Capitolo 62

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Davide aprì gli occhi , non sapeva dove si trovava, la stanza era immersa nella penombra, non distingueva nulla di quello che aveva attorno, nulla gli era familiare, tranne quel profumo, quel profumo di cui odoravano le coperte e il cuscino. quel profumo che sapeva di fiori, il profumo della donna che aveva visto prima di svenire. il profumo di Laura. La fitta della sua spalla gli riportò in mente quello che era accaduto, la ragazza lo aveva salvato ma come. Dove si trovava ora, in quella stanza a lui estranea. Si alzo in piedi, con cautela, si sentiva ancora un po indebolito. Su di una sedia accanto alla porta della stanza i suoi vestiti erano stati piegati con cura. Si accorse di essere in boxer. Apri la porta cercando di non fare rumore. La stanza in cui si trovò era un salotto, sul tavolo al centro c'era un biglietto.

"Vestiti pure e fai colazione, io torno prima possibile. Laura"

La ragazza gli aveva lasciato un messaggio, ma come mai lo aveva aiutato, come mai ora non era in una cella a rispondere a un sacco di domande alle quali neppure lui non aveva una risposta.

La porta dell'appartamento si apri, Davide guardò in quella direzione sorprendendosi nello vedere l'agente Basile in borghese, vestita con una canottiera e una minigonna che mettevano in mostra il suo corpo da favola messo ancora di più in evidenza dalle scarpe con tacco vertiginoso che la slanciava in tutto il suo splendore.

"Ben svegliato" disse la ragazza sorridendogli.

A Davide nulla di quello che stava accadendo era chiaro. Rimase a fissare la ragazza immobile stupito un po da quello che stava succedendo e in parte folgorato da tanta bellezza.

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