Capitolo 37

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- vuoi muovere quelle gambe?!- disse Eric mentre iniziavo il decimo giro di corsa intorno alla fazione e finalmente l'ultimo.
Il ragazzo sedeva su un muretto e guardava il cronometro nero platino che aveva in mano con aria scocciata.
- fermati. Venti pienamente sulle gambe e poi finisci il giro - feci come aveva detto e, dopo vari suoi rimproveri di come fossi lenta, ripresi a correre.
La giornata era soleggiata e se non fosse stato per la formazione, sarebbe stata perfetta per rilassarsi e magari prendere un po' di sole.
Ma purtroppo per me non era così.
Terminai il giro di corsa ed Eric mi accolse lanciandomi una bottiglietta d'acqua che, se non mi fossi spostata in tempo con un urletto, mi sarebbe andata in fronte.
- ma sei scemo?! - dissi ad Eric quasi urlando e appoggiandomi alle mie stesse gambe per prendere fiato.
- potevi spaccarmi la faccia!- lui mi guardò duramente e incrociò le braccia.
- riflessi sempre pronti. Muoviti e bevi che dobbiamo tornare dentro a finire il riscaldamento -
- riscaldamento?! Era solo riscaldamento!?- lo guardai con occhi sgranati.
- ovvio. Abbiamo una tabella di marcia, Annie. E per colpa delle tua lentezza siamo in ritardo! Quindi muoviti!- disse scandendo l'ultima parola. Presi la bottiglietta assassina e incominciai a bere lentamente. Allora Eric mi guardò in malo modo e si girò , camminando verso la fazione.
Appena rientrati nella sala di formazione, Eric mi tolse dalle mani la bottiglietta e ricominciò ad urlare
- a centro. Venti addominali alti. Venti addominali bassi e venti addominali laterali. Dieci per ogni lato. Tutto questo per dieci volte. Cinque secondi di riposo ogni serie e conto io. Adeguati a quello che dico-
Sbuffando mi misi al centro della sala e incominciai le varie serie mentre Eric mi girava intorno con le braccia dietro la schiena e contava. Finiti gli addominali mi lanciò di nuovo la bottiglietta d'acqua e , purtroppo, riprese a parlare.
- dieci serie da dieci flessioni l'una - nemmeno il tempo di prendere più di due sorso d'acqua che quest'ultima mi venne tolta.
- non posso neanche bere?- dissi lamentandomi e appoggiando le braccia tese sul pavimento
- no. E non lamentarti. Per punizione anche venti piegamenti sulle gambe. Adesso , MUOVITI!!! - non aspettandomi quel cambiamento di voce, le braccia cedettero e caddi ma, temendo un aumento di flessioni, mi ripresi subito e con un leggero "si, signore " ricominciai il "riscaldamento".
Terminate le flessioni riuscii a riavere la bottiglietta che questa volta, grazie alla gentilezza di Eric , mi arrivò dritto nella pancia.
- questa me la paghi- dissi guardandolo in malo modo. Ma lui, invece di aver paura del mio sguardo , si mise a ridere - vedremo, bimba.-
- non è giusto! Sei sleale! - lui continuò a ridere e poi si girò verso il tappeto dove facevamo le lotte.
Eric si tolse la felpa rimanendo solo con una canottiera bianca scollata che mostrava tutti muscoli.
Mentre contemplavo il mio ragazzo, quest'ultimo si girò e mi guardò duramente.
- vuoi venire qui oppure vuoi rimanere lì impalata?!- quelle parole mi riportarono alla realtà e raggiunsi il ragazzo sul tappeto.
- che dobbiamo fare?-
- secondo te? Lottare- a quella notizia sgranai gli occhi.
- non sul serio lottare. Ti devo insegnare delle mosse. Calci, pugni e così via. La vera lotta la dovrai fare con Sebastian. Per questo devi essere molto preparata. Sebastian non è un uomo, è un animale.-
Per svariate ore ci allenammo senza fermarci mai fino alle 12:30.
A quel l'ora, Eric ci diede una pausa e io finalmente mi sedetti a terra. Eravamo tutti e due sudati, con i capelli e le magliette bagnate.
Il ragazzo si allontanò per un po' da me mentre io finivo la bottiglietta d'acqua.
Quando tornò portò con se lo zaino nero che aveva anche il giorno in cui ci eravamo messi a correre insieme. Da lì prese una seconda bottiglietta d'acqua che questa volta mi porse.
- molto gentile - dissi sorridendogli e lui mi baciò la guancia. Poi prese una canottiera nera e un reggiseno sportivo per me e una canottiera sempre bianca più grande per lui.
- cambiati. Questo pomeriggio sarà ancora più dura. Preparati - a quelle parole capii che mi toccava allenarmi con Sebastian.
Feci una smorfia.
- non fare quella faccia. Non è cattivo sotto sotto... È solo un po' strano... Se si può dire così- disse lui cambiandosi la canottiera e sistemandosi un po' i capelli
- lui si definisce sadico. Non pensi che strano sia un po' troppo poco per descriverlo?- dissi incominciando a togliermi la canottiera. Lui,invece di rispondermi, incominciò a guardarmi.
- che c'è?- gli chiesi mentre mi osservavo cercando di capire cosa stesse guardando.
- sei bellissima- io arrossi per quel complimento e subito dopo mi trovai le sue labbra sulle mie e tutti e due per terra. Rimanemmo per terra a baciarci e a coccolarci fino all'ora di pranzo momento in cui ci dovemmo separare.
Pranzai insieme ad i miei amici che mi raccontarono quando fossero belli i loro lavori.
Leila era diventato un soldato che proteggeva la recensione insieme a Will e Sil era diventata tatuatrice. Sil e Will stavano ancora insieme ed erano più felici che mai. Per la ragazza adesso esisteva solo Will, non più Quattro e Leila era felice con Josh.
Alla fine del pranzo tornai nella sala di formazione dove trovai Sebastian intento a dare pugni ad un sacco.
- hey, piccola. Felice di vedermi ?-disse Sebastian smettendo di colpire il sacco e osservandomi con il suo sorriso malvagio.
-Spero che Eric ti abbia allenato bene perchè io non sarò molto gentile - Sebastian rise e io rimasi a guardarlo senza fare niente.
- andiamo. Non mi sembri molto felice di stare tanto tempo con me ... Io sono euforico invece...Fa niente. Problemi tuoi. Un po' di riscaldamento con i sacchi ti va?-
Sebastian mi fece allenare con i sacchi per due ore, correggendomi quando prendevo una brutta posizione, anche se si prendeva però troppa confidenza.
Mi toccava i fianchi e tutto il busto, era sempre troppo vicino e questo mi faceva preoccupare non poco.
Quando terminammo il riscaldamento Sebastian incominciò a saltellare per la gioia.
- finalmente. Finalmente ! Ora ci divertiamo -
Salimmo sopra al tappeto. Lui tutto euforico io un po' meno.
- sei pronta?- disse mettendosi in una posizione di guardia e sorridendo quasi in modo malato.
Non mi lasciò nemmeno il tempo di rispondere che mi attaccò, tentando di colpirmi lo stomaco.
Con un balzo riuscii a schivare il colpo e ad allontanarmi da lui per non farmi colpire.
Allora incominciammo a girarci intorno, facendo varie finte di tanto in tanto.
Facemmo questo per molto tempo, non so di preciso quanto.
Sentivo la testa dolermi per la troppa tensione e paura di essere colpita e le braccia incominciavano a farmi male per la posizione di guardia.
Inaspettatamente Sebastian si avvicinò e con un gesto fulmineo mi colpì il viso, scaraventandomi dall'altro lato del tappeto e facendomi perdere l'equilibrio che però riuscii subito a riottenere rimettendomi in piedi. Mi toccai la guancia. Bruciava. Mi aveva ferita .
- riflessi sempre pronti. - sussurrò Sebastian che ora non sorrideva più ma aveva il viso contratto in un espressione concentrata e che incuteva più timore di prima.
Tentò di attaccarmi di nuova ma questa volta ero più pronta e riuscii a scansarmi in tempo per poi contrattaccare e dare un pugno a Sebastian sulla guancia.
Il mio pugno gli aveva procurato un leggero rossore che stupii il ragazzo. Il suo viso da stupito però si trasformò e si rivolse a me con la faccia contratta in una smorfia di rabbia.
- adesso basta con i giochetti. Che il combattimento abbia inizio-
Velocemente andò all'attacco ma io scappai indietreggiando. Fece la stessa cosa per altre volte ma io riuscivo sempre ad allontanarmi. Tentai un attacco che Sebastian scansò con prontezza e subito dopo sentii il suo pugno nello stomaco che mi tolse l'aria. Caddi a terra e vidi Sebastian dirigersi verso di me. Tentò di darmi un calcio nello stomaco ma io rotolai verso l'altro lato e mi rialzai, rimettendomi in posizione di guardia,pronta per difendermi ancora. Sebastian tentò di nuovo l'attacco.
Era indemoniato. Si poteva capire dagli occhi pieni di ira e voglia di distruggere. Voglia di distruggere me.
Questa volta non mi sottrassi al suo attacco ma lo parai e contrattaccai con un pugno nello stomaco, cosa che non si aspettava. Con l'altro pugno lo colpii sul naso con tutta la forza che avevo e riuscii a farlo sanguinare.
Tentai un terzo colpo che però lui fermò prendendomi il polso e torcendomelo dietro la schiena, facendomi scappare un urlo.
Con l'altro braccio mi prese per la vita stringendomi a se in modo doloroso e facendo aderire i nostri corpi. Sentii il suo respiro sulla mia spalla, sul mio collo e che piano piano salivano verso i mio orecchio. Fece una piccola risata priva di felicità e mi torse di più il braccio facendomi urlare.
- mi piace il suono della tua voce mentre urli... Molto brava comunque. Bel colpo.-
strinse la presa sulla mia vita, pizzicandomi il fianco e io, per rispondergli, ringhiai.
Mi buttò per terra facendomi cadere di schiena e si mise a cavalcioni su di me bloccandomi i polsi sopra la testa.
Mi guardò negli occhi. Si fermò. Come incantato da qualcosa.
Approfittai di quel momento ti trans per dargli un calcio tra le gambe. Lui urlò per il dolore e mi lasciò i polsi che ormai erano diventati rossi. Mi rialzai e non feci in tempo a dargli un pugno che lui era già in piedi e mi aveva colpito. Caddi a terra e lui mi diede vari calci nello stomaco finchè non si fermò lasciandomi finalmente respirare.
Sospirando, guardò l'orologio e incrociò le braccia.
- sono le sei. Ritieniti fortunata. Abbiamo finito.- senza dire nient'altro. Andò via dalla stanza lasciandomi per terra ad aspettar che il dolore diminuisse.
Quando mi ripresi mi alzai lentamente da terra e uscii dalla sala di formazione per dirigermi nelle stanze dei capofazione.
Bussai alla porta di Eric che , fortunatamente, era in casa e mi aprì subito.
Era senza maglietta, con un asciugamano attorno alla vita, i capelli bagnati e un altro asciugamano in mano con cui si stava asciugando i capelli.
- disturbo ? - chiesi con un sussurro e cercando di sorridere per quando il dolore alla faccia potesse consentire.
Appena mi vide sgranò gli occhi e mi prese il braccio tirandomi dentro il suo appartamento e chiudendo la porta dietro di noi.
Appena fummo da soli nel suo appartamento, mi abbracciò e io gemetti per il dolore.
- scusa - disse baciandomi la fronte. - giuro che gli spacco la faccia. Lo disintegro- disse lui ringhiando e accarezzandomi dolcemente i lividi e il taglio in faccia.
- calmati - gli dissi io dandogli un leggero bacio sulle labbra.
- calmarmi? Ma hai visto cosa ti ha fatto ?! - per farlo smettere di parlare, lo baciai.
- posso stare qui con te?-gli chiesi mettendogli le braccia intorno al collo e accarezzandogli dolcemente i capelli bagnati.
- ovvio che puoi stare qui. Fatti un bagno che io vado a prendere da mangiare in mensa e qualcosa da farti indossare in camera tua-
Rimanemmo insieme per il resto della giornata a baciarci e a parlarci finchè non mi addormentai tra le sue braccia protettive.

sono coraggiosa e intelligente... sono divergente (divergent love story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora