SEDICI

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Non se ne era più andato. Kate gli aveva chiesto di rimanere e lui era rimasto. In quella prima notte insieme non avevano dormito molto, avevano più che altro parlato. Di loro e del bambino. Avevano per la prima volta parlato con leggerezza, avevano riso e si erano anche commossi. Kate aveva tremato quando Castle aveva intrufolato una mano sotto la sua maglia ed aveva incominciato ad accarezzarle dolcemente il ventre mentre parlava con un tono di voce così bello e gentile che non lo aveva mai sentito.

- Sarà una femmina. - Le disse Rick

- Cosa ne sai? - Rise Kate arruffandogli i capelli.

- Perché sarà bella come te. Una piccola te. - Rick le baciò la pancia dalla maglia e Kate pensò che non si sarebbe mai abituata a tutto quello.

- Sarà un maschio. E avrà gli occhi azzurri come i tuoi e i tuoi stessi capelli ribelli. - Fantasticò Beckett.

- Oppure potrebbe avere i tuoi occhi verdi e la tua bocca perfetta. - Rick tirò su e andò a baciargliela non si sarebbe stancato mai. La osservò, la accarezzò. Gli sembrava che i suoi lineamenti stessero cambiando, era se possibile ancora più dolce.

- Sai Beckett, credo che sia meglio se sarà un maschio. Perché se avremo una figlia e sarà come te, io diventerò pazzo ogni volta che qualcuno le si avvicinerà. E so che nessuno le potrà resistere. - Kate rise di cuore alla serietà delle sue parole, lo poteva vedere già accigliarsi al pensiero.

- Hai già Alexis del quale preoccuparti Castle! Pensa ai ragazzi che girano intorno a lei, non quelli di una figlia che deve ancora nascere e non sai nemmeno se sarà maschio o femmina!

- No, sarà maschio, mi hai convinto. - Si abbassò di nuovo sulla sua pancia - Ciao piccolo! Ciao Prince!

- Come lo hai chiamato Castle? - Chiese Kate quasi inorridita dalla sua idea.

- Prince. Prince Castle, suona bene no? - Disse lui tutto eccitato.

- Scordatelo. - Rispose seria.

- Perché? È bellissimo! - Fece il suo sguardo da cucciolo maltrattato ma Kate rimase irremovibile.

- Non accadrà mai che chiameremo nostro figlio Prince, non voglio che lo prendano in giro per il resto della sua vita. - Odiava quel sorriso che faceva quando lei era seria e lui faceva di tutto per convincerla. Lo odiava perché lo amava.

- È bello. - Insistette lui con quell'espressione a cui lei non poteva dire di no.

- Se sarà maschio, secondo nome. Al massimo. Ma niente di simile se sarà femmina. - Cedette.

- Ci sto. Prince secondo nome. Il primo lo deciderai tu. Hai già qualche idea? - Chiese soddisfatto.

- Non ancora.

- Allora per ora posso chiamarlo Prince. - Le sorrise e poi tornò a rivolgersi alla sua pancia. - Ciao Prince!

- Ti odio Castle! - Disse lei esasperata.

- Lo dici da tre anni. Però lo so che vuol dire che mi ami. - "Prince" per un po' poteva dormire tranquillo, Castle aveva bisogno di dedicarsi alla sua mamma riempiendola di quei baci che entrambi amavano troppo per rinunciarci presto.

Rick glielo aveva chiesto più volte se era sicura e lei aveva sempre risposto di sì, con gioia. Le aveva proposto di far incontrare Martha e Alexis con Jim, un pranzo tutti insieme, niente di formale o particolare, solo mangiare insieme a casa di Kate ed era stata proprio lei a insistere perché si facesse il prima possibile, trovando, ovviamente il massimo appoggio in tutti, Castle in primis. Kate stava decisamente meglio, sembrava che quei primi giorni a casa, totalmente coccolata da lui, l'avessero rigenerata fisicamente e mentalmente.

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