Capitolo 20

12.8K 96 0
                                    

Il campanello risvegliò Davide. Il ragazzo guardò l'orologio, il display indicava le 3 di notte. Chi poteva essere a quell'ora?

Si alzò, lento nei suoi movimenti ancora non ben coscente di cosa stava accedendo, solitamente aveva bisogno di un po di tempo prima  di essere operativo dopo il risveglio.

Chiunque fosse alla porta sembrava aver perso la pazienza, infatti iniziò a bussare, insitentemente sempre più energicamente. 

"Apra la porta" Davide riconobbe la voce inconfondibile dell'ispettore Caroli.

Aprì la porta, istantaneamente venne afferrato dall'agente Basile che lo atterrò e gli mise le manette.

Davide non capiva cosa stesse succedendo.

"Ma che state facendo, io ho dei diritti"

"Si, ma solitamente prima di uccidere qualcuno" disse la ragazza che lo strattonò energicamente per alzarlo in piedi.

"Ma di che parlate, ancora quella storia del ragazzo" 

"Lei è in arresto per l'omicidio di Sofia Livini..."

Davide rimase interdetto a quella frase, Sofia, la sua dolce Sofia, non sentiva più nulla di cui l'agente gli stava dicendo, sapeva solo che un splendido fiore non c'era più.

Davide fu interrogato per ore, gli furono mostrate le immagini orribili in cui la ragazza era riversa a terra, seviziata selvaggemente. Ormai erano almeno cinque ora che era li e da almeno mezz'ora era da solo nella stanza degli interrogatori, con quelle foto orrende all'interno di un fascicolo davanti ai suoi occhi.

La porta si aprì. Lo sguardo di Caroli evidenziava il suo fastidio, che si accentuò quando disse. 

"Lei può andare, c'è una testimonianza che la scagiona." Dietro agli agenti Davide vide una figura che gli sembrò Barbara, ma era impossibile quella notte non erano assieme. 

Davide non rispose. 

"Il portiere del palazzo ha coonfermato la vostra storia, signorina se lo porti via." 

Barbara entrò nella stanza e lo aiutò ad alzarsi.

Il viaggio in taxi fu silenzioso, i due stettero in silenzio. La ragazza parlò solamente all'autista dando l'indirizzo del suo appartamento. Uscirono dalla vettura e salirono nell'appartamento della ragazza, nessuno dei due proferì parola.

Entrarono nell'alloggio.

"Grazie" Davide fu il primo a parlare. Gli sembrava doveroso rignraziare la ragazza per aver mentito per lui.

"Ho avuto paura di perderti" rispose Barbara spogliandosi completamente e baciandolo con passione.  

Davide era molto stressato, la situazione lo aveva provato parecchio.

"Fammi vedere ciò che le anno fatto" disse la ragazza porgendogli una corda.

"Ma che intendi" 

"E' un modo per rivivere la scena, vedrai che poi starai meglio"

Davide non ne era convinto, ma si sentiva frustato, impotente.

Prese la corda, legò la ragazza come visto nelle foto che gli agenti lo avevano costretto ad analizzare. La ragazza ora aveva mani e piedi legati, con le mani dietro alla schiena accovacciata a faccia in giù. Davide assisteva alla scena, era come rivivere una scena surreale. Tiro la corda facendo stringere ulteriormente i nodi, la ragazza gemette,iniziava a sentire dolore.

"Si, poi" lo incitò.

Davide si guardò in giro, vide che sul letto c'era un fazzoletto di seta, lo prese e imbavagliò la ragazza. Ora spogliò a sua volta e iniziò a penetrare la donna. A ogni  colpo, la donna gemeva e un flash compariva nella mente di Davide con Sofia a terra dominata dal suo sesso. 

Ancora, ancora e ancora . Continuò fino a quando tutto il suo seme penetrò la donna. Davide si sentiva potente, il pensiero della ragazza rimaneva ma ora li in piedi mentre dominava Barbara si sentì stranamente potente.

DesireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora