QUARANTASEI

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Kate ricordò esattamente il momento il cui gli aveva detto che le sarebbe piaciuto andare in montagna e ricordava la sua promessa: andarci dopo quella visita di controllo che non c'era mai stata. Rimase interdetta quando glielo propose: voleva andarci? Non lo sapeva. Certo, le sarebbe piaciuto qualche giorno fuori con lui, lontani da New York e dalla loro routine, però...

- Perché me lo chiedi adesso? - Gli chiese prendendo tempo.

- Mi piacerebbe portarti in un posto. Solo io e te, un posto... speciale.

- Un posto speciale? Non nella baita di mio padre? - Kate era perplessa, non capiva cosa avesse in mente Castle.

- No... pensavo in un altro posto, ma se vuoi andare lì, ok.

- No, no, Castle, va benissimo quello che hai in mente tu, solo che... sono sorpresa.

- Ti assicuro, ti piacerà. - La baciò dolcemente lasciando che poi come di consuetudine, si addormentasse sul suo petto.

Rick passò i successivi tre giorni ad organizzare qualcosa che Kate non aveva capito bene cosa fosse, visto che come lei si avvicinava lui chiudeva tutto perché doveva essere una sorpresa. Le disse solo che sarebbero partiti quel martedì e sarebbero rimasti fuori una decina di giorni, tornando in tempo per il Natale. Kate credeva che il loro soggiorno sarebbe durato molto di meno, qualche giorno, solo per staccare un po' dalla città, ma certo non poteva dire che la cosa le dispiaceva anche se era un po' agitata all'idea di tutti quei giorni sola con Rick in un posto che non sapeva dove fosse e dal quale probabilmente non aveva possibilità di allontanarsi. Lui, forse avvertendo questo suo nervosismo le aveva chiesto più volte se fosse sicura, altrimenti potevano annullare tutto o rimandare, ma Kate ogni volta che sentiva la dolcezza nelle sue parole non poteva dirgli di no e non voleva farlo. Voleva quei giorni insieme, le servivano anche per capire molto di se stessa e di loro, perché fino a quel momento non avevano mai definito la loro relazione, non avevano mai stabilito nulla. Ripensandoci, in realtà non lo avevano mai fatto. Nemmeno prima. Pensava sempre che ne avrebbero avuto il tempo e con il bambino in arrivo, in fondo, potevano definirsi qualcosa di molto simile ad una famiglia. Ma ora... Ora non c'era nulla che li legava diverso da quello che provavano uno per l'altra. Era tanto, era forte, ma non sapeva ancora quanto. Sapeva solo che con Castle stava bene, che con lui era riuscita a ridere di nuovo, che lui sapeva farle vedere quel futuro che non pensava di avere più, che era l'unico che sapeva tirarla fuori dal baratro nel quale ancora crollava nei momenti più impensabili, che la rassicurava nei momenti di panico. Castle era stata la persona che più aveva allontanato da se stessa ed invece era l'unica che in fondo avrebbe sempre voluto vicino. L'aveva capito tardi, solo quando era riuscita a piangere tra le sue braccia e quando lei recriminava per il tempo che lo aveva allontanato facendo soffrire entrambi in modo fuori dal normale, Rick le diceva che era necessario toccare il fondo per risalire e che lui era solo arrivato nel momento in cui lei lo aveva toccato ed era pronta per riprendere in mano la sua vita e lui non aveva fatto altro che prenderla ed accompagnarla. Kate sapeva che lui era molto di più e che quello che aveva fatto era molto più importante: quelle erano solo parole per darle fiducia, perché lui era così, la metteva sempre prima di tutto e non sapeva se avrebbe trovato mai il modo di sdebitarsi, di fargli capire quanto gli era grata che era nella sua vita, in tutti i molteplici modi in cui era presente.

A Beckett sembrava di essere dentro ad un film. L'interno di quel jet privato era semplicemente strepitoso con le grandi poltrone di pelle bianca una davanti all'altra. Avevano occupato due dei quattro posti disponibili di quello che più che l'interno di un aereo sembrava un comodo ed elegante salotto. Rick aveva chiesto di servire due flûte di Champagne per brindare con lei. Kate vi appoggiò appena le labbra assaporando il gusto dolce e delicato, lasciandolo poi scivolare sulla lingua venendo investita da quei sapori fruttati e leggermente aciduli che creavano in bocca una piacevole armonia. Le piaceva osservare come Castle fosse perfettamente a suo agio in quel posto dove lei, invece si sentiva così fuori luogo e lui doveva aver capito le sue titubanze, perché si sporse oltre il tavolo in radica che li sperava per prenderle le mani. Si ritrovarono così, ognuno proteso verso l'altro con le mani unite a guardarsi negli occhi, scambiandosi un bacio dal sapore di Champagne e tutto per Kate sembra aver perso di importanza, avrebbero potuto essere anche in un treno di terza classe, andava ugualmente bene.

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