Capitolo 18

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Davide si alzò dal letto di scatto, decisamente la notte precedente non era stata un sogno, Sofia non c'era però al suo posto c'era un biglietto.

"Sono dovuta andare al lavoro, grazie per la bella chiacchierata ;) " 

Era dolcissimo trovarsi un biglietto del genere al risveglio, la notte era stata piacevolissima avevano parlato un sacco  e  si erano solamente coccolati e baciati per tutta la notte, niente sesso solo calore umano, era quello che gli ci voleva, nell'ultimo periodo non capiva ma sembrava tranne le donne piu del solito e il risultato finale era sempre lo stesso, sesso!.

Davide decise di prendere la metro quel giorno , solitamente prendeva il bus e poi faceva un pezzo a piedi per tenersi in allenamento ma quel giorno aveva voglia di cambiare.

Il buio della metro che passava veloce oltre ai finestrini gli permetteva di pensare. Ultimamente era entrato in un baratro di emozioni dalle donne che aveva conosciuto a quel strano investigatore che lo tampinava da un pò. Tutti quei casini anche se gli complicavano la vita lo facevano sentire di nuovo vivo.

Scese dalla metro, davanti a lui sulla panchina c'era una ragazza che leggeva una rivista di moda. Il viso era nascosto si vedevano solo le gambe. La ragazza indossva una minigonna che mettevano in evidenza tutto lo splendore e la perfezione del suo corpo. 

La ragazza abbassò il giornale, era una ragazza con i capelli lisci e rossi. Sembrava Sofia, ma non era lei, Davide la guardò bene, gli sembrava di conoscere la ragazza. Cavoli era Barbara, si era fatta gli stessi capelli di Sofia, ma come cavolo poteva essere. 

"Allora ti piaccio"

"Ehm, si, mi piaci con i capelli così, come mai questo cambiamento?"

"Pensavo ti piacessero le rosse" la ragazza era come fosse a conoscenza della serata tra lui e Sofia, ma era impossibile.

"Si, molto, ma mi piacevi pure prima"

"Dai così questa sera quando vieni a cena da me penserai di essere uscito con un'altra"

"Ah è un invito"

"No è un obbligo" lei sorrise, gli diede un lungo bacio e gli porse la mano "Andiamo assieme al lavoro?"

"Si volentieri" si avviarono in azienda come due buoni colleghi che nascondono una relazione.

Davide aveva terminato la terza riunione del mattino, era esaustò. Odiava le riunioni, per lui non si arrivava mai a nulla di utile ed erano solo una perdita di tempo.

Il telefono squillò. 

"Pronto?" 

"Ciao Davide posso passare da te per definire la riunione del pomeriggio" Era Sabrina, la segretaria del grande capo. Che palle, pensò, nel pomeriggio c'era un'altra riunione.

"Si, quando vuoi."

"Arrivo ora." 

La porta si aprì, non era Sabrina ma era Barbara.

"Ciao, dimmi?"

"Sai sono in pausa e volevo vederti"

"Mi dispiace ora passa Sabrina, se ti va ti chiamo quando ho finito"

La ragazza gli si avvicinò, lo guardò dicendo "Ma tu non devi fare nulla" e si mise sotto la scrivania di Davide.

Davide sentiva la ragazza che gli stava aprendo dolcemente la zip dei pantaloni. 

"Dai Barbara ti ho" il ragazzo fu interrotto da qualcuno che stava bussando alla porta. La porta si aprì era Sabrina. Era la segretaria di fiducia del grande capo da sempre, sulla cinquantina, sempre in completo maschile, tanto che era considerata lesbica da più di uno dei colleghi, sempre ben curata e riservata. Fisicamente atletica, si diceva che corresse un'ora al giorno prima di andare al lavoro. Super efficiente.

"Ti disturbo"

Davide non poteva sicuramente ammettere cosa stava succedendo di piacevole sotto la sua scrivania. 

"No, tranquilla vieni"

La donna gli si sedette difronte accavallando le gambe. I pantaloni salendo lasciavano intravedere le scarpe decoltè nere. Si intravedeva la caviglia della donna dove si scorgeva un tatuaggio. 

La donna evidentemente si accorse che davide stava osservando la sua caviglia e subito si risistemò il pantalone nascondendo il dettaglio.

"Allora" disse lei facendo finta di non essersi accorta dell'accaduto "hai visto il progetto che ti avevo girato per mail"

Davide cercava di dare attenzione e seguire quello che diceva la donna, m ala sua attenzione era risposta alle grazie di Barbara che da subito aveva preso il suo sesso in bocca e lo stava accuratamente massaggiando con la lingua. Davide cercava di concentrarsi ma nella sua mente si insinuava sempre delle visioni sessuali, ma stranamente non erano con Barbara ma con Sabrina, se la immaginava a pecorina sulla scrivania e lui che la penetrava incitato da quella donna che nessuno aveva mai espugnato. La donna si alzò e silenziosa si diresse verso la porta, probabilmente si stava accorgendo che non aveva tutta l'attenzione del ragazzo. 

"Dove sta andando?"

"Non ti vedo adeguatamente concentrato" chiuse la porta a chiave "Probabilmente stai pensando ad altro"

La donna si voltò verso Davide e nel cammino verso la scrivania si inziò a spogliare.

Davide la guardava, era come se i suoi desideri prendessero vita una volta entrati nella sua mente.

Non sapeva che fare, non voleva far sapere alla donna che in realtà era gia ben soddisfatto da Barbara sotto la sua scrivania. Immediatamente Barbara smise e gli chiuse la zip. Sabrina lo prese per la cravatta e lo tiro verso di lei, come lo volesse portare oltre la scrivania. Davide si alzò in piedi per accompagnare il movimento mettendo in mostra l'evidente erezione che aveva.

"Allora ho indovinato" 

Davide rimase in silenzio, non sapeva che dire. La donna si abasso i pantaloni facendo vedere un paio di gambe muscolose e atletiche. Abassò la zip di Davide e si mise in posizione come aveva appena appena immaginato il ragazzo, si girò di  cendo "Non era quello che volevi"

In quel momento Davide non aveva nessuna intenzione di pensare a come la donna sapeva quello che aveva appena desiderato, l'eccitazione era troppo forte, e forte la penetrò da dietro, facendola gridare eccitata come nel suo desiderio.

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