Stringimi la mano, portami lontano

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"E và sempre cosi, tu che mi sorridi, ed io che mi innamoro"

Il corpo possente di Chriss, era praticamente incollato alla mia schiena, mentre le sue braccia erano intrecciate sul mio petto, imponendomi di camminare in quel corridoio d'ospedale,in modo al quanto impossibile.

"Chriss? Ci stanno guardando tutti!"
Cercai di piantare i piedi a terra, per evitare che le mie guance andassero a fuoco dall'imbarazzo, ma il suo bacino si scontro' bruscamente contro il mio sedere, impedendomi tutto ciò.

"Mene fotto, cammina!"

Alzai gli occhi al cielo, iniziando a capire di avere a che fare di nuovo, con il solito prepotende. Ormai del Chris dolce e apprensivo né era rimasto solo un lontano ricordo.

Infatti, non diede minimamente retta alle mie parole, e tanto meno ai sguardi di tutte le persone fissi su di noi.

Strinse le braccia sul mio corpo, quasi come a rivendicare un territorio che non ero poi così sicura che gli appartenesse. E la cosa mi mandò completamente in confusione.
Non eravamo più una coppia, eppure era la prima volta che mi dimostrava il suo affetto davanti ad altre persone.

No che avessi bisogno di un etichetta, ma non potevo non pensare che eravamo solo due ex, che stavano continuando a frequentarsi, e la cosa non mi piaceva per niente.

"Sento le rotelle del tuo cervello in continuo movimento, Milton."
Sfiorò le labbra sul mio collo, a causa della vicinanza, e sentii il suo fiato accarezzare la mia pelle, che bruciò subito a quel contatto.

"Smettila di pensare Al, mene fotto se ci guardano, se voglio fare una cosa la faccio, fine della storia"
Mi voltai leggermente verso di lui, ammonendolo con lo sguardo, non poteva comportarsi come un bambino, e far sempre quello che la sua maledettissima testa decideva, non era così che funzionava.

Ma le sue labbra ad un palmo dalle mie, si sollevarono in un sorriso beffardo, facendo formare la solita fossetta al lato della sua guancia.
Ed io abbassai ogni difesa, facendomi ammaliare dalla sua bellezza.

Al punto, che mi ritrovai a sorridere a mia volta, prima di afferrare la sua nuca, e posare un bacio casto sulle sue labbra ancora arrossate, e terribilmente morbide.
In fondo non potevo negare l'evidenza. Stare con lui mi piaveva fin troppo per poterci rinunciare, e anche se non eravamo piu niente, ero piu che sicura che sarei restata al suo fianco.

"Questo cos'era? Baciami come si deve Milton" ignorai le sue parole, prima che avessero effetto sul mio corpo, e tirai il suo percing tra i miei denti, solo per il gusto di farlo incazzare.

"Cazzo" strinse i suoi occhi, in una mossa di dolore, prima di portarli nuovamente nei miei.
"Non provocarmi, o ti ritroverai chiusa in uno stanzino, con la faccia spiaccicata contro quei schifossisimi lettini del cazzo"
Bloccai i miei movimenti, e ogni tipo di respirazione, ricordando ciò che era successo proprio in uno di quei maledetti sgabuzzini.

Un calore s'impossesso' del mio viso, al solo ricordo delle sue mani sul mio corpo, alla paura che avevo provato se ci avessero scoperti, e alla terribile voglia di averlo.

"Ti stai eccitando al pensiero?" La sua voce rauca, arrivò dritto alle mie orecchie, dove provai un leggero brivido che scese lentamente sul mio collo, fino a sfiorare la mia spina dorsale.
Alcune volte odiavo l'effetto che aveva su di me, e ancora di piu, il fatto che riuscisse a leggere i miei pensieri.

"Avevi il terrore che ci scoprissero, ma nessuna intenzione di rinunciare a me, facendo aumentare il desiderio. Ricordi Milton?" Le sue dita disegnarono dei piccoli cerchi, sulla mia clavicola, ed io deglutii a fatica prima di riprendere il controllo del mio cervello.

Se Mi Guardi Mi Arrendo -IN REVISIONE-Where stories live. Discover now