20) Anche un cieco coi prosciutti sugli occhi se ne accorgerebbe

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Una volta lasciato andare Jamie, con molta riluttanza sul suo piano che fa acqua da tutte le parti, torno a casa a cambiarmi. Purtroppo non mi sento per niente tranquilla ad aver acconsentito a questa storia del proteggermi dalla lupa cattiva, o dovrei dire l'allupata e basta. Mi fido di lui, ma non di lei. La conosco ed è capace di tutto, o meglio è capace di fare di tutto per accalappiarsi Jamie. E l'idea di lei che gli si fionda addosso come una gatta morta mi fa contorcere le budella.

«Uhuh. C'è nessuno?» Ginnie alle mie spalle cerca di attirare la mia attenzione. Sono davanti all'armadio da non so quanto tempo a fissare i miei vestiti mentre lei parla di non so cosa. «Mi sento sola come un verme solitario.»

Chiudo le ante del guardaroba, e indosso i miei nuovi jeans che avevano ricevuto un caloroso apprezzamento da parte della mia amica, uno stivaletto dal tacco largo non troppo alto, e un top rosa di raso morbido che lascia la schiena scoperta.

«Ok. Raccontami cosa ti succede mentre ci incipriamo i nasi» sprofonda sul mio letto e attende.

«Hai impostato male la frase. Vuoi dire forse cosa non mi succede» esasperata mi lascio cadere sulla poltroncina davanti alla toeletta, e le racconto che Jamie si è fatto avanti, del suo stupido piano, di Cassandra, delle mie preoccupazioni. 

Alla fine del mio monologo Ginnie sembra un vulcano sul punto di eruttare. «Rosie Collins» quando dice il mio nome per intero non è mai un buon segno. «E tu hai aspettato tutto questo tempo per raccontarmelo?»

«Ma se è successo poche ore fa» le faccio notare, roteando gli occhi.

«È comunque tanto tempo. Da buona amica avresti dovuto chiamarmi subito e descrivermi la slinguazzata col ragazzo dei tuoi sogni.»

Con una smorfia di disgusto la osservo agitarsi. «Ma dai. Che orrore. Non parlarne in questi termini.»

«Com'è stato?» mi osserva come un cucciolo che aspetta le coccole.

«Inaspettato. Non ci avrei creduto neanche se me l'avessero detto, o se una megera si fosse presentata con una palla di vetro con la quale mi avrebbe fatto vedere il futuro. È stata una sorpresa» mi spunta in automatico un sorriso sulle labbra, incapace di trattenerlo.

«Il bacio com'è stato?» mi incalza la mia amica. Io arrossisco solo al pensiero di me e Jamie abbracciati e intenti a non volerci separare o almeno io.

«Bellissimo.»

«Solo bellissimo?» chiede delusa.

Dall'eccitazione che mi sta mostrando capisco che vorrebbe i dettagli piccanti dell'accaduto.

«Bellissimo. Delicato e allo stesso tempo forte e intenso» miro la mia immagine riflessa allo specchio, e mi chiedo come può essere che Jamie provi attrazione per me? Sorrido a quella Rosie che scoppia di felicita, anche se ancora un po' incredula e spaventata.

«Sarò sincera, tesoro» Ginnie si massaggia il mento pensierosa riportando il mio numero trentotto per terra. «Questa storia non mi piace. Non fraintendermi, non parlo male di Jamie, che ha tutte le buone intenzioni di questo mondo e lo capisco, o almeno ci provo, ma mi riferisco alla bionda finta. Purtroppo, ho il presentimento che non andrà a finire bene.»

È la stessa sensazione che provo anch'io, ho paura. Temo di farmi male e non poco. Sto cercando di reprimere questo sentore per dare la possibilità a Jamie di fare a "modo suo".

Sono convinta che la iena non me la farà passare liscia. Già in passato era convinta che volessi rubarle Jamie perché era ed è evidente a tutti la cotta che ho per lui, figuriamoci quando verrà a sapere di questa cosa che c'è tra noi... non abbiamo avuto ancora il tempo di definirla.

«Non voglio fare la guastafeste, Rosie. Io ti sarò sempre vicina. Sosterrò sempre le tue scelte, e anche ora sono dalla tua parte, ma tieni i tuoi begli occhioni verdi spalancati.»

«Di sicuro mi aspetto qualche tiro mancino da lei. Ma non le permetterò di trasformare il mio sogno in un incubo» affermo con decisione. Non le darò modo di rovinare tutto.

«E Noah?»

La domanda mi fa sobbalzare sulla sedia. Scruto la mia amica alle mie spalle dallo specchio. «Non capisco» dico confusa.

«Cioè, lo sa? Come l'ha presa?»

«Non credo che lo sappia, ma anche se fosse? Come dovrebbe prenderla?» alzo le spalle e mi volto a guardarla accigliata.

«Non puoi di certo negare che ha una cotta per te» parla tranquillamente, come se fosse la cosa più palese del mondo.

Di nuovo con questa storia? «Hai dei vuoti di memoria? Dicono che il fosforo aiuti» picchietto l'indice sulla mia testa per rendere meglio l'idea.

«Dai Rosie. Anche un cieco coi prosciutti sugli occhi se ne accorgerebbe» afferma con il sopracciglio destro perfettamente inarcato, e lo sguardo profondo nel mio.

«Ok. Uno: ha la ragazza. Due: stiamo cercando di instaurare un rapporto di amicizia. Tre: è la stessa cosa che vuole anche lui. Quattro: sei un'allucinata» una risatina isterica accompagna le mie valutazioni. «A Noah non piaccio. Non posso piacergli. Siamo molto diversi, non ci conosciamo abbastanza, passa il tempo a deridermi.»

«Ti cerca, ti manda messaggi, ti chiama, ti chiede degli appuntamenti» aggiunge Ginnie alzando gli occhi al soffitto e allargando le braccia in segno di esasperazione.

Scuoto energicamente la testa. «A me piace Jamie» ci tengo a mettere in chiaro.

«Non ti ho detto chi ti piace, ma a chi piaci» ha un sorriso malizioso sulle labbra. Non mi garba quel sorriso. «Sembra più che tu voglia convincere te stessa e non me.»

«Cosa? Non è così. Non è il mio tipo, ok? Sì, è attraente, ma è anche arrogante, superbissimo, sbruffone, bipolare,
strano, irritante, e irritabile» la mia voce è stridula e tremante, come quella di chi è in difficoltà. Ma non lo sono, va bene? «Vuoi che aggiunga altro?»

Un angolo della sua bocca, delineata con precisione dalla matita rossa, sale su. Ha un'espressione sicura e soddisfatta che non mi va a genio. «Non è necessario. Mi hai detto tutto quello che dovevo sapere.»

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