SETTANTAQUATTRO

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Castle era seduto nervosamente sulla sua sedia fissando il caffè ormai freddo sulla scrivania di Kate. Controllava di tanto in tanto l'orologio, era scesa in archivio già da un po' e non capiva perché non aveva detto né cosa era andata a fare, né perché non tornasse.

- Rilassati Castle! Beckett starà consultando qualche fascicolo o facendo un sopralluogo per capire qualcosa. - Gli disse Esposito mentre mangiava una delle ciambelle che Rick aveva portato. Ma a lui c'era qualcosa che non convinceva e non poteva più stare lì. Spostò rumorosamente la sedia alzandosi di scatto.

- Io vado a vedere cosa sta facendo Kate...

L'archivio si trovava nel seminterrato del palazzo, ci erano andati insieme spesso negli anni precedenti, ormai lì lo conoscevano tutti gli agenti di turno e lui conosceva loro. Era abbastanza strano che le luci in fondo al corridoio fossero tutte spente, di solito quell'ambiente era sempre molto illuminato. Si avvicinò a passi svelti fino alla porta, guardò dentro e vide solo Kate seduta con lo sguardo basso, e si immaginò che stesse leggendo qualcosa e l'agente Harris davanti a lei che la fissava, sorrise pensando che aveva sempre immaginato che quell'uomo avesse avuto un debole per lei. Entrò quasi sollevato, ma quello che vide dentro lo bloccò sulla porta.

- Non un passo Castle, non ti avvicinare! - Gli urlò tremante Harris puntando la pistola su Kate. Rick istintivamente alzò le mani, mentre il suo sguardo andava su sua moglie che fece lo stesso con lui per qualche istante, prima si spostarlo verso il pavimento mordendosi il labbro, mentre Harris andava dietro di lei e la bloccò con il bracci sinistro, mentre con il destro teneva l'arma sul suo fianco.

- Harris, stai calmo per favore, parliamone. - Gli disse Rick in tono conciliante.

- No! Non c'è nulla da parlare Castle! Perché sei venuto? Per complicare le cose? - Gli urlò l'agente.

- Io... no, volevo solo vedere se mia moglie avesse bisogno di aiuto, era un po' che era scesa, non la vedevo e mi sono preoccupato, tutto qui. - Non stava parlando a lui in realtà, era a Kate che voleva dire quelle cose e lei lo capì.

- Non mi interessano i fatti vostri! Ma tu qui complichi tutto! Tutto! - Urlò ancora l'agente.

- Senti Harris, ti va di fare una cosa? Lascia Kate e prendi me.

- Castle ma cosa dici? - Intervenne Beckett ma lui fece finta di non sentirla.

- Lei è un poliziotto, avranno meno riguardi per un ostaggio poliziotto, non pensi? Io sono un civile, sono uno scrittore, sono famoso! Ci penseranno bene prima di fare qualsiasi cosa con un civile di mezzo, non credi? E poi ne parleranno tutti... se cerchi la visibilità ne avrai di più con me...

- Castle falla finita e vattene! - Gli urlò Kate.

- No Beckett, lui ora non va proprio da nessuna parte! - Disse l'agente premendo di più con la pistola sul fianco.

- Dai Harris, una detective della omicidi contro uno scrittore di best seller, non c'è confronto! Sarai su tutte le prime pagine, non sarai più un agente confinato in un seminterrato del distretto.

Rick sperava che quella carta fosse quella giusta. Stava giocando una partita troppo importante perché non lo fosse. Evitava ora di incrociare lo sguardo di Kate, ma sentiva che lei lo stava guardando ed invece fissava l'agente che sembrava pensare a quello che gli aveva detto. Non gli importava cosa sarebbe accaduto dopo. Voleva solo Kate il più lontano possibile da lui e da quella pistola. Poi lei un modo per tirarlo fuori dai guai lo avrebbe trovato insieme agli altri, ma ora voleva solo che lei fosse libera. Era una cosa stupida quella che stava facendo, forse sì, lo sapeva, ma come aveva detto solo poche ore prima ad Alexis, lui per Kate e sua figlia avrebbe fatto di tutto, cose stupide comprese.

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