TRENTADUE

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Prese la giacca ed andò via senza dire nulla a nessuno, né a Kevin e Javier che avevano provato a fermarla, né al suo nuovo partner che la chiamava per sapere come doveva fare il rapporto sul loro ultimo caso.

- Arrangiati Bryan! - Gli urlò mentre le porte del distretto si chiudevano e l'ultima immagine che ebbe di quel posto era la sua faccia inespressiva.

Era arrivata lì con la macchina di servizio che ovviamente non poteva riprendere, quindi cominciò a vagare a piedi senza una meta precisa. Aveva sperato per settimane di poter tornare a lavoro, alla sua vita ed ora aveva lasciato tutto. La realtà, della quale si era resa conto ben presto, è che niente era più come prima, perché lei non era più come prima. Era qualcosa che andava oltre la Gates al posto di Montgomery, di Preston, di Esposito e Ryan o di Castle. Anzi, no, Castle era proprio in quell'oltre che doveva cercare tutto il resto. Era una delle parti che le mancavano di più. Era la parte che le mancava come se fosse una parte di se. Doveva ammetterlo, poteva fare finta di nulla, ma era così. Castle era più di tutto quello che aveva sempre immaginato, di quello che gli aveva mai detto e le mancava. Le mancava tutto di lui e non solo di quel Rick che aveva conosciuto fuori da lì, quello sul quale adorava addormentarsi, che la teneva stretta a se, che cucinava per lei e fantasticava sul loro futuro. Le mancava anche quello che non rispettava mai quello che gli diceva, che faceva di testa sua e poi lo rimproverava, quello che completava le sue frasi, che le portava il caffè proprio quando ne aveva bisogno, le mancavano le sue intuizioni, quelle sue folli teorie ed il fatto che con lui tutto era più semplice e leggero.

Come aveva fatto, fino a quel momento a non dirsi quanto le mancava tutto di lui? Si dovette fermare un attimo, appoggiata contro il muro, perché le mancò il fiato solo a pensarci, a ricordare il suo abbraccio protettivo, i suoi sussurri che sarebbe andato tutto bene e lei che ci credeva ciecamente. Ecco perché lo aveva allontanato, perché lei ci aveva creduto che sarebbe andato tutto bene ed invece non era stato così, perché lei non riesce a far andare nulla bene. Aveva il potere di distruggere tutto, anche quello che sembrava indistruttibile. Rivedeva il suo volto terrorizzato su di lei e quella dichiarazione che l'aveva rapita, quel "Ti amo" disperato al quale ne erano seguiti altri: dolci, romantici, passionali, travolgenti, drammatici. Ma mai aveva pensato che non fossero veri. E si sentiva in debito. Si sentiva che lei non era riuscita a dirglielo abbastanza, che non era stata mai alla sua altezza, che non gli aveva mai fatto capire quanto anche lui fosse stato importante per lei, perché era stata solo capace di farlo soffrire ed allontanare e forse non aveva mai capito quanto lo amava.

Sentì improvvisamente il desiderio, anzi la necessità di dirglielo, di dirgli che lei lo aveva sempre amato e che se lo aveva allontanato era solo perché non era capace di accettare il suo amore, perché era convinta di non meritarlo. Non era cambiato molto, ancora faceva fatica a pensare che potesse essere degna del suo amore, però in quel momento egoisticamente la vedeva come l'unica cosa in grado di tenerla a galla. Fu ridestata dai suoi pensieri dal rumore dei pneumatici che stridevano sull'asfalto e dal suono incessante del clacson. Si voltò alla sua sinistra e vide un'auto ferma a pochi centimetri da lei. Stava attraversando con il semaforo rosso e non si era nemmeno accorta. Fece qualche passo indietro tornando sul marciapiede mentre l'automobilista la insultava riprendendo il suo cammino ed una bimba che teneva per mano sua madre la guardava dal basso in alto con aria di biasimo: provò a sorriderle, ma doveva essere una cosa che non le riusciva più tanto bene, perché la piccola si voltò di scatto dall'altra parte. Kate attese nervosamente il verde e poi riprese a passo svelto quella camminata che ora aveva una meta precisa, l'unica meta che potesse portare un po' di calma dentro di sè.

Arrivata davanti al portone del palazzo di Castle, indugiò a lungo su cosa fare. Si sentì improvvisamente insicura, camminò sul marciapiede avanti ed indietro indecisa su cosa fare. Cosa gli avrebbe potuto dire? Come avrebbe potuto recuperare quei mesi di dolore per entrambi, quello strappo che aveva fatto alla loro vita? Come avrebbe fatto a spiegargli quello che aveva fatto a loro?

LifeWhere stories live. Discover now