Kate lo guardò sorpresa. Come poteva sentirsi lui inadeguato a lei? Era la cosa più stupida che avesse mai sentito, se avesse mai dovuto definire in qualche modo suo marito, l'ultima cosa che le veniva in mente era quella, anzi era lei che il più delle volte aveva la percezione non riuscire ad essere alla sua altezza, a stare al passo di tutto quello che lui faceva per lei, per loro, di non fargli mai capire tutto quello che voleva dire per lei, proprio come in quel momento.

- Di tutto quello che è accaduto qui, rimpiango solo il non essere stato così coraggioso da rischiare la possibilità di un "è stato divertente" ed esserti rimasto vicino, per scoprire se ci poteva essere altro. Se ci poteva essere quello che volevo, quello che volevo da tanto, quello che ho adesso. Te. Non cambierei altro di tutto quello che è successo quella notte Kate. Niente.

Kate aveva capito esattamente perché aveva voluto portarla lì, lo aveva capito da subito, anche se non voleva dirselo. Erano quei cerchi da chiudere che erano così difficili e dolorosi, che andavano ogni volta a graffiare una ferita che credeva rimarginata, ma che aveva poi la certezza che non lo sarebbe stata mai del tutto. Lo sapeva lui e lo sapeva anche lei cosa voleva dire, in realtà, con quel "tutto è cominciato qui". Non erano solo loro, era quel tutto che non avrebbero mai avuto. Castle la abbracciò e lei si lasciò condurre sul suo petto, ascoltò il battito calmo del cuore di lui che era in netto contrasto con il proprio, attraversato da fasci di emozioni che la turbavano più di quanto volesse.

Pianse. Pensando a tutto quello che era stato e non era stato. Pianse ancora e non avrebbe voluto farlo, ma non poteva farne a meno. Rick non le disse nulla, le accarezzava solo il volto rigato dalle lacrime, tenendolo ancora più vicino a sè, in un gesto protettivo, che voleva nascondere a sguardi indiscreti che non c'erano le sue emozioni, per farla essere libera di sfogarsi senza farsi vedere, nemmeno da lui ed aspettò che l'onda passasse.

- Eri bellissima quella sera... eri così... diversa dal solito, senza i tuoi tacchi, a piedi nudi sul pavimento, con quella tuta leggera che... è stata comoda da... toglierti velocemente... - Sorrise lui ripensandoci.

- Già, molto più dei tuoi jeans e la tua camicia con quei bottoni che non ne volevano sapere. - Sorrise anche lei.

- Le prossime che comprerò se vorrai le potrai testare prima, così giudicherai se si apriranno abbastanza in fretta per le tue necessità. - La stuzzicò.

- Le mie necessità? - Rispose guardandolo di traverso, ma bastò un suo sorriso per farla sorridere a sua volta. Era vero, c'erano dei momenti che quella di lui poteva chiamarsi proprio così, necessità. E non era un discorso fisico, era il bisogno di sentirlo, di averlo e di sentirsi sua. Di sapere che quello era il suo giusto posto nel mondo.

- Credevo che non avresti aperto mai quella porta, ero rimasto lì a guardarla... ci speravo, ma avevo perso la speranza... Pensavo di essermi illuso, che tutto quello che avevo sentito quando eravamo seduti qui, era stata solo una mia fantasia...

- Non lo era stata... e la cosa mi spaventava... proprio perché sentivo tutto quello che c'era avevo paura. Ma... tutto il resto è stato più forte della paura. - Gli confidò.

- Per questo tu sei più coraggiosa di me... Ti chiedi mai cosa sarebbe stato di noi se io non fossi rimasto a guardare la tua porta chiusa o se tu avessi aspettato ancora qualche istante e non ci fossimo mai trovati? - Kate sentì nelle vibrazioni della voce di Rick sfumature di paura che non pensava potesse avere.

- No, non ci ho mai pensato... Però... Forse era inevitabile. Se non in quel momento, magari sarebbe stato poi... Ma adesso io credo che non poteva accadere altrimenti. Magari un giorno avrei avuto paura di perdere tutto, di perdere anche te e non avrei resistito più a far finta di niente e mi sarei presentata a casa tua e rischiando una figuraccia ed un rifiuto ti avrei detto che ti amavo, da tanto tempo.

- E poi? - Chiese curioso.

- Poi avrei provato a baciarti, forse... Così... - Gli prese il volto con entrambe le mani e lo baciò con trasporto, mettendo dentro quel bacio tutti quei pensieri che l'avevano tormentata e la tormentavano ancora. Lui ricambiò il suo bacio, lasciando però che fosse lei a decidere i tempi ed i modi e fu un bacio lungo ed intenso, nel quale si rincorsero più volte, raggiungendosi e riprendendosi.

- Quindi mi sarei perso questo bacio sulla porta di casa... - Le disse quando lei lasciò le sue labbra.

- Ne hai guadagnati altri, però... Senti Castle... non avevamo un massaggio di coppia prenotato, io e te? Avrei proprio voglia di rilassarmi un po', adesso... - Gli chiese accarezzandogli il petto infilando la mano tra un bottone e l'altro della camicia.

- Se vuoi io conosco molti altri modi per rilassarti senza uscire da qui... e ti assicuro che ti massaggerei molto a lungo...

- La tua offerta è molto allettante ma... spero che sia valida anche dopo... - Gli disse alzandosi dal divano e allungando una mano verso di lui che la prese e si alzò lasciandosi tirare da lei.

- Quella è valida sempre, dovresti saperlo... - Le accarezzò maliziosamente il fondoschiena, mentre uscivano dalla stanza decisamente con animo più leggero di quando erano entrati.

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