Il silenzio è oro, ma se lo sprechi è zero

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"Delle volte parlo, delle volte meno.
Alle volte piango, altre volte tremo
Poche volte saggio, tante volte ingenuo.
Il silenzio è oro ma se lo sprechi é zero
So che dormo poco e che è notte tarda
C'è chi tace e ascolta, chi non pensa e parla
So che il ferro uccide, che la voce è un'arma
So che gli occhi parlano più di certe labbra"

Erano ormai venti minuti che il mio fottuto sedere era incollato su quella sedia, lo sapevo bene dato che oltre che a mangiare due grandi porzioni di lasagne, non avevo fatto altro che far ruotare il mio cellulare tra le mani, per placare quell'ansia che sembrava non volesse abbandonarmi.

Ero seduto ad un cazzo di tavolo, circondato dalle persone più importanti della mia vita, e quello sarebbe dovuto bastare a rendermi felice, ma la verità era che stavo di merda, la cosiddetta rabbia che avrei dovuto lasciare chiusa nella mia camera, ormai predominava sul mio corpo, a causa dell'unica persona che non riuscivo a tollerare, e respirare la sua stessa aria,  nonostante avesse il mio stesso sangue nelle vene, mi sembrava impossibile.

E non perché non l'avevo mai fatto, no, ma perché quella era una grandissima pagliacciata senza alcun senso. Avrei potuto gestirlo in ufficio, ma non nella mia fottuta casa,  a giocare alla famiglia felice, nelle vesti di un padre, che non era mai esistito.

Tutti quei pensieri avevano fatto chiudere il mio stomaco, a tal punto che iniziai a giocare con il pollo al forno al quanto invitante che aveva cucinato Alissa, e che ormai da troppo tempo era nel mio piatto.

Stavo provando a soffocare ogni impulso, soprattutto la gran voglia di alzarmi, e sottrarmi da quella situazione assurda, solo ed unicamente per la persona che era seduta al mio fianco.

La stessa che non mi aveva degnato nemmeno di uno sguardo, quasi a punirmi per una cazzata che jack si era inventato solo per il gusto di mettermi in ulteriore difficoltà. Ma lo stronzo, non era a conoscenza del fatto che senza quei occhi magnetici io non avrei retto, e molto probabilmente avrei rovinato ogni cosa, infrangendo l'ennesima promessa, che mi ostinavo a fare.

"Cazzo!" Ringhiai tra i denti, iniziando a muovere la mia gamba ad un ritmo irregolare, lo stesso che il mio cuore continuava a spingere contro la mia cassa toracica.

"Ti faccio i miei complimeti Alissa, è davvero tutto squisito"
La voce di quel pezzo di merda di mio padre, mi portò a sollevare lo sguardo proprio su di lui, che era seduto dall'altra estremità del tavolo, di fronte a me.

"La ringrazio Signor. River"
"Nonostante non sia il mio classico pollo alla romana, è delizioso. Scommetto che i qui presenti si approfitteranno delle tue doti, d'ora in poi"
"Non credo, Chriss se la cava abbastanza bene in cucina, forse più di me."
"Davvero?" Chiese stupito.
"Certo! Ma non posso dirle lo stesso di sua figlia"

Continuava ad eloggiare Alissa, e a sorridere a jessica come se quella fosse stata una delle sue serate preferite, dove si comportava da padre, e cenava insieme alla sua famiglia.
Bhe, era una grandissima cazzata, perché lui era la persona più lontana dall'essere in quel modo, era stato sempre impegnato in altro, per regalarci la sua insignificante presenza, anche solo per una fottuta cena del cazzo. E in quel momento che le sue dita erano poggiate su quelle di mia sorella, la stessa persona che aveva vissuto esattamente quelle cose, ma che magicamente sembrava averle dimenticate, non riuscii più a sopportare tutta quella finzione del cazzo.

Poggiai bruscamente il cellulare sul tavolo, e i suoi occhi puntarono i miei, che lo guardavano con disprezzo, con tutto l'odio di cui ero capace. Doveva smetterla di far credere che gli importasse qualcosa di noi, e cosa piu importante doveva sapere che io non credevo nemmeno per un secondo alla sua sceneggiata del cazzo.

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