28) La speranza è la prima cosa che è crepata ormai

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C'è chi dice che litigare fa bene a una coppia, che è importante confrontarsi e che è bello riconciliarsi e ritrovarsi. Però nessuno fa riferimento al fatto che dopo aver avuto un diverbio acceso con una persona cara, ci si sente uno schifo!

La fanno tutti facile con: "L'amore non è bello se non è litigarello".

Col cavolo! Deve essere una lite costruttiva e non distruttiva come credo sia stata quella tra me e Jamie. Abbiamo inveito uno contro l'altro, e poi? Cosa abbiamo concluso?

Non so quanto egoismo ci ho messo durante il nostro litigio di poco fa, ma non sono così tonta da non aver capito che in quello scatto d'ira di Jamie, oltre alla preoccupazione c'era anche gelosia. Anch'io sono stata gelosa di lui, con cognizione di causa però. Questa è tutta un'altra storia.

Noah non mi salta mica addosso come ha sempre fatto Cassandra con lui? Loro sono stati insieme, hanno un trascorso. Io e Noah... ok, c'è quel particolare... ci siamo baciati.

Ma ero ubriaca.

È successo una volta.

Ed è passato un mese.

E Jamie non lo sa.

Credo.

Spero.

Noah è un tipo, è vero e possiamo tranquillamente asserire che la maggior parte delle cose che escono dalla sua bocca sembrano avere dubbia destinazione... per Noah è un gioco. Quindi, volendo anche mettermi nei panni di Jamie, non riesco a trovare in Noah il marcio che invece è palese in Cassandra.

«Quanto tempo è che sei volontaria?» Lory, la ragazza con la quale mi hanno messa in coppia oggi, mi desta dai miei pensieri.

«Poco in realtà. Un mese. Lo posso fare solo il sabato mattina perché il resto della settimana studio e lavoro» rispondo, voltandomi verso di lei. Siamo in macchina su una superstrada per il giro di ricognizione delle pappe per i randagi.

«E ti piace come esperienza?» mi rivolge un suo dolce sorriso, è una ragazza molto simpatica e disponibile.

«Lo amo» le sorrido di rimando. «Gli animali sono la pillola per far passare il malumore! Ti fanno sorridere, ti danno affetto e in cambio chiedono solo attenzioni, amore, coccole. Non hanno cattiveria, non esistono animali cattivi... l'essere più maligno della terra siamo noi umani.»

Penso a quello che è successo ieri sera e mi sale la rabbia, vorrei mettermi a urlare. Mi giro a osservare fuori dal finestrino gli alberi che passano veloci, per impedirle di vedere il mio viso contratto dall'ira.

«In fondo è quello che chiediamo tutti, no?» interrompe il silenzio nel quale mi sono calata. «Amore e attenzioni.»

«No, alcuni di noi non lo chiedono, ma lo pretendono» la mia voce è carica di frustrazione pensando a Donald Creek. «Altri, invece non lo chiedono e non lo pretendono, ma semplicemente se ne infischiano» mi viene in mente mia madre. «Qualcuno invece non chiede, ma lo dà per scontato» il viso di mio padre mi passa davanti alle palpebre chiuse. «E qualcun'altro non lo pretende, ma ti ordina senza alcuna logica di indirizzare tutte le tue attenzioni esclusivamente in una direzione» la faccia di Jamie tirata dalla rabbia mista a delusione, è l'immagine che balena nel mio cervello.

~~~~~~

Dopo il volontariato sono tornata a casa e ho provato a studiare senza alcun risultato. Ho continuato a prendere più volte il telefono per controllare se ci fossero notizie di Jamie, ma niente. Ho composto il suo numero, ma ho lanciato il cellulare sul divano rischiando di romperlo per la collera.

Faccio zapping col telecomando per la noia con le braccia conserte e il muso, come se volessi mostrare a qualcuno che sono arrabbiata. Quando suonano il campanello scatto in piedi con uno strano sorriso sulle labbra e la speranza nel cuore.

Nel momento in cui apro la porta mi rendo conto che è una baggianata anche quando dicono che la speranza è l'ultima a morire perché per me è la prima cosa che è crepata ormai.

Mi abbandono in un sospiro rassegnato poiché per un attimo ho pensato che fosse Jamie. «L'orario delle visite è terminato, signorina Fitz» la mia amica entra senza nemmeno aspettare che mi sposti. «Ma prego, si accomodi pure» accompagno la frase con un gesto teatrale.

«Tesoro, voglio sapere tutto» dichiara, sprofondando sul divano.

Sono parecchio confusa di mio, non mi serve mica qualcun altro che metta altra carne sul fuoco. «Tutto cosa?»

«Ma dai. Avete urlato così tanto stamattina da svegliare anche Sam, e sappiamo entrambe che non apre gli occhi manco se lo piazziamo in mezzo a una parata» mi osserva con quegli occhioni neri e un'espressione apprensiva in volto. Così le spiego da cosa è scaturita la discussione, della "fissazione" di Jamie nei confronti di Noah.

Dopo uno sfogo durato almeno dieci minuti in cui le elenco le mie ragioni, esordisce così: «Rosie, purtroppo non posso dirti cosa fare, come non può farlo Jamie. È sbagliato imporre a qualcuno un tipo di comportamento. Però, non posso nemmeno dargli tutti i torti» alza una mano quando vede che sto per prendere la parola. «Non sto dicendo che devi smettere di essere amica di Noah, ma dico solo che Jamie è geloso di un ragazzo che prova un certo interesse per la sua ragazza» fa spallucce come se volesse chiedermi: «Scusa se ti mostro l'evidenza che continui a negare.»

«Ginnie, ne abbiamo già parlato, Noah non prova niente. Evidentemente la tua mente capta dei segnali distorti.»

«Quando ti deciderai a scendere dalle nuvole sulle quali ti sei rintanata?» chiede ironica. «Apri gli occhi. Già te l'ho detto, mi ripeterò ancora, ha una cotta per te. Adesso decidi tu cosa fartene di questa informazione.»

È questo il punto. Non so che fare. Di certo non voglio dare un motivo di preoccupazione a Jamie però, non voglio nemmeno allontanare Noah che nonostante tutto non mi ha fatto nulla di male. Posso gestirlo. Dimostrerò a Jamie che non deve allarmarsi per il rapporto che c'è tra me e Noah. Perché è solo un rapporto di amicizia.

«Smettila di arrovellarti il cervello» Ginnie interrompe il filo dei miei pensieri, mi tocca una mano e mi regala un sorriso rassicurante. «Usciamo? Sam mi ha chiesto di andare a prenderci qualcosa in caffetteria, ti va?»

Annuisco, prendo giacca, sciarpa e cappello, e mentre usciamo digito un messaggio col cellulare.

"Ciao. Mi dispiace per quello che è successo. Scusami di tutto."

Invio.

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