Contro la Tua volontà

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Da quando quella porta si era chiusa alle sue spalle, oltre che completamente solo, mi sentivo vuoto dentro.

Avevo perso l'unica persona in grado di accendere in me quelle benedette emozioni, ogni qual tipo di sensazione che ormai credevo di non provare più nella mia vita.
Avevo perso lei, e me stesso.

Sei stupidi mesi del cazzo, nel quale non avevo fatto altro che comportarmi da stronzo.

Incontrarla su quella cazzo di scala, era stato qualcosa di magnifico, i suoi occhioni verdi mi erano entrati fin da subito nella testa.

Caparbia, sensibile, coraggiosa, e dannatamente bella erano dei stupidi aggettivi che avevo imparato a conoscere con il tempo, nonostante continuassi a ferirla per il mio modo di fare, non mi aveva mai negato la sua presenza.

Almeno fino a quel momento.
Perderla, non avere più la possibilità di guardare i suoi occhi, il sorriso che si distendeva sulle sue labbra, e la fossetta che si formava sulla sua fronte quanto ero la causa della sua rabbia, era qualcosa del quale non ero pronto ad affrontare.

Ero uno stupido, non avevo mai fatto pensieri del genere, mi era sempre importato il culo delle ragazze, non il loro cazzo di viso. Ed era così che doveva continuare, non potevo dipendere da qualcuno, non potevo provare qualcosa che era morto per anni al mio interno, e che si era svegliato magicamente per la persona piu sbagliata di quel mondo.

Frustrato mi sedetti sul divano, non riuscendo a capire , perché sentissi tutte quelle emozioni invadermi.

Non avrei potuto fare niente al riguardo, non avrei potuto evitare di sentirmi in quel modo , e non avrei potuto evitare la sua partenza.
Potevo solo ignorare ciò che inaspettatamente stavo iniziando a provare.
Io non ero fatto per i sentimenti, e lei non era fatta per stare al mio fianco.

Soprattutto non avevo la minima intenzione di entrare in qualcosa piu grande di me, e quello era un valido motivo per allontanare ogni cosa stesse attravensando la mia mente, e il mio cazzo di cuore.

Senti il campanello suonare e di contro voglia, mi alzai e andai ad aprire,rimanendo scioccato da ciò che vidi davanti ai miei occhi.
"Papa?" Chiesi incredulo.
"Hey Chriss, disturbo?"
Scossi la testa e lo feci entrare, ancora sconcertato dalla sua presenza.

Lo raggiunsi in salotto e gli feci segno di sedersi sul divano.
"Jessica non è in casa?"
"No, è con Alissa!"
Mi sedetti li' accanto a lui cominciando a girare i pollici dal nervosismo.
"E davvero bella questa casa"
"Come meravigliarsi, è tua!"
"È vostra!" Sottolineò
"Ma l'hai comprata tu!" Precisai.
Si acciglio' per il mio comportamento così ostile, e mi guardò stranito.

Non mi sarei mai abituato ai suoi soldi, e quello strano modo che aveva di fare il padre.

Era abbastanza evidente.

"Prima o poi sarà solo di Jessica, lei se la merita molto piu di me" sputai fuori.
"E un bel gesto da parte tua, ma qualora tu voglia un'altra casa solo per te... hai solo da chiedere"
"No grazie, non mi serve la tua carità. Se comprerò una casa, lo farò con i MIEI soldi"
"Chriss..
Ma io non lo lasciai finire che subito cambiai discorso, attaccandolo come sempre.

"Perche sei qui?"
Non esisteva nessun rapporto padre-figlio tra di noi, ma solo lavorativo, ed era di quello che avremmo parlato.

Su quello ero abbastanza categorico.

Mio padre era morto nel momento in cui ci aveva voltato le spalle.

Abbassò lo sguardo, prima di parlare.
"Avevo voglia di stare con i miei figli"
"Credo sia un po tardi per fare il bravo genitore, no??"
"Forse non è mai troppo tardi!"
Scossi la testa di fronte alle sue parole, e andai in cucina a prendere due birre, solo per evitare di peggiorare la situazione, ma non appena gliela porsi vidi il suo viso rilassarsi e quello mi diede sui nervi.
Non avrebbe ottenuto niente da me.

Se Mi Guardi Mi Arrendo -IN REVISIONE-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora