SETTANTANOVE

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Rick sollevò il volto di Kate. Sorrideva emozionata mentre lui avrebbe tanto voluto ma non riusciva a farlo. Si sentiva la persona peggiore del mondo nel vedere i suoi occhi brillare e non saper cosa dire, non trovare le parole adatte per scusarsi, forse non esistevano. Si era fatto vincere dalla paura, dalla paura di perderla ed aveva smesso di ragionare, di ascoltare, di fare qualsiasi cosa. Non le aveva dato fiducia, nemmeno il beneficio del dubbio che stesse facendo qualcosa che non poteva o voleva dirgli.

A Kate non sfuggì il suo sguardo malinconico e colpevole.

- Non sei felice, Rick? - Gli chiese tremante sfiorandogli con le dita gli angoli della bocca.

- Troppo. Sono troppo felice. Più di quanto meriterei di essere. - Le prese le mani e gliele baciò.

- Shhh non lo dire.

- Mi dispiace. Mi dispiace per oggi. Io ho avuto paura... - Le confessò senza riuscire a guardarla.

- E di cosa? - Le fece tenerezza mentre ammetteva le sue paure.

- Io... ti ho vista strana in questi giorni ed ho avuto paura che tu... non lo so, quando Ryan ha detto che non dovevi lavorare e non sei tornata a casa io ho pensato che tu fossi con un altro e mi vergogno per questo Kate.

- Beh, in effetti a quanto pare se ero strana in questi giorni era effettivamente colpa di un altro, quello con il quale sono stata stanotte. - Rick la guardò e lei invertì la presa delle loro mani e se le portò sul ventre. - È anche un po' colpa tua della sua presenza, ne sei consapevole?

Kate provò a farlo sorridere ma lo vide solo emozionarsi di più.

- Ascoltami Castle. Parleremo di tutto quello che è successo stamattina, dei tuoi dubbi, delle tue paure, ma domani. Ora, per favore, vuoi essere felice con me?

Rick guardò le sue mani sul corpo di Kate, le accarezzò dolcemente la pancia, poi la guardò.

- Sono immensamente felice. Non riesco ancora a crederci.

- Credici Rick, è vero. Aspettiamo un bambino. - Si appoggiò di nuovo a lui. Stanca, sfinita emotivamente e fisicamente.

- Tu come stai? - Le chiese abbracciandola ancora.

- Felice e stanca. - Rispose Kate sincera.

- Andiamo in camera? Così ti riposi, che dici? - Kate annuì sulla sua spalla. Il loro letto e lui era veramente tutto quello che voleva in quel momento, tutto quello di cui aveva decisamente bisogno.

Castle prese la scatola e ci mise dentro il test di gravidanza guardandolo ancora e chiedendosi se era possibile che due lineette cambiassero la vita così e facessero essere così felici.

- La mettiamo a posto, che dici? - Chiese a Kate che sorrise, era esattamente quello che si aspettava che facesse e quello che voleva anche lei. Se conosceva un po' suo marito sapeva perfettamente che lui quel bambino già lo amava, come lo amava lei e l'amore era più forte della paura, era incontrollabile, era tutto quello che la ragione le diceva che non doveva essere eppure l'amore se ne fregava della ragione e seguiva logiche tutte sue. Quel test positivo, quegli asterischi su un foglio di carta a segnare un valore più alto del normale, erano già il loro bambino.

Quando furono nello studio, come Rick abbassò lo sguardo per aprire lo sportello e riporre la scatola, notò subito vicino alla scrivania l'ecografia che era caduta la sera prima a Kate.

La prese in mano e la guardò, sospirando profondamente.

- Stanotte quando sono tornata a casa ho sentito il bisogno di salutarlo, di dirgli che non cambiava nulla, che non l'avrei dimenticato. Deve essermi caduta ed al buio non mi sono accorta... - si giustificò Kate - È stupido ma...

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