CINQUANTANOVE

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Li vennero a prendere direttamente appena scesi dall'aereo, un trattamento che per Castle era la normalità, per Beckett molto meno. Lo seguiva camminandogli vicino, con movimenti quasi sincronizzandosi, sfiorandosi senza toccarsi mai realmente, ma senza nemmeno lasciarsi, erano uniti anche così.

Salirono nella limousine messa a disposizione dall'hotel subito dopo aver parlato con Robert, un ragazzo dai modi educati ed eleganti, impeccabile nel parlare e nel muoversi, che sarebbe stato il suo referente per l'organizzazione di tutti gli eventi che lo riguardavano, il primo il party dato dall'hotel che li ospitava quella sera stessa. Era da poco passata l'ora di pranzo e quelle sei ore di volo non erano state stancanti, ma comunque entrambi non vedevano l'ora di poter arrivare in camera e rilassarsi un po' prima di prepararsi per l'evento della sera per il quale, per motivi diversi, erano entrambi agitati: Castle perché sarebbe stato il primo dove avrebbe portato pubblicamente Beckett come sua compagna ufficiale e lei perché temeva di non riuscire ad essere perfettamente a suo agio in quel contesto.

L'elegante hotel che li accoglieva sembrava un'oasi di normalità in mezzo agli eccessi della città dove di normale c'era ben poco e tutto doveva andare fuori dalle righe. Quando arrivarono, Robert era già lì e diede disposizione ai facchini di prendere il loro bagaglio, poi li accompagnò personalmente nella loro camera. Castle già conosceva quel posto, c'era stato una volta, qualche anno prima, per la promozione di uno degli ultimi suoi libri di Storm ambientato in parte proprio in quell'hotel e da lì era nata quella singolare collaborazione come uno dei testimonial del brand, non erano cose che faceva spesso, ma si divertiva molto a farle, soprattutto perché erano quelle che gli permettevano di soddisfare il suo ego ed essere al centro dell'attenzione come piaceva a lui.

Kate mise piede dentro l'enorme suite con un carico di ansia addosso che Rick percepì immediatamente quando si voltò per guardare l'ambiente.

- Non riesci ad essere mai un po' meno eccessivo, vero Castle? - Gli disse con un tono di finto rimprovero mentre lui l'abbracciava avvolgendola da dietro.

- È la camera degli ospiti speciali. Noi lo siamo.

Kate fece un passo avanti e lui la lasciò scivolare via, allungò la mano per accarezzare il bouquet di orchidee bianche appoggiato su un mobile sotto un grande specchio. Rick rimase incantato ad osservare il suo profilo riflesso nello specchio mentre sfiorava i petali dei fiori assorta nei suoi pensieri. Aveva imparato a riconoscere quei suoi momenti, quando qualcosa la faceva pian piano scivolare dentro i suoi incubi che anche se adesso le facevano meno paura. Aveva imparato, soprattutto, a rispettare e capire i suoi tempi, quando era giusto lasciarla sola e quando poi starle vicino, perché un attimo prima si sarebbe ribellata ed un attimo dopo sarebbe affogata. Vivano di equilibri fragili che loro avevano fatto diventare solidi. Kate si voltò verso Rick che fece quel passo per ridurre la distanza tra loro di nuovo e lasciò che lei appoggiasse la testa sulla sua spalla, bastava anche solo questo.

- Vado bene così? - Kate glielo aveva ripetuto varie volte e lui non sapeva più come dirle che era perfetta in quel lungo abito rosso con il corpetto e le spalline di pizzo che le fasciava il corpo. Rick l'aveva osservata vestirsi e cercare di coprirsi il più possibile il segno della cicatrice ancora ben visibile sul petto, era stato tentato più volte di dirle di non farlo, che lei era perfetta così, ma non lo fece perché capì che non era quello di cui aveva bisogno, perché non si sarebbe mai perdonato se qualcuno vedendola le avesse fatto qualche domanda inopportuna.

- In realtà no. Perché questa sera sarai al centro dell'attenzione di tutti e mi farai perdere il mio posto d'onore. Passerò solo come l'accompagnatore della donna più bella, un durissimo colpo per il mio ego, quindi ti prego, cerca di essere meno perfetta.

La fece ridere, uno di quei suoi sorrisi pieni, uno di quei sorrisi di cui si era innamorato, appena aveva cominciato a sorridere, di quelli che le illuminavano il viso e gli occhi e proprio mentre lei rideva entrarono nella sala della festa dove, per la prima volta, Kate Beckett era sottobraccio a Richard Castle senza dover fingere una copertura, senza nessun sotterfugio. Rick la volle sempre al suo fianco, in tutto il giro dei saluti di rito, presentandola, senza farsi troppi problemi, come la sua futura moglie, facendo tremare le gambe e non solo a Kate la prima volta che lo sentì pronunciare quella frase inaspettata.

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