- Posso essere anche io molto geloso di come ti stanno guardando tutti? - Le sussurrò all'orecchio mentre aspettavano l'arrivo dell'auto. Lei non rispose, ma imbarazzata abbassò lo sguardo e sorrise. - Sono sicuro che questa sera ruberai la scena a tutte le donne del party, rendendomi contemporaneamente il marito più orgoglioso e geloso del mondo.

Le diede un bacio sulla guancia, proprio mentre il ragazzo davanti a loro richiamava l'attenzione schiarendosi la voce.

- Ecco la chiave, signor Castle. Proprio come chiesto da lei - Gli disse porgendogli la chiave dell'auto e mostrandogli la Ferrari davanti a loro. Lo ringraziò con un sorriso ed una generosa mancia, che lo fece correre ad aprire lo sportello ad un incredula Beckett mentre lui si metteva al posto di guida.

- Lo hai fatto veramente! L'hai presa! - Esclamò appena salita.

- Cosa è Los Angeles senza un'auto sportiva? - Disse mettendo in moto ed accelerando facendo rombare il motore.

Fecero il loro ingresso nell'area riservata a bordo piscina di quell'hotel a Beverly Hills senza passare inosservati, anche per quell'assoluta armonia cromatica dei loro vestiti, con Rick che indossava un completo blu, poco più scuro del vestito di Kate ed una camicia, invece, decisamente più chiara, come i suoi occhi, gli aveva detto lei perdendosi con lo sguardo in lui. Ok, quella era tecnicamente la loro luna di miele, ma Beckett si chiedeva se quello stato di beatitudine ogni volta che lo guardava sarebbe continuata a lungo oppure no, era solo qualcosa di magnificamente temporaneo.

Quella festa fu decisamente diversa dalle altre, molto più glamour, piena di ospiti importanti e al contrario di quello che Beckett pensava, non era uno dei tanti party di promozione del libro di Castle, ma un party per il nuovo progetto legato a Nikki Heat, non più un film, dopo il progetto naufragato dell'anno prima sul quale aveva apposto un deciso veto visto il pessimo prodotto che stavano confezionando, ma una serie tv. Era stata una contrattazione veloce che aveva seguito personalmente, con un grande network e la promessa di un cast importante. Aveva tenuto Kate all'oscuro di tutto, fino a quel momento.

- Castle! Finalmente sei arrivato! - Timothy Valley, il regista insieme a James Fortune il produttore lo accolsero fermando un cameriere per farsi portare delle coppe di champagne. - E questa immagino che sia la tua Nikki Heat!

- Kate, lei è Kate Beckett... mia moglie. - Ci tenne a precisare.

- Al diavolo Castle! Così però ci metti veramente nei guai! Come faremo a scegliere qualcuna che possa competere con tua moglie? È impossibile! - Rise James lusingò Kate che abbozzò un sorriso sorseggiando appena dal bicchiere.

- James, io lo sapevo già da prima che il vostro compito sarebbe stato impossibile! Non vi chiedo di trovare un'attrice che sia come mia moglie, perché non ce ne sono, ma solo che non rovini il personaggio di Nikki Heat. - Rick la adulava e la adorava, in pubblico come in privato, e non c'era niente di forzato o di artificiale in quello che diceva, Kate lo poteva riconoscere dai suoi occhi, dal suo sorriso appena accennato che era così diverso da quello di quando faceva lo spavaldo in pubblico, era quello di quando le diceva le cose serie, di quando era felice ed aveva quasi paura di esserlo.

Nonostante la sua vicinanza rassicurante ed aver presenziato a più feste in quei giorni che in tutta la sua vita, Kate ancora non riusciva a trovarsi del tutto a suo agio in quel mondo e cercava di sforzarsi solo per lui, perché sapeva quando quella parte fosse importante per il suo lavoro, era tutto quel mondo che c'era dietro lo scrittore di successo che lei non aveva mai considerato, anzi lo aveva fatto ma sempre in maniera diversa, negativa, come se quelle serate fossero solo occasioni per rimorchiare qualche ragazza con cui apparire in copertina. Quelle, invece, per Rick erano le occasioni migliori per presentare Kate, adesso sua moglie, ufficialmente a tutti e la faceva sorridere il suo modo di ribadirlo ogni volta, come se dovesse convincere qualcuno che lei, proprio lei, Kate Beckett, aveva detto sì, lo aveva sposato. Avrebbe voluto dirgli di farla finita, perché l'eccezionalità della cosa la vedeva solo lui, mentre per il resto del mondo lei era solo l'ex poliziotta che aveva fatto bingo incastrando lo scrittore di successo, quindi nessuno si sarebbe meravigliato che lei avesse accettato di sposarlo. Non gli disse nulla, sapeva che quel discorso sarebbe stato infinito e lui avrebbe obiettato qualsiasi cosa per dirle che non era vero e che non capiva.

Le piaceva, però, guardarlo parlare, muoversi agilmente in quell'ambiente, conversare sempre sorridente e vedere come la gente era affascinata da lui e dai suoi discorsi. Si ritrovò a pensare se era successo anche a lei così, e quando. Mentre lui parlava, pensava esattamente a quando era stato quel momento in cui lui era diventato qualcosa di diverso, quando aveva cominciato ad insinuarsi dentro di lei, tanto di diventare così importante, totalizzante e non riusciva a darsi una risposta, a trovare un momento in cui Castle era passato da essere un'insopportabile presenza a semplicemente la persona più importante della sua vita, perché in quel momento, guardandolo, le sembrava che lo fosse sempre stato, che non poteva essere stato altrimenti e che forse lo era da prima che lei se ne rendesse conto.

- Spero che stessi pensando a me, almeno. - Le disse facendola sobbalzare avvicinandosi e imboccandole una tartina che Kate prese direttamente dalle sue dita.

- Se ti dicessi di sì il tuo ego si espanderebbe fino a dove? - Rispose ridacchiando con la bocca piena.

- Il mio ego è già sufficientemente espanso ogni volta che penso che sei mia moglie. Quindi se mi pensi al massimo sono felice. - Le diede un bacio mentre con estrema maestria prese altre due tartine dal vassoio di un cameriere che passava. - Allora, a cosa pensavi, di me?

Glielo chiese ponendo bene l'accento sulle ultime due parole, imboccandola ancora prima che potesse rispondere, per lasciarle il tempo di pensarci bene.

- Non è qualcosa che posso dirti qui! - Gli rispose seria, facendogli fare pensieri tutt'altro che casti.

- Bene, allora possiamo tornare subito in hotel, così me lo spiegherai, a parole o con i fatti! - Le ammiccò.

- Sei fuori strada Castle! - Rise Kate, ma lui ormai aveva già deciso, quella festa era durata fin troppo ed era ora di salutare ed andarsene...

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