La paura a volte può fotterti il cervello

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Mi avvicinai e gli misi una mano sulla spalla, ma lei reagì in un modo del tutto inaspettato per me. Si voltò di botto, facendo scivolare la mia mano, e mi sbraito' contro.
"Non permetterti di toccarmi mai più, sono stata chiara? Vai pure a usare le tue bamboline, io non né faccio parte!"
"Aly.."
"Aly un cazzo!
Sono stanca, tu giochi con i sentimenti delle persone e poi pretendi che con un paio di scuse ritorni tutti come prima. Bhe, Mi dispiace informarti che il mondo non va così, e tu sei solo uno stronzo che non sa cosa vuol dire il rispetto. Allora sai che ti dico? Vaffanculo, tu e la tua vita di merda" chiuse la valigia dopo averci buttato i suoi abiti alla rinfusa, e fù li che sentii il panico prendere il sopravvento su di me.
"Aspetta..dove cazzo vai?" Fu l'unica cosa che riuscii a dire.
"Lontana da te"
"Alissa, cazzo" gli afferrai il braccio e i suoi occhi s'illuminarono di una strana luce che mi fece avere un nodo alla gola.
"Ti accompagno io a casa!" avrei voluto dirle che mi dispiaceva, che ero stato uno stronzo a trattarla in quel modo.
Che non ero abituato a limitare i miei comportamenti per qualcuno, e soprattutto che non avevo pensato nemmeno un secondo di ferirla.
Io non ero fatto per quei rapporti, e mai sarei riuscito a gestirli.
Scoparla era stata la miglior sensazione della mia vita, ma non avrei potuto dargli di più, tanto meno il rispetto che tanto proclamava.
Per quello non parlai.

"No.. ci so tornare anche da sola" sentenziò scrollando la mia presa,ed io mi limitai a sussurrare "Per favore!" quasi la supplicai con gli occhi, cosa che non era nel mio stile.

Mi sentivo uno schifo, ma non riuscivo a dirglielo.

Cercai di avvicinare le mie labbra alle sue, nell'unico modo che sapevo usare quella bocca, ma nel momento esatto che pensai stesse per cedere, si allontanò spingendomi in malo modo.
"È escluso!"

Alissa
Non so come, ma trovai il coraggio di risalire da quel tunnel così oscuro, nel quale ero ricaduta.
Ogni volta che gli stavo vicino finivo tra le sue braccia, ogni volta che lui faceva lo stronzo finivo per perdonarlo. Basta! Volevo essere un Alissa diversa, più sicura di me stessa, pronta a impuntare i piedi a terra e non farsi trascinare a destra e a manca da chiunque.

Legai i miei capelli in una coda alta, tanto forte da farmi uscire una lacrima, ma che scacciai via subito.

Dovevo smettere di versare lacrime, mia madre non avrebbe di certo voluto vedermi così fragile. Lei si che era una Donna vera, aveva sempre avuto un carattere forte, ovunque ci trovavamo riusciva sempre a dire la sua e a farsi rispettare.
Ed io era da lei che dovevo prendere esempio, anche se in parte già le somigliavo.

"Pronto!" afferrai quel benedetto cellulare che non smetteva di vibrare
"Alissa finalmente ti degni di rispondere"
"Jessica, ero sotto la doccia"mentii
"Mmh.. passa a casa, ho una sorpresa per te"
"No! Io odio le sorprese, dovresti saperlo ormai" risposi acida.
"Non accetto discussioni. Ti voglio qui tra massimo dieci minuti"
"Sei una vera rompi palle, Jess"
"Talento naturale. Ti voglio bene"

Odiavo l'idea di rientrare in quella casa, odiavo anche la cosicché minima possibilità di incontrarlo di nuovo. In fondo erano tre benedetti giorni che non vedevo la sua bellissima faccia di cazzo, e potevo quasi dire di stare bene.

DRINNNNN
Suonai quel campanello, indossando il più falso dei sorrisi che avrei mai potuto fare.
"Hey, dai vieni" Una Jessica euforica non sarei riuscita a reggerla, non quel giorno.
Ma lei senza neppure chiedermi come cazzo mi sentivo, o del perché stavo ancora una volta ignorando lei e quella casa, mi trascinò in cucina, e potevo dire che peccare di presunzione era una cosa di famiglia.

"Non tirarmi caz..
Non riuscii a finire la frase che due occhi cosi familiari, e cosi pieni di nostalgia, mi si pararono davanti ed io rimasi lì immobile, fredda.
Come una cazzo di statua.

Se Mi Guardi Mi Arrendo -IN REVISIONE-Where stories live. Discover now