60) Il mio passatempo preferito

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Già so dove vuole andare a parare. Sto parlando col Re dei doppi sensi, quindi decido di stuzzicarlo. «Tipo?»

Un sorriso malizioso e sexy si fa strada sulle sue labbra mentre si sporge su di me, tenendo il viso così vicino al mio che il suo respiro mi lambisce il viso.

Una mano si posa sulla coscia coperta solo da un sottile strato di calza trasparente e l'altra fra i capelli, dietro la nuca.

Le sue dita leggere sulla mia pelle, mi fanno tirare un lungo respiro, il suo buon profumo mi penetra nelle narici: snifferei l'essenza di Noah ventiquattro ore su ventiquattro.

«Queste sono le tue attività preferite?» la voce strozzata per l'eccitazione. «Palpare le ragazze sul tuo divano?» sussurro con tutto il corpo in fiamme per le sue carezze.

Le vibrazioni che emana il corpo di Noah e l'intensità del verde dei suoi occhi, mi paralizzano. In questo momento, potrebbe crollarci la casa addosso, ma non me ne accorgerei.

Gli angoli delle sue labbra si alzano prima che si posino sulle mie, lentamente, con baci dolci e delicati. Si stacca un attimo per guardarmi con quegli occhi che mi hanno rapito sin dal primo sguardo. «Non le, ma la ragazza: tu» con voracità si scaglia sulla mia bocca, togliendomi il respiro e mandando in visibilio il mio corpo.

Ogni giorno che passa, posso percepire la sua bramosia crescere attraverso il linguaggio del corpo, degli occhi, dell'energia dei suoi baci. E non posso nascondere a me stessa che anche la mia voglia di lui aumenta... una reciproca voglia l'uno dell'altra, di stare insieme, il desiderio condiviso.

«Vuole essere la mia ragazza, Rosie Collins?» dice sulle mie labbra gonfie dei suoi baci.

Mi scosto un po' per capire se ha parlato sul serio, se mi sta prendendo per i fondelli o se ho le allucinazioni.

«So che è poco che ci frequentiamo, e forse per te è presto, ma non ti sto chiedendo di fidanzarci e scambiarci gli anelli» scherza. «Ma penso che non ci sia un tempo prestabilito per fare qualcosa. Bisogna comportarsi come ci si sente e non soffermarsi a pensare» stai parlando con quella che mette il cervello in carica la notte per evitare che si scarichi per il troppo lavoro. «La vita è breve e imprevedibile. E la felicità è precaria» dice con una nota di tristezza nella voce. «Può esserti strappata via da un momento all'altro e bisogna godersi ogni attimo che ti viene concesso. Non voglio sprecare altro tempo a riflettere su cosa devo o non devo fare. Non voglio impedirmi di viverti ancora...»

«Perché dovresti impedirtelo?» lo interrompo, posando una mano sulla mascella squadrata ricoperta da un filo di barba.

Abbassa lo sguardo per un solo secondo per poi puntarlo su di me. Sento balzare il cuore in gola inspiegabilmente per la durezza che vedo nei suoi occhi. «Perchè... non potevo» scuote il capo. «Non volevo legarmi sentimentalmente a te» dalla mia espressione stranita deve aver capito che non ho preso bene questa affermazione.

«Non perché hai qualcosa che non va» grazie per averlo specificato! «È che quando c'è qualcuno che» tira un lungo respiro, come se stesse facendo fatica. «Il nostro passato influisce su ciò che siamo e io, bocconcino, sa solo Dio quanto il mio abbia condizionato me. Non ho mai avuto nessuno nella mia vita troppo a lungo. È difficile fare progetti a lungo termine quando pensi che, prima o poi, tutto possa terminare, che arrivi qualcuno o qualcosa e distrugga tutto» pronuncia le ultime parole con un po' di rabbia e percepisco sotto i polpastrelli che ha serrato la mascella.

Non so se queste parole vengono fuori dalla sua rabbia per quello che è successo ai genitori, per le decine di famiglie in cui ha vissuto, ma sembra che invece ci sia qualcos'altro che lo... tormenta.

Lasciami EntrareWhere stories live. Discover now