Capitolo 68

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Davide si svegliò, sul letto c'era ancora l'odore e il calore della ragazza. 

Si sentiva rilassato e soddisfatto. Il suo pensiero andava a Barbara alla scoperta che aveva fatto, perchè lo stava seguendo, come mai era andata a casa sua, centrava forse qualcosa con la chiamata di sua moglie a Laura. 

Della stanza accanto si sentiva il rumore della doccia. 

Davide si alzò, appoggiò i piedi a terra, il pavimento era stranamente bagnato. Si avvicinò alla porta del bagno, una luce fioca passava da sotto la porta.  Davide aprì la porta. 

Il pavimento del bagno era tutto bagnato. La ragazza era riversa sul pavimento, il suo sangue si mescolava con l'acqua che usciva dalla doccia.

Davide rimase fermo, quasi pietrificato. Il rumore della maniglia della porta di ingresso che si muoveva attirò la sua attenzione.

Qualcuno voleva entrare, se fosse stata la polizia sarebbe stato spacciato, come avrebbe potuto spiegare la sua presenza in quella camera. E se invece fosse stato l'assassino che tornava per uccidere lui?

La maniglia si mosse nuovamente, la porta inizio a vibrare sempre di più.

Poi il silenzio. 

Davide si vestì in fretta. Aprì la finestra e usci dalla scala antincendio.

Scese di fretta, si rese conto di aver lasciato su il suo fascicolo, ma era troppo impaurito per tornare su.


Saltò l'ultima rampa di scale per fare più in fretta.

Era a terra, iniziò a correre senza meta.

Un'auto gli si pose di traverso interrompendo la sua corsa. Il finestrino dell'auto si aprì. 

"Entra muoviti" era Barbara. 

Era troppo impaurito per permettersi di chiedere spiegazioni, lei in quel momento era il male minore e la sua unica salvezza. Entrò, senza pensare alle conseguenze.





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