Capitolo 21

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Davide si alzò presto per andare al lavoro, la notte era stata inaspettatamente movimentata. Barbara era stata particolarmente focosa e si era fatta dominare più e più volte ricreando la possibile violenza che qualcuno aveva avuto nei confronti di Sofia. Davide si sentiva appagato in ogni volta che la scena veniva rivissuta, nella mente gli compariva la ragazza in quella posa con lui che la possedeva. La cosa stranamente gli piaceva, benchè lo trovasse piuttosto macabro, fuori luogo e sopratutto non era da lui comportarsi così e avere simili pensieri. Purtroppo Barbara lo stava facendo percorrere sentieri inesplorati, ma il piacere che provava era troppo grande.

Passò davanti al bar dove lavorava la povera ragazza, un triste cartello ne dava la triste scomparsa "Chiuso per lutto". Andò subito a lavoro, non aveva neppure voglia di prendersi il suo solito caffè come se la morte della ragazza gli avesse tolto qualcosa dentro.

La giornata era stata un insuccesso dopo l'altro, aveva sempre l'immagine della ragazza seminuda riversa sul pavimento. 

Uscì presto dal lavoro non andò neppure a pranzo, rimase chiuso tutto il giorno in ufficio fissando il monitor del suo pc. Era quasi in trance. Aveva bisogno di cambiare aria. Prese il telefono e avvisò che il giorno dopo non si sarebbe recato in ufficio per motivi famigliari. Andò all'aereoporto decise di prendere il primo aereo in partenza, voleva stare da solo non voleva portare a casa da suo figlio e sua moglie quella suo sentimento di vuoto. 

"Il primo volo in partenza?" la ragazza lo fissava, era una domanda che non era abituata a sentire.

"Barcellona" 

"Ok, grazie, un biglietto"

Il volo fu breve, Davide fissava fuori dal finestrino le nuvole che disegnavano. Era un gioco che faceva spesso con il figlio e ora li da solo solo il pensiero di quei bei momenti lo rilassarono e per un attimo gli fecero dimenticare il perchè di quel volo.

Barcellona era caldissima, all'apertura delle porte dell'aereoporto una vampata di calore lo avvolse e gli portò via i pensieri come se quel calore li avesse bruciati.

Adorava Barcellona, ci era già stato una decina di anni prima, con meno problemi e più spensieratezza. Ne aveva ancora un bel ricordo.

Girò per le strade di quella splendida città senza meta per due ore poi andò nel primo albergo che vide e prese una camera. Uscì dopo un'ora dopo essersi fatto una doccia e aver riposto il suo completo grigio e averlo sostituito con una tenuta piu da turista che aveva comperato nel negozio all'interno dell'albergo maglietta,pantaloni corti e le sue immancabili ciabatte.

Prese la metro e andò a Barcelloneta, scese un locale a caso, ordinò un piatto di pesce del giorno che il cameriere gli aveva consigliato e rimase li a fissare il mare. La zona era stranamente silenziosa, personalmente se la ricordava più movimentata ma probabilmente era andato a mangiare troppo presto, ci sarebbero volute ancora parecchie ore prima che arrivassero i primi animatori della notte spagnola.

Chiuse gli occhi accarezzato dal rumore delle onde del mare e da una leggera brezza.

Qualcuno urtò la sua sedia facendolo sobbalzare. 

"Discúlpeme" 

Se non sbagliava doveva voler dire mi scusi in spagnolo. La ragazza era bellissima, capelli lunghi ricci carnagione scura, un bellissimo sorriso che risaltava sul suo splendido volto come la luna nel cielo. Indossava un vestitino semitrasparente, color nero con degli intarsi rossi, sarà stata molto giovane, con il suo corpo perfetto avrebbe potuto indossare tutto anche un sacco di iuta ed essere comune sensuale, almeno questo è quello che pensò Davide.

Era assieme ad altre ragazze, probabilmente delle sue amiche. 

"Nessun problema"  rispose Davide

"Italiano?" 

"Si, tu spagnola immagino, scusa ma il mio spagnolo fa schifo"

"Nessun problema" la ragazza evidentemente conosceva bene la lingua italiana

"Tu invece conosci bene l'italiano a quanto sento" 

"Ho degli zii che vivono in Italia"

"Carmen !" le ragazze la stavano chiamando

"Devo andare , alla prossima"

"Si, ciao.... Carmen"

La ragazza andò via accennando una corsa e facendo sparire all'orizzonte quel suo corpo spendido e quella sua gentilezza.

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