preciso ordine.
"Ragazzi lei è Lucrezia"
"Ciao" li salutò lei sorridendo.
"Vedi lui?" Chiesi indicando il mio migliore amico.
"Abita qui con la sua famiglia" continuai non appena mi fece di 'si' con la testa.
"È un piacere conoscerti" disse Marco allungando la mano verso Lucrezia. Quest'ultima gli sorrise un ultima volta e gli strinse la mano.
"Giada sarebbe stupendo rimanere qua a parlare ma oggi tocca a me e ho un mucchio di pizze da consegnare. Ti va se ci sentiamo uno di questi giorni e ci vediamo da qualche parte?" Mi chiese alzandosi dal divano ed io la seguì a ruota.
"Certo,quando vuoi." Sorrisi prima di portarla davanti l'ingresso.
"È stato bello conoscervi" sorrise Lucrezia rivolta ai ragazzi dietro di noi.
"È stato bello anche per noi" le sorrise Sofia.
"Il mio numero lo sai,ci sentiamo" dissi aprendole la porta,lei mi fece un segno affermativo e mi salutò con la mano.
Scese velocemente i piccoli gradini davanti l'ingresso e andò via.
"Perciò questa è la bambina di cui parlavi prima?" Chiese Matt incrociando le braccia con fare curioso.
"Andiamo di là che la pizza si raffredda,vi spiego tutto più tardi" dissi andando verso la cucina.
"Approvo la tua idea" mi affiancò Sofia.
Prendemmo i cartoni delle nostre pizze e andammo in soggiorno. Eravamo divisi per tutta la stanza.
Chi sulle poltrone,chi sul divano e chi,come me,era messo a terra con le gambe incrociate.
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"Ora che abbiamo finito di mangiare ci spieghi un po'?" Chiese Marco mettendosi comodo accanto a me.
"Non c'è niente da dire. Eravamo molto amiche quando stavano ancora qui,poi si sono trasferiti a Berlino per il lavoro del padre. Ci siamo tenute in contatto per poco tempo,il resto lo sapete già" dissi scrollando le spalle.
"È fidanzata?" Chiese Matt alzando un sopracciglio.
"Oh,ma andiamo" dissi lanciandogli un cuscino che prese al volo. Se lo mise dietro la schiena e alzò le braccia in segno di resa.
"Adesso smettiamola di parlare di Lucrezia,Fabio parlaci un po' di te!" Esclamò Sofia sistemandosi alla mia sinistra.
"Non c'è molto da dire in realtà.." sorrise leggermente imbarazzato.
"Da dove vieni? Che cosa fai nella vita? Cosa ti piace fare nel tempo libero? Hai fratelli o sorelle? Più grandi o più piccole?-"
"Hai mai pensato di fare la giornalista? " chiesi facendo ridere tutti.
Lei ha la parlantina veloce. Appena inizia a parlare con la finisce più.
"In realtà no,ma effettivamente non sarebbe male. Se poi inizio ad essere brava mi chiameranno tutti. Vi immaginate mi chiamano per intervistare Cameron Dallas? O Harry Styles? Sarebbe il sogno di una vita che si avvera." Sospirò con fare sognante.
"Ma parli sempre così tanto tu?" Chiese ridendo Fabio. E Sofia gli annuì.
"Buono a sapersi" le sorrise.
"Dai racconta!" Lo spronò Matt.
"Va bene"Fabio prese un lungo sospiro prima di iniziare.
"Mi sono trasferito circa una settimana e mezzo fa,vengo da Roma,ho 17 anni. Ho una sorella più piccola,fino a qualche anno fa facevo calcio ma ho dovuto smettere per un intervento al ginocchio. L'unica cosa che faccio è fare lunghe passeggiate in bicicletta,poi nient'altro credo.." disse spostando lo sguardo verso un punto indefinito,forse lo aiutava a pensare.
"Mi spiace per il ginocchio" disse Sofia spostandosi i capelli da davanti la faccia.
"Niente" sorrise gentile lui.
"Ma quind-" iniziò a parlare Marco ma venne interrotto dal mio telefono che squilla.
"Vado a rispondere,voi continuate pure." Dissi alzandomi dal divano per andare in cucina,dove avevo messo il telefono a caricare.
Numero sconosciuto.
"Pronto?" Accettai la chiamata.
"Hey,Giada,sono Lucrezia" mi rispose la bionda.
"Oh,hey. Non sapevo fossi tu,hai cambiato numero?" Chiesi appoggiandomi al bancone della cucina.
"Si,da poco. Ascolta ho parlato con i miei genitori e gli ho raccontato di te,vorrebbero organizzare qualcosa una di queste sere,come quando eravamo piccoli" iniziò.
Come quando eravamo piccoli. Ripetei.
"Con 'come quando eravamo piccoli' intendi le nostre solite cene? Io,mio fratello,tu e tuo fratello a giocare ad uno dei nostri soliti sport?" Chiesi sorridendo ripensando a tutte quelle cene andate a finire male per colpa di qualche nostra trovata.
"Esatto" rise lei
"Ci saremo. Magari quando torno a casa racconto tutto al boss numero uno e boss numero due e ti faccio sapere con precisione"
"Sisi,va bene" mi rispose.
"Ti dico tutto domani mattina allora"
"A domani" disse prima di chiudere la chiamata. Vedo che il vizio di chiudere la chiamata prima che l'altro risponda non l'ha perso.
Memorizzai il suo numero e poi tornai dai ragazzi.
Marco era seduto sul divano,così come Fabio,mentre assistevano ad una lotta di cuscini tra Sofia e Matt.
"Decido io il film!" Esclamò Sofia.
"Noi siamo di più rispetto a voi due" ribattè Matt.
Iniziai a ridere e mi misi comoda sul divano tra Fabio e Marco.
"Ascolta,mi dispiace per quello che ho detto prima,sai che non lo penso davvero" disse Marco approfittandosi del momento.
"Lo so.." sospirai.
"Ma ci sono rimasta male comunque, sentirmi dire le stesse cose che mi dicono tutti a scuola dal mio migliore amico,mi ha fatto stare malissimo" gli confessai.
"Lo so,bimba. Scusami" mi mise un braccio attorno alle spalle e mi diede un bacio su una tempia.
"Va bene"
"Mi perdoni?" Mi fece il labbruccio.
"Ma solo per questa volta!" Gli dissi accucciandomi sopra di lui,consapevole che in futuro ci saranno tante altre "solo per questa volta"

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