Capitolo 4

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Davide si svegliò , non sapeva che ora fosse, la camera era tutta illuminata dalla luce che traspariva attraverso le tende. Fece subito mente locale, era a casa di Barbara, il ricordo piacevole di quella notte gli fece allungare la mano in cerca di lei dall'altra parte del letto. Non c'era nessuno, Davide si alzo di scatto, il letto era come lo avevano lasciato la sera prima evidenziando la loro passione irrefrenabile. Al centro un biglietto. "Grazie" un'unica parola scritta con lo stesso rossetto che le aveva colorato le sue splendide labbra il giorno prima in riunione. Lui guardò l'orologio, il gelo lo investi improvvisamente erano le 8:20 era già in ritardo.

"Che stronza" imprecò, non lo aveva svegliato, gli avrebbe fatto fare una figura pessima, probabilmente quella sera di passione gli sarebbe costata più cara del previsto, forse anche l'impiego.

Dopo dieci minuti era già in un taxi che sfrecciava a tutta velocità. Sul suo cellulare vi erano almeno tre chiamate perse, tutte da numeri sconosciuti, nessuna da Barbara. La sua passione per la ragazza era svanita lasciando spazio ad un odio smisurato.

Arrivato entrò di corsa nel palazzo, quasi arrivato alla reception dell'azienda incontrò proprio il grande capo, il Dottor Ambrosi.

"Ah, buongiorno Allegri"

"Ah, buongiorno, mi scuso" non sapeva che dire.

"Per cosa per esser arrivato tre ore in anticipo?"

"Cosa?"

"Beh si la Dottoressa Bianchi aveva un'altra riunione urgentissima, anzi la ringrazio di aver acconsentito allo slittamento. Questo ovviamente la costringerà a rimanere qui con noi un altro giorno" 

Barbara lo aveva salvato e gli aveva procurato un altro giorno di permanenza, chissà se la ragazza aveva uun piano oppure no , ma sicuramente era stata gentile a coprire Davide.

"Posso mettermi in qualche posto per inviare qualche mail"

"Si vada pure nel mio, segua il corridoio, l'ultimo ufficio è il mio"

"La ringrazio"

Davide entrò nell'ufficio, appoggiò il suo notebook sulla scrivania in radica e assaporò la bellezza di un ufficio così.

"Che meraviglia" si avvicinò a una bacheca dove vi erano delle palle da basket sulle quali Davide riconosceva  le firme di alcuni campioni dell' NBA.

"E' un amante del genere, l'anno scorso ci ha portato tutti a vedere una partita"

Barbara, che visione, non era decisamente acqua e sapone, era evidente che in ufficio andava con tenuta piu elegante. Così vestita e truccata dimostrava più anni di quellil che aveva in realtà. Il rossetto era lo stesso con cui le aveva scritto il  biglietto, per quanto il rosso così forte non gli piaceva sulle labbra della ragazza era bellissimo.

"Grazie per oggi"

"Beh dormivi così bene, mi dispiaceva svegliarti. Ho sentito che dovrai rimanere un giorno in più " il cellulare della ragazza squillò, prima però di uscire fece a Davide un occhiolino malizioso ed uscì.

Lui si fece cadere sulla sedia. "Ma cosa stò facendo" pensò, ma la ragazza era veramente irresistibile. Si mise le mani nei capelli e chiuse gli occhi. Una mano gli accarezzò i capelli, Davide aprì gli occhi di scatto,era Barbara. Al passaggio della mano il suo corpo veniva attraversato da brividi di piacere. La ragazza si sedette su di lui al contrario avvolgendolo ai fianchi con le sue gambe lunghissime. Iniziò a baciarlo sul collo, la sensazione era inimmaginabile, il suo corpo era pervaso dall'eccitazione, avrebbe voluto prenderla con forza, doveva resistere, anzi doveva smettere erano nell'ufficio del capo. 

"Dovremmo smett...." non riuscì a terminare la frase che la ragazza lo baciò.

 Era calda, era bella, era tutta sua. Lei si delicatamente si abassò e lentamente acedette alla sua intimità prendendola delicatamente tra le sue labbra, una vampata attraversò Davide, tutto svanì nella bellezza di quella giovane donna che soddisfava ogni sua necessità.

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