Lanie riuscì a distogliere Kate dal suo allenamento quotidiano chiedendole di dedicarle una giornata per andare a scegliere il vestito adatto per il matrimonio di Kevin e Jenny. La trascinò così, molto controvoglia, in un negozio specializzato in abiti da cerimonia, dove cominciò l'affannosa ricerca della dottoressa dell'abito giusto per sè e per la sua amica. Scartati tutti i vestiti lunghi, non adatti all'ora del matrimonio, Lanie si innamorò di un vestito rosso con una profonda scollatura sul davanti che metteva in risalto le sue curve ed una volta provato, decise che era indubbiamente quello giusto. La scelta di Kate fu più complicata, perché ogni vestito era troppo. Troppo corto, troppo elegante, troppo vistoso. Soprattutto non voleva nessun vestito troppo scollato: non riusciva ancora a guardare lei la sua cicatrice, figuriamoci se l'avrebbe messa in bella mostra per gli altri. Non c'era stato nulla da fare, non aveva nemmeno voluto provare tutti quegli abiti che erano secondo i suoi standard troppo scollati, nonostante la commessa la pregasse di farlo, perché, con il suo fisico da modella, le sarebbero stati da Dio. La donna non sapeva cosa nascondeva Beckett sotto un bottone chiuso di troppo della camicia e non voleva che lo sapesse. Non si era più guardata allo specchio, aveva semplicemente fatto finta che non esistesse, come il resto. Non la vedeva, non c'era. Era solo il dolore, ogni tanto, a ricordarle la sua presenza. Alla fine, però, anche Kate trovò il suo vestito, un abito blu che le arrivava poco sopra il ginocchio, con il collo alto ma che dietro si apriva con un'ampia scollatura che metteva in mostra la sua schiena, forse anche troppo audace e decise di accompagnarlo con una stola di seta tono su tono che la faceva sentire decisamente più a suo agio.

Sarebbero passati a prenderla Lanie ed Esposito da lì a poco per andare in villaggio poco città che Ryan e Jenny avevano scelto per il loro matrimonio, un luogo abitato da molti immigrati irlandesi, con una bella villa con la chiesa dove si sarebbero sposati. Kate si guardava allo specchio dandosi gli ultimi ritocchi. Era tanto tempo che non si era così curata per uscire: osservò soddisfatta il lavoro fatto con i capelli che ricadevano con morbidi boccoli sulle spalle scoperte, il trucco non troppo marcato ad eccezione del rossetto dal rosso piuttosto acceso. Aveva comprato delle scarpe per l'occasione, dello stesso colore della stola e della borsa, un celeste polvere, molto più chiaro del vestito blu scuro. Si sentì bene di nuovo sui tacchi così alti che slanciavano ancora di più le sue gambe tornate decisamente toniche. Si accarezzò con le mani i fianchi, tratteggiando il profilo del suo corpo per far scendere meglio il vestito ma provò un senso di profondo smarrimento quando entrambe senza che ci pensò si congiunsero sul suo ventre e vide la sua immagine riflessa nello specchio. Fu di nuovo invasa da quel vuoto che cercava di allontanare, da quei pensieri che ricacciava via, da tutto quello che voleva dimenticare e la sua mente, invece si riempì di lei e di Castle abbracciati sul divano con lui che la rassicurava che per quel giorno non sarebbe ancora diventata una balena, ma nel caso sarebbe stata la balena più bella di tutte. Ricordava con vivido dolore le loro risate, le sue carezze ed i suoi baci. La sua voce calma e gentile che la faceva sempre stare bene ed ora, invece, era una lama rovente che le trafiggeva la carne. Si sentì mancare il respiro, le gambe diventare deboli ed una gran voglia di gridare e buttare all'aria tutto quello che aveva davanti. Si obbligò, invece a rimanere calma, andò in cucina, aprì uno dei barattoli con le pasticche che le avevano prescritto e ne prese un paio bevendo avidamente un bicchiere colmo d'acqua. Con le mani rigidamente strette ad afferrare il bordo di una sedia, attese che l'effetto calmante arrivasse, solitamente era questione di qualche minuto, fu così anche quella volta.
Fu quello il momento in cui si rese conto che con tutta probabilità anche Castle sarebbe stato lì quel giorno, che sarebbe stata obbligata a rivederlo e parlargli, anche il minimo necessario, per educazione. Stava per cambiare idea, per decidere di mandare tutto all'aria e non andarci più, quando suonarono al citofono e la voce allegra di Lanie la invitava a scendere. Non sarebbe stato giusto disertare quell'evento, per Ryan e per Jenny, che si erano sempre comportati da buoni amici. Si fece coraggio e prese le sue cose prima di scendere, senza dimenticarsi di mettere anche la confezione di pillole nella borsa. Salì in auto facendo fatica a dissimulare l'inquietudine che l'aveva avvolta da quando si era resa conto di cosa l'avrebbe attesa quel giorno e sia Lanie che Esposito se ne accorsero ma fecero finta di nulla.

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