QUINDICI

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Quando Kate aprì la porta di casa rimase senza parole. Sul tavolo c'era un enorme mazzo di rose bianche. Si guardò intorno ed era tutto troppo in ordine per come aveva lasciato lei la sua casa ormai troppe settimane prima.

- Jim mi ha prestato la sua copia delle chiavi e Lanie mi ha dato qualche consiglio. - Le disse Rick abbracciandola da dietro, accarezzandole il ventre.

- Sono bellissime. - Lo ringraziò emozionata.

- Avrei voluto portartele prima ma non me lo hanno permesso. - Le diede un bacio sul collo.

Kate tirò fuori dalla tasca dei pantaloni della tuta il bocciolo ormai secco che Rick le aveva portato quel giorno, mostrandoglielo.

- Mi hai portato questo. È stato bellissimo. - Castle si stupì che lo avesse conservato. Le sfiorò la mano, accarezzando le sue dita e la rosa. - L'ho tenuto sempre vicino a me.

Castle amava l'amore di Beckett per le piccole cose, come custodiva quel fiore era la prova di quanto amore ci fosse dentro di lei che nemmeno conosceva.

- Ora vai a riposarti Beckett. - Le sussurrò all'orecchio cercando di essere il più gentile possibile, ben sapendo di rischiare di beccarsi un suo rifiuto.

- Castle ma... - Infatti Kate stava già protestando ma lui le appoggiò l'indice sulle labbra per farla stare zitta.

- Me lo hai promesso! - Le sorrise e lei baciò la punta del suo dito sorridendo a sua volta e roteando gli occhi verso l'alto.

- Agli ordini! Ma non ti ci abituare Castle.

Kate entrò nella sua stanza trovando appoggiati sul comodino alcuni libri nuovi e sul letto ripiegata una maglietta bianca. La aprì trovandola eccessivamente grande, c'era un immagine vintage di Hollywood Boulevard e sembrava proprio la vista che c'era dalla loro suite a Los Angeles. Se la portò al volto annusandola: aveva il profumo dei suoi vestiti, era la sua. Sorrise tenendola tra le mani. Le piaceva l'idea di avere qualcosa di lui, qualcosa di materiale.

Andò in bagno aveva tanta voglia di farsi un bagno o una doccia, ma si sentì improvvisamente troppo stanca per fare tutto. Si sciacquò solamente il viso e dovette dare ragione a Rick, doveva riposare. Era frustrante.

Si spogliò con attenzione, guardandosi allo specchio in camera quelle ferite ancora così rosse. Sfiorò con un dito quella al centro del petto e poi il taglio che aveva sotto il seno, sul fianco. Vide il suo corpo cambiato e non solo per quei segni. Sorrise nel constatare già come il suo seno era più florido e le sembrava diversa anche la forma della vita, anche se in ospedale si era dimagrita. Troppo, secondo Castle e non aveva tutti i torti.

Si fissava nello specchio nell'anta dell'armadio mentre cercava qualcosa da mettersi in quelle prime giornate d'estate ancora non troppo calde. Vide la maglia di Rick sul letto e decise di indossare quella, era lunga le arrivava a metà coscia, ma ci stava incredibilmente bene, non solo perché il tessuto era morbido e leggero, ma perché era come se ci fosse lui ad abbracciarla. Stava diventando troppo sdolcinata e preferiva dare la colpa agli ormoni. Sarebbero stati una buona scusa, per tutto.

- Come facevi a sapere che dormivo da questa parte del letto? - Gli chiese quando entrò in camera con un vassoio con una spremuta ed un toast.

- Sull'altro comodino non c'era niente. - Si sedette vicino a lei sul bordo del letto. - Ti sta bene la maglietta, ti piace?

- Sì, tanto. È la tua? Aveva il profumo dei tuoi vestiti. - Annusò ancora il bordo del collo.

- L'avevo presa quando siamo andati a Los Angeles. Mi fa piacere se ce l'hai tu. - Rick le appoggiò il vassoio in grembo e Kate cominciò a mangiare mentre lui le accarezzava le gambe. - Sei stanca?

LifeWhere stories live. Discover now