Capitolo 16

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In ufficio Davide aveva iniziato ad ingranare, lavorava senza sosta anche perche' non aveva alcuna distrazione, Barbara infatti era da un paio di settimane all'estero per conciliare una possibile acquisizione di un'azienda che si occupava di analisi del DNA.

Davide usci presto quel giorno dall'ufficio, insolitamente aveva già finito di lavorare, nell'ultima settimana aveva fatto orari del tipo 8 - 23 ogni singolo giorno, era uno staccanovista e se ne randeva conto, poi la lontananza dalla famiglia aveva accentuato questo suo modo di essere.

La luce del giorno in un primo momento gli diede quasi fastidio agli occhi. Quasi istantaneamente gli occhi si abituarono al chiarore della giornata. Dall'altra parte della strada qualcuno lo stava osservando, prima che potesse mettere a fuoco la figura misteriosa scomparve nell vicolo. Davide fece un passo per attraversare quando "Buongiono Davide" una voce alle sue spalle attirò la sua attenzione. 

"Ah ispettore Caroli, qual buon vento" disse "Eh il rompiballe" pensò.

"Volevo sapere come va con lei, in salute vedo"

"Si, non mi lamento, non le secca se tocco ferro" accanto al poliziotto c'era una ragazza, alta, fisico atletico, capelli rossi lisci, occhi rigoramente verdi. La ragazza lo fissava infastidita. 

"Ah, scusi sono stato maleducato le presento l'agente Laura Basile" 

Davide allungò la mano ma fu l'unico la ragazza non aveva nessuna intenzione di presentarsi amichevolmente troncando il suo tentativo con un secco "Piacere!"

"Che posso fare per voi agenti" Davide non vedeva lora di levarseli di torno. 

"Allora ha qualche informazione per me riguardo Adelmi Giorgia?"

"Si, che ho controllato e non la conosco"

"La scientifica ha analizzato la scena del dellitto e sono stati rinvenuti dei campioni biologici"

"Scusi?" Davide non era esperto di prove. 

"Sperma"

"Ah, quindi che volete da me"

"Ci fornirebbe un campione del suo DNA?" chiese la ragazza che parlò per la seconda volta.

"Beh fatevi dare un mandato, se non l'avete significa che non sono ancora inidagato"

"Ufficialmente no,ma ci rivedremo" disse l'ispettore che prendendo la donna sottobraccio si allontanò.

Davide sospirò "Che palle, pure il DNA ora"  Caroli gli lasciava sempre una sensazione spiacevole.

Per svagare la mente decise di andare a correre nel parco vicino a casa sua, era una delle poche cose che lo distraeva. 

Il parco era quasi perennemente all'ombra fornendo una leggera brezza ai suoi visitatori, ottimo per chi voleva correre. Davide aveva iniziato a correre quasi da un'ora quando gli si slacciò un laccio della scarpa. Odiava doversi fermare, infatti solitamente si faceva il doppio laccio ma quel giorno , probabilmente dovuto al fatto che era sovrappensiero se l'era scordato. Si legò nuovamente il laccio e velocemente riprese a correre per non perdere il ritmo acquisito. 

"Ehi" il grido venne percepito da Davide subito prima del tonfo sulla sua spalla. 

"Ma sei deficiente?" la ragazza si stava tenendo il naso, lo scontro tra lei e la spalla di Davide era stato parecchio forte.

"Scusami non l'ho fatto apposta"

"Si ma stai attento però" la ragazza si tolse la mano dal viso e lo guardò. Davide aveva già visto quello sguardo , ma chi era?

"Non ti ricordi di me?"

"No scusa riesci ad aiutarmi"

"Ti ho servito un caffe tempo fa, da noi viene sempre la tua ragazza"

"La mia ragazza?" ah ecco chi era la cameriera del bar qualdo Barbara aveva preso il kamasutra come libro, che vergogna la camaeriera aveva pensato che lui e Barbara stessero assieme. Avrebbe dovuto fare piu attenzione in futuro.

"Tutto bene?"

"Si, scusa ero sovrapensiero, ma non è la mia ragazza"

"Ah no, mi sarò sbagliata. Mi chiamo Sofia" 

"Io Davide, piacere.Posso offrirti un caffè per farmi perdonare" 

"Si, volentieri, anche perchè non avevo nessuna voglia di correre oggi" la ragazza sorrise, un sorriso che illuminò Davide.

Il caffè fu piacevole la ragazza gli raccontò che era una studentessa di filosofia e lavorava nel bar per pagarsi gli studi, Davide descrisse invece la sua situazione il matrimonio, si aprì totalmente descrivendo anche il rapporto con Barbara. La ragazza non battè ciglio, rispose solamente "Succede". Gli occhi dei due ragazzi si incontrarono. La ragazza lo invito su da lui iniziarono  a parlare di film e libri, di situazioni divertenti, il tempo passava. 

"Scusa ora dovrei andare, sono ancora tutto sudato non vorrei ammalarmi"

"Se vuoi puoi farti una doccia qui"

"Beh è che non ho il cambio, a meno che tu non voglia prestarmi una delle tue magliette, che oltretutto dubito mi stia"

La ragazza andò nell'altra stanza e ritonò con  una maglia e dei pantaloni.

"Tieni te li regalo" Davide non voleva sapere come mai aveva indumenti da uomo in casa, ringraziò e andò a farsi una doccia.

Davide ritornò subito dopo, la ragazza non c'era. 

"Sofia dove sei"

"Eccomi, dove pensavi fossi andata" la ragazza uscì da un altra stanza con i capelli tutti bagnati e completamente cambiata d'abito, indossava un simpaticissimo pigiama a pois con l'immagine di uno dei sette nani.

"Ho un secondo bagno" anticipò la prevedibile domanda di Davide.

I due ordinarono giapponese e continuarono la loro conversazione, parlando un po di tutto ma di nulla in particolare.

Il telefono di Davide squillò, era Barbara. 

"Devo rispondere" come prese il telefono questo cadde a terra separandosi dalla batteria. Nel tentativo di prenderlo al volo Davide cadde sulla ragazza.

"Scusa" 

Lei lo baciò.

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