29) Oh santi lumi... ho perso il mio lume!

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«Ciao» lunedì mattina ad aspettarmi all'armadietto c'è Sam, appoggiato con la schiena contro la parete metallica e i libri sotto braccio. Ripongo i miei dell'ultima lezione e prendo quelli per la prossima.

«Come va?»

«Uguale» alzo le spalle e accenno un sorriso.

«Nessuna novità?»

«Per ora silenzio stampa.»

È dalla lite di sabato mattina che non ho né visto né sentito Jamie. Non so cosa pensare, e non so a lui cosa stia passando per la testa. «Vedrai che si risolverà tutto, tranquilla» mi incoraggia il mio amico circondandomi le spalle con un braccio, e mi accompagna nella classe dove abbiamo lezione insieme.

Sam non si sbilancia naturalmente, io sono la sua migliore amica e Jamie è suo fratello. Quindi, poverino, sta nel mezzo. Mi ha solo detto che l'ha visto a casa e uscire con la band.

Ci sto male per questo allontanamento. Mi sento un peso allo stomaco da quando abbiamo litigato, più pesante di un ippopotamo che ci si è seduto sopra. Non so come comportarmi. Forse devo lasciargli ancora un po' di spazio e tempo per riflettere. La mia ansia però, non tarda a farsi sentire. E se si fosse stancato già di me? E se volesse che tutto tornasse come prima? E se si fosse accorto che non prova niente per me se non quello che si può sentire per un'amica, se non peggio una sorella? Gli proporrei un incesto!

Sto avendo un attacco di panico nell'ora di matematica!

Il trillo di un cellulare interrompe lo sproloquio interiore che mi sta facendo dare i numeri... il che sarebbe ottimo per il prof davanti a me che si accinge a spiegare delle nozioni scritte... in greco, possibile? Ma giustamente i numeri che mi appresterei a dare io non corrisponderebbero agli stessi numeri che vuole dare lui...

Oh santi lumi... ho perso il mio lume!

Sam mi dà di gomito e simula con le labbra: telefono.

«Che vuoi? Lasciami chiacchierare con il mio super-io» borbotto, sbuffo e sguaiatamente poggio il gomito sul banco con la guancia sul pugno chiuso.

Il suo sguardo, prima è semi-scioccato, e poi si fa ammonitore. Mi mette la mano in tasca ed estrae il mio cellulare posandolo con poca delicatezza sul banco.

«L'ho sempre detto che sei una svalvolata, Rosie» afferma senza nascondere una risatina di presa in giro. «Togli la suoneria.»

Controllo il display e ci trovo un messaggio, che mi fa perdere alcuni battiti quando leggo il nome del mittente, e mi spunta un sorrisetto da ebete quando invece visiono il testo.

"Ho una collezione di stupide e patetiche scuse che mi piacerebbe mostrarti."

Con un risolino alzo la testa per controllare se il prof si è accorto che fosse il mio cellulare a squillare e digito una risposta. Ci diamo appuntamento per pranzare insieme dopo scuola.

L'ippopotamo l'ho messo a dieta!

Il mio amico mi sorride compiaciuto per il mio cambio di espressione, e mi dà una spallata. «Concentrati sulla lezione adesso» bisbiglia mentre gli angoli delle mie labbra si alzano sempre di più.

Lasciami EntrareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora