SETTANTATRE

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Castle era tornato al loft dopo aver passato diverse ore al distretto nelle quali si erano succedute varie persone che Beckett aveva ascoltato, spuntando nome dopo nome da quella lista di persone che avevano richiesto di vedere i fascicoli dei casi di Paulsen, ma nessuno sembrava aver nulla a che fare con l'omicidio di Katilyn Ross. Kate aveva chiesto anche alla scuola della ragazza di mandarle l'elenco dei compagni che condividevano con lei i corsi dell'ultimo anno, nella speranza di trovare tra questi qualche amico più stretto di Katilyn o che almeno qualcuno le sapesse dire qualcosa in più, magari anche su quel Patrick di cui aveva parlato la madre.

Beckett era rimasta un po' sorpresa quando Castle le disse che sarebbe tornato a casa, non era da lui, di solito, andarsene prima di lei, che invece doveva sempre forzarlo per non aspettarla, ma quello che non sapeva era quanto si erano detti quella mattina con Martha e che Rick aveva intenzione di parlare con Alexis, da solo.

Così aspettò al loft il suo ritorno ed Alexis fu sorpresa di vederlo lì, in quell'atteggiamento di palese attesa.

- Ciao papà, aspetti qualcuno? - Gli chiese Alexis, salutandolo con un bacio sulla guancia.

- Sì, aspettavo te.

- Me? Perchè? - Si tolse la borsa dalla spalla appoggiandola a terra vicino al divano dove si sedette al fianco di suo padre.

- Ho parlato con tua nonna stamattina... - Era decisamente serio e guardava sua figlia con attenzione.

- E? - Chiese Alexis guardandolo senza riuscire a capire cosa volesse dirle.

- Riguardo alla mia collaborazione con il distretto... Per te è ok? Cioè, è solo per un caso per adesso ma... Se dovesse essere di più?

- L'importante papà è che stai attento e che non fai nulla di avventato. Io voglio solo che tu sia felice. Se collaborare con la polizia ti rende felice, per me è ok. Ti ho visto dopo che Kate ti aveva lasciato e dopo la storia del bambino e non voglio vederti più così, perché non eri più tu.

- Non voglio che ti preoccupi per me ma... Tu e Kate siete le persone più importanti della mia vita, Alexis. E non posso prometterti che se capiterà qualcosa ad una di voi due io non farò qualcosa di avventato, perché non sarebbe vero. Farei tutto per voi, anche le cose più stupide. Ma... Alexis, non voglio che tu possa pensare che Kate sia responsabile in qualche modo di quello che potrebbe accadere o che... o che è accaduto. Lei non mi ha mai chiesto nulla, lo sai, vero?

- Lo so papà. Tu sei felice con Beckett e a me basta questo, però non puoi chiedermi di non preoccuparmi per te, perché è normale che io lo faccia, come tu lo fai per me. Anche tu sei la persona più importante della mia vita.

- Al... mi dispiace per la storia del matrimonio. So che ci tenevi, però... In quel momento con Kate... Era giusto che fosse così. Spero che potrai capirlo, prima o poi. - Sapeva quanto sua figlia era rimasta male per quell'evento fatto così all'improvviso, senza nessuno della famiglia presente.

- Non posso negarti che mi sia dispiaciuto, però dopo aver visto le vostre foto... Eravate felici, forse non ti ho mai visto così felice come in quelle foto con Kate. Hai ragione tu, era giusto che fosse così, che fosse il vostro momento.

Rick abbracciò commosso sua figlia.

- Grazie Al, per essere così come sei.

- A cosa stai pensando Kate? Quel salmone è già morto, non è necessario che lo uccidi ancora - Rick l'aveva aspettata per cenare insieme, cosa che da quando era tornata al distretto sembrava sempre più difficile. Beckett però sembrava persa nei suoi pensieri mentre con la forchetta stava martoriando il suo trancio di salmone, più che mangiarlo.

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