60) Il mio passatempo preferito

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Chiedo scusa se il capitolo è venuto più lungo del solito, ma non volevo spezzarlo. Spero vi piaccia, è stato un parto gemellare 🤣 purtroppo la mia mente è più incasinata di quella di Rosie e quindi finisco per accavallare le idee, cambiarle, modificarle, eliminarle e mi protraggo per un tempo infinito 🙈 per cui perdonate l'attesa, spero vi piaccia ❤️

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«Mi dici perché ti ostini a voler vedere un film horror se poi ti copri la faccia per la maggior parte del tempo?»

«Perché mi piace la suspense» scrollo le spalle disinvolta.

«Cosa ti aspetti da un film che si svolge in una camera da letto? A parte lenzuola svolazzanti, porte che scricchiolano e il protagonista trascinato per i piedi da oscure presenze?»

Noah e io stiamo portando avanti un dibattito sul film "Paranormal activity" da quando abbiamo riacceso le luci in soggiorno. Siamo a casa sua e non la smette di prendermi in giro sul fatto che ho passato il tempo a nascondermi dietro la sua spalla e a chiedergli in continuazione, nei momenti salienti, se potessi guardare.

«Cioè, volevi andare al cinema e pagare per vedere un film, ma non vederlo realmente... è da strambi» commenta, ridacchiando. «Senza offesa, naturalmente» aggiunge dopo un'altra risatina.

Sorrido anch'io per il suo contagioso umore che questa settimana mi è sembrato più altalenante del solito.

Più che altro l'ho visto giù di morale e pensieroso. Ha cercato di fare di tutto per celarmi il suo umore cupo, ma io lo vedo il Noah triste e nervoso, anche se ha portato il sorriso sulle labbra, gli occhi hanno parlato per lui.

Ho attribuito la sua tensione al Natale che è passato e ho pensato che, forse, non dev'essere un bel periodo dell'anno per lui senza i suoi genitori. Probabilmente gli mancavano e gli mancano. Avrei voluto accennare all'argomento con tatto, ma non volevo essere invadente o poco rispettosa del suo silenzioso dolore.

Con lui non so come comportarmi in alcune situazioni, quindi vado nel pallone. Non so se insistere per lasciare che si apra o se stare zitta e aspettare che lo faccia come è accaduto al ballo.

«E sentiamo, qual è il tuo genere?» domando ad alta voce mentre vado in cucina a prendere un bicchiere d'acqua.

«Nessuno. Non guardo mai la tv» risponde, urlando di rimando.

Alzo gli occhi al cielo anche se non può vedermi. «Non roteare gli occhi» lo sento dire in tono canzonatorio e per poco non soffoco con l'acqua e guardandomi intorno cercando delle telecamere nascoste. «Tranquilla, non ci sono. È solo che ti conosco più di quanto tu creda» lo sento sghignazzare per la mia prevedibilità.

Non mi piace essere così facile da decifrare, soprattutto da uno che sembra il quaderno di appunti di latino di Sam, se ti concentri per leggere cosa c'è scritto ti viene il mal di testa.

«Comunque, cosa fai nel tempo libero?» chiedo tornando in soggiorno, dove lo trovo ancora nella stessa posizione che ripone il mio cellulare sul tavolino di vetro davanti a sé. Lo osservo con un sopracciglio inarcato.

«Mi serviva internet e il mio cellulare non lo trovo» scrolla le spalle e si lascia andare con le braccia aperte sullo schienale del divano. «Rispondendo alla tua domanda, preferisco dedicarmi ad altre attività più interessanti» ammicca e batte una mano al suo fianco, invitandomi a raggiungerlo.

Lasciami EntrareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora