Capitolo 3

86 2 2
                                    

Sento bussare il campanello, ma la porta la va ad aprire Zoe. Così entrano due ragazzi, uno biondo con un ciuffo di capelli mossi, occhi grigi e muscoloso, l'altro un po' più alto del biondo, anche lui muscoloso ma con il classico ciuffo castano e occhi azzurri. Niente male, però mi stanno già antipatici. Zoe corre ad abbracciare il ragazzo dagli occhi azzurri.
«Ciao Noah!» dice Zoe con entusiasmo al ragazzo.
«Hey Zoe, com'è andata oggi?» risponde il ragazzo, che presumo si chiami Noah.
«Tutto bene» gli dice sorridendo, poi saluta noi e il biondo e se ne esce di casa.
A quel punto Grace, ancora addormentata, mi affianca, senza dire una parola e mettendosi le mani sul pancione. Cala il silenzio nella stanza e ci guardiamo tutti negli occhi, la tensione è palpabile.
«Non ci credo» dice Noah sottovoce con una risatina, poi ritorna serio e sembra che sia arrabbiato.
«Non ditemi che voi siete le coinquiline che sono venute a vivere nella mia villa» continua sottolineando la parola "mia".
«Sì, siamo esattamente noi, e ti ci dovrai abituare perché non abbiamo nessun posto in cui stare» gli rispondo a tono ricambiando quell'amaro sorrisetto.
«Quindi davvero l'ha messa in vendita la casa?» dice Noah rivolgendosi al biondo e a Zoe.
«Chi?» chiedo.
«Fatti i fatti tuoi» e ci sorpassa per andare al piano di sopra, lasciando una buonissima scia di profumo, probabilmente molto costoso visto che da quel che sembra si mantiene da solo questa villa e non avrà neanche quattro anni in più di me. L'avevo percepito che mi stava antipatico, ed infatti così è stato. Poi comincia a parlare il biondo.
«Scusate per Noah, comunque piacere ragazze, io sono Christian e sono anch'io il vostro coinquilino» ci sorride. Lui sembra già più simpatico.
«Piacere nostro, Christian, io sono Grace e lei è Madison» dice stranamente la mia amica, è forse la prima volta che la vedo socializzare.
«Possiamo chiamarti Chri?» chiede Grace al biondo.
«Certo, venite con me adesso, vi mostro le vostre stanze» e i due si sorridono a vicenda.
«Va bene» gli rispondo.
Lui ci aiuta a portare le valigie, e prende quella di Grace, io prendo la mia invece. Cominciamo a salire le scale e va ad aprire l'ultima porta al muro destro.
«Allora Madison, questa è la tua stanza, spero ti piaccia, ma prima di entrare volevo informare voi due che, anche se dovrò costringere Noah, stasera faremo la nostra prima cena tutti insieme, perché non penso che ve ne vogliate andare dalla casa, e quindi cominceremo a vivere insieme, tutti e quattro» ci informa, ma lo correggo.
«In realtà siamo in cinque»
«Come in cinque? Devono arrivare altre persone?»
«Sì, siamo in cinque, e la quinta persona sta attualmente dormendo nella sua stanza, è un bambino, il fratellino di Grace»
Grace segue la nostra conversazione divertita guardando la reazione di Christian a quella notizia.
«Ah, non lo sapevo, scusate»
«Non fa niente, vuoi vederlo?» chiede Grace.
«Sì ti prego, adoro i bambini, ho sempre voluto un fratello» dice lui tutto emozionato.
Ci mettiamo a ridere, e gli indico la stanza dove Nathan sta dormendo. Christian comincia a camminare verso la porta e noi lo seguiamo.
«Apri piano, così non si sveglia» lo avverte la mia amica.
«Va bene» e piano piano apre la porta, cercando di stare attento a non fare rumore.
«È troppo carino, forse ho cambiato idea a non avere più a che fare con i ragazzi, per lui farei un'eccezione» mi bisbiglia Grace nell'orecchio, e mi metto a ridere.
Christian si gira verso di noi.
«Perché ridete?»
«Niente» lo rassicuriamo, sorridendogli.
Poi entra completamente nella stanza, e si va a sedere a terra, vicino al letto, per vedere il suo viso.
«È bellissimo, come la sorella d'altronde, non vedo l'ora di giocare con lui» e Grace arrossisce, Christian è dolcissimo, ma non mi fido ancora di lui. Lui gli accarezza la guancia con una mano e Nathan si sveglia. Chri ci lancia uno sguardo di scuse, allora lo raggiungiamo lì vicino al letto.
«Hey amore, ti sei svegliato» gli dice Grace sorridendo.
«Chi è lui?» ci chiede il bimbo sorridendo, ma prima di noi interviene Christian.
«Ciao, piacere Christian, come ti chiami?»
«Ciao, io sono Nathan»
«Ciao Nathan, che ne dici di giocare un po' insieme dopo?»
«Sí, già ti voglio bene, però fai veloce, io voglio giocare» gli dice il bambino con occhi sognanti.
Chri si mette a ridere, e lo rassicura.
«Va bene, ma prima devo far vedere a Grace la sua stanza, riposati un altro po'»
«Ok ti aspetto» si sorridono e noi tre usciamo fuori dalla camera.
«È troppo bello, ma adesso è arrivato il momento di far vedere a Grace la sua stanza» ci dice. Va ad aprire la terza stanza nel muro destro.
«Ecco la tua stanza, avete altre domande ragazze?»
«Sì, ma quello scemo di Noah arrabbiato col mondo dove è finito? È giusto una curiosità, perché non me ne frega niente, che sia chiaro» gli dico sorridendo.
«Penso proprio che sia nella sua stanza, oppure è in palestra»
«C'è anche una palestra in questa casa?»
«Esatto, e mi dispiace dovertelo dire ma la sua camera da letto è proprio di fronte alla tua» mi comunica grattandosi la nuca, e alzo automaticamente gli occhi al cielo.
«Cercherò di mantenere il controllo, te lo prometto» gli dico.
«Venite che vi mostro le altre stanze adesso» e lo seguiamo tutte e due.
«Allora, cominciamo dal muro a sinistra, la prima stanza è un bagno, la seconda è quella in cui dorme Nathan, la terza è la mia stanza, nella quarta c'è la palestra e nella quinta la stanza di mister arrabbiato col mondo, come dice la nostra Madison» e ci mettiamo a ridere, poi continua a parlare.
«Invece nel muro a destra abbiamo nella prima stanza la camera di Zoe, che viene usata più come camera per gli ospiti, lei ci viene a dormire solo poche volte, nella seconda c'è una sala giochi, perché lì sta il nostro cane, che in questo momento è in giardino, eravamo usciti prima per portarlo fuori, si chiama Palms ed è un Golden Retriever, ma ritornando a noi, nella terza stanza c'è la camera di Grace, nella quarta un altro bagno e nella quinta la stanza di Madison, poi li infondo di fianco alla vetrata ci sono le scale che portano alla mansarda, ma meglio non andarci, o potrebbe essere molto probabile che Noah vi cacci di casa» ci spiega e noi annuiamo senza commentare nulla.
«Ragazzi adesso però vado a riposarmi, sto dormendo in piedi, ci vediamo stasera quindi?» chiede Grace.
«Sí, stasera in cucina, non mancate» ci fa l'occhiolino e ridiamo.
«Adesso vado anch'io in camera, ciao ragazze» ci salutiamo ed ognuno entra nella rispettiva camera. La mia stanza è bellissima: è rigorosamente bianca, i muri con lucine da tutte le parti, un letto matrimoniale con sei cuscini al centro della stanza e affianco due comodini con delle lampade, una televisione, una scrivania che può essere anche una postazione trucco con davanti uno specchio con le lampadine ai lati, una poltroncina davanti ad essa, ci sono delle piante che servono magari a riempire degli spazi vuoti, il tappeto che copre il parquet sotto al letto, ci sono ben due armadi e una scarpiera, una porta-finestra grandissima che porta ad un balcone con vista sul mare e uno scaffale per appoggiare i miei vari oggetti.
Sono innamorata del mio nuovo spazio personale.
Dopo andrò a vedere anche le altre stanze, ma adesso non ne ho voglia, e non ho più sonno, quindi scelgo di uscire dalla mia camera e di andare giù a cercare qualcosa da mangiare e di andare a lavare anche il bicchiere che ho usato un'ora fa. Esco dalla stanza, scendo le scale e arrivo in cucina. Lavo il bicchiere, lo asciugo e lo rimetto nel mobile. Prima il dovere e poi il piacere. Apro le due ante del frigorifero e prendo una mela. Chiudo prima l'anta sinistra e poi quella destra, però salto dalla paura e mi blocco all'istante: davanti a me appare Noah.
«Ma sei stupido? Mi hai fatta spaventare»
«Ancora tu? E comunque era il mio intento»
«Sei proprio divertente, sai?» dico sarcastica alzando gli occhi al cielo e tenendo ancora la mia mela in mano, ma Noah avvicina la testa fino ad essa e la morde.
«Ma che fai? Prenditene un'altra se la vuoi anche te!»
«No grazie, volevo solo infastidirti» e sorride. Solo adesso noto che ha un bellissimo sorriso. Indossa dei pantaloncini e maglietta corta, profuma anche quindi penso che prima si sia andato a fare una doccia. Lo continuo a fissare negli occhi.
«Che c'è, non sai più cosa dire?»
Sospiro, e riprendo a parlare.
«Stasera dobbiamo cenare tutti e cinque insieme, quindi cerca di esserci» lo informo.
«Lo so, me l'ha detto Christian con un messaggio, ma poi non siamo in quattro?»
«No, c'è anche il fratellino di Grace, ha cinque anni e adesso sta dormendo»
«Ok» dice indifferente.

Noah
Dopo che ho finito di farmi una doccia, scendo in cucina per bere, peccato che però mi ritrovo quella Madison, già mi sta antipatica. E se le facessi uno scherzo? Mi nascondo dietro all'anta del frigorifero e aspetto. Appena la chiuda salta dallo spavento e cerco di trattenere le risate.
«Ma sei stupido? Mi hai fatta spaventare» potevi fartela una risata per una volta.
«Ancora tu? E comunque era il mio intento»
«Sei proprio divertente, sai?» Ovvio che lo so, alza gli occhi al cielo e vedo che una mela in mano quindi per infastidirla le do un morso.
«Ma che fai? Prenditene un'altra se la vuoi anche te!» era solo per darti fastidio tesoro.
«No grazie, volevo solo infastidirti» e sorrido. Indosso dei pantaloncini neri e maglietta corta dello stesso colore, mi sono appena fatto la doccia. Mi continua a fissare, e questo vuol dire che glielo farò notare.
«Che c'è, non sai più cosa dire?»
Si accorge che mi sta fissando e cerca qualcosa da dire.
«Stasera dobbiamo cenare tutti e cinque insieme, quindi cerca di esserci» questa è l'ultima cosa che vorrei in vita mia.
«Lo so, me l'ha detto Christian con un messaggio, ma poi non siamo in quattro?» mento.
«No, c'è anche il fratellino di Grace, ha cinque anni e adesso sta dormendo» speriamo che almeno sia simpatico, e non come te.
«Ok» dico indifferente cercando di non far trasparire altre emozioni, poi la sorpasso prendendo la bottiglia d'acqua dal frigorifero e risalgo in camera mia. Devo dire che ha un bel caratterino.

Madison
Mi sorpassa, prende l'acqua e ritorna di sopra. Finalmente sono libera e posso gustarmi la mia mela, anche se l'ha morsa Noah. Ritorno in camera mia e vado fuori sul balcone. Il mio balcone non è molto grande, e devo dire per fortuna, perché non saprei che farmene. C'è un tavolino con due sedie di legno, delle candele profumate e dei fiori che non possono mai mancare. Guardando il mare, mi rivengono in mente tutti i momenti passati con il mio migliore amico, la mia metà, e mi mancano più di ogni altra cosa quei momenti. Mi diceva sempre che, se non ci saremmo più sentiti, noi ci ritroveremmo sempre. Il nostro posto preferito era proprio la California, le sue spiagge e il suo mare, volevamo andarci insieme da grandi, ma infondo ci andava bene qualsiasi posto, sarebbe bastato stare insieme. E adesso sto realizzando questo nostro sogno, da sola. Il dolore fa parte della crescita come persona, e infondo quel che ho capito fino ad ora è che tutto è temporaneo. Spero di rincontrarlo ogni giorno. Lui si è trasferito, non lo vedo e non lo sento da quattordici anni, e questa cosa mi addolora sempre di più. Magari, come diceva lui, se lo andrò a cercare, dovrò andare a vedere in un posto di mare, nel nostro posto di mare, Venice Beach, dovrei vedere lì. Passo due ore lì sul balcone a pensare che non me ne accorgo neanche. Mi ricordo che stasera abbiamo la cena, quindi corro dentro per prepararmi. L'unico mio desiderio in questo momento è che non ci caccino di casa.

SunsetTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang