Capitolo 44

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Ero ancora immersa nel mondo dei sogni quando sentii qualcuno che mi chiamava.

-Annie- la voce che mi arrivava attutita e lontana, era maschile e profonda.

-Annie,svegliati-  la voce continuò a chiamarmi con tono più irritato e scandendo le parole.

Finalmente riuscii ad aprire gli occhi.

Mi trovavo sul mio piccolo letto nel mio appartamento poco illuminato.

-Annie, apri questa porta. Ora.- Finalmente fui capace di capire chi mi stesse chiamando.

Sebastian.

Ancora intontita per il sonno, mi alzai e andai ad aprire la porta che il mio amico stava prendendo a pugni.

Dietro vi trovai un Sebastian un po' irritato con le braccia incrociate sul petto che mettevano in risalto i suoi bicipiti, una canottiera ovviamente nera,pantaloni militari, occhi nerissimi che mi ispezionavano, un ciuffo ribelle dei suoi capelli color oro tra gli occhi e postura dritta.

-cavolo, Sebastian, cosa vuoi?- dissi sbadigliando.

-Dobbiamo andare a fare colazione.Muoviti.- così dicendo, mi prese per le spalle, mi girò e mi fece rientrare nel mio appartamento, senza badare ai miei lamenti di protesta.

-e comunque... bel pigiama-disse dopo essersi chiuso la porta alle spalle, ghignando. In quel momento mi accorsi che indossavo solo una maglietta di Eric e che, anche se per me era enorme, non arrivava a metà coscia.

Arrossii violentemente, causando la risata del mio amico.

-porco- dissi prendendo un cuscino dal divano e lanciandolo verso Sebastian, troppo occupato a ridere per schivare il colpo.

-mascalzone - un altro cuscino.

-disgraziato- un terzo cuscino.

-zozzone- l'ultimo cuscino volò colpendo Sebastian sul viso e lasciandomi senza munizioni.

-vuoi la guerra ? E che guerra sia- disse lui.

prima che si potesse muovere, corsi verso la mia camera da letto chiudendomi la porta alle spalle e in faccia a Sebastian.

-non è giusto! Perchè io devo sempre stare fuori!?Apri questa dannata porta-

Presi i primi vestiti che trovai e mi preparai in fretta.

Quando aprii la porta, Sebastian, molto velocemente, mi prese in braccio e mi mise sulla sua spalla come un sacco di patate.

-Lasciami!- urlai dandogli dei pugni sulla schiena.

-No, ora sei mia- disse e io, anche se non potevo vederlo, ero sicura che stesse ghignando.

-No, io sono di Eric. ora mettimi giù-

Il mio amico mi gettò sul divano e con movimenti agili mi si mise sopra  a cavalcioni sorridendomi.

-Ora ti faccio vedere io - incominciò quindi a farmi il solletico.

-No... no... basta ... smettila- dissi ridendo e cercando di divincolarmi. Lui allora si fermò.

-Sia chiaro, mi fermo solo perchè ho fame e perchè e molto probabile che il tuo fidanzato ti stia cercando-

Ci sistemammo e insieme andammo nella mensa. Cercai con lo sguardo Eric, ma non lo trovai. Allora ci sistemammo al nostro solito tavolo dove c'erano già Sil e Will.

Di Leila nessuna traccia.

-L'hai vista ?- Chiesi a Sil con tono preoccupato.

-No. Sono andata da lei ma mi ha mandato via- mi rispose sospirando. - ho paura,Annie. Ho paura che stia soffrendo...troppo-

sono coraggiosa e intelligente... sono divergente (divergent love story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora