Capitolo 9

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Madison
«Ciao a tutti» ci saluta Noah entrando in casa, sembra che abbia gli occhi lucidi. Lo guardiamo tutti seriamente dopo quello che abbiamo sentito, anche se mi dispiace un po' per lui. Mi passa il sacchetto di plastica della farmacia guardando il pavimento, poi si siede sull'altra poltrona non occupata. Lo abbraccerei in questo momento, se solo a volte non fosse così odioso.
«Tieni Grace, dagliela tu la Tachipirina a Nathan perché non so come si fa» dico a Grace continuandolo a guardare, ma poi distolgo lo sguardo.
«Va bene» mi risponde la mia migliore amica, che poi versa il liquido nel misurino e lo da a Nathan. Nessuno pronuncia una parola, e Grace va a posare la medicina al piano di sopra dopo averla usata.
«Noah, noi dobbiamo parlare. Appena torna Grace ci sediamo in cucina e ci racconti tutto» dice Chri a Noah.
«Va bene, però Madison e Grace no» percepisco la sua voce tremolante.
«Invece sì, ormai siamo una famiglia» e Noah sbuffa, cercando di sbollire l'ansia.
«Ok» si arrende subito. Grace torna e ci sediamo in cucina.
«Mi spieghi perché Amber ti tratta così?» chiede Chri.
«Va bene, tutto cominciò cinque anni fa, ricordi? Stavamo facendo quella famosa partita di calcio a scuola, e ho incrociato lo sguardo con quello di Amber. Insomma, la storia la sai. Un giorno, Amber mi aveva invitato a pranzare a casa dei suoi genitori ed io ho accettato. Noi ci amavamo alla follia ma non eravamo ancora fidanzati, fin quando i suoi genitori hanno chiesto ad Amber di andare un attimo in camera sua per dirmi una cosa. La loro è una famiglia importante e ricca come sai già, e praticamente mi hanno detto che se non mi fossi fidanzato con lei, mi avrebbero fatto scomparire tutte le possibilità di fare successo nel lavoro. Quindi io ho accettato, ma negli ultimi due anni sto notando che forse Amber si stia prendendo gioco di me» ascolto la storia con la bocca aperta. Chri capisce subito Noah, quindi si alza e lo va ad abbracciare. Sembra davvero un buon migliore amico, dovrò fidarmi? Anche Noah si alza per abbracciare Chri, sembra distrutto. Non so se andarlo ad abbracciare, potrebbe reagire male. Però in realtà sembra aver bisogno solo della compagnia giusta.
«Perché non me l'hai detto prima, Noah?»
«Perché non volevo darti pressione» è stranissimo sentirgli dire cose così dolci. Ad un certo punto spunta Nathan che abbraccia Noah aggrappandosi alla sua gamba e sorridendogli. Anche Noah gli sorride e Grace lo va a prendere in braccio. Chri le mette una mano sulla spalla e quindi decido di andarlo ad abbracciare anche io. Infondo non sarà così cattivo, avrà anche lui un cuore sotto quella corazza. Mi avvicino a loro sorridendogli e comincio ad accarezzare la schiena di Noah con la mano destra, spero che lo tranquillizzerà perché con me ha sempre funzionato, poi dopo un po' smetto. Facciamo un bellissimo abbraccio di gruppo e poi ci andiamo a sedere sul divano per vedere un film.
«Vogliamo vedere un horror?» propone Nathan.
«Tesoro mio, non hai paura?» gli chiedo, l'ultima volta ha vomitato per aver visto del sangue.
«No sole, lui è un uomo ormai, vero Nathan?» chiede Noah a Nat, quando smetterà di chiamarmi sole?
«Per me è uguale, tanto sicuramente mi addormenterò fra poco» ci dice Grace, non avevo dubbi.
«Stessa cosa per me» afferma Christian, non me lo sarei mai aspettata da lui.
«Sole, per te va bene un horror?» mi chiede Noah, dovrei trovare anch'io un soprannome per lui così da farlo innervosire.
«Certo» gli rispondo pensando al bruttissimo nomignolo da dargli.
Noah è seduto di fianco a me, poi affianco a me c'è Nathan, di fianco a Nathan c'è Christian e di fianco a Christian c'è Grace. Noah avvia il film e dopo dieci minuti Grace e Chri si sono già addormentati. Grace ha la testa sulla spalla di Christian e lui ha la testa sopra la sua, sono troppo carini.
«Nathan, Madison, guardate Christian e Grace» ci avvisa Noah che emette una risatina, ha un sorriso stupendo.
«Ma sono bellissimi, aspettate che faccio una foto» dico facendo finta di non averli visti già. Tiro fuori il telefono dalla tasca e faccio una foto.
«Sembrano fidanzati» commenta Nathan, e ci mettiamo tutti e tre a ridere. Dopo circa mezz'ora, il film comincia a farsi molto più pauroso, infatti ci sono un sacco di scene in cui ho dovuto tappare con la mano gli occhi a Nathan, fino a quando anche lui si è addormentato. Arriva una parte del film in cui spunta un serial killer che mi fa spaventare, e, senza neanche accorgermene mi aggrappo con una mano al braccio di Noah con l'altra mi tappo gli occhi. Mentre ho gli occhi tappati mi rendo conto di cosa ho appena fatto, arrossendo un po' sulle guance. Per fortuna che ci sono tutte le luci spente. Lui si mette a ridere e poi comincio a parlare, cercando di fare finta di niente.
«Noah, dimmi quando finisce questa scena, ho troppa paura» gli dico.
«Va bene, è già finita, puoi aprire gli occhi» mi rassicura, allora a qualcosa è utile. Ci mettiamo a ridere e poi mi stacco dal suo braccio. Così continuo a fare per tutto il resto del film senza accorgermene.
Quando finisce il film Noah sembra essersi del tutto calmato e tutti gli altri si sono svegliati.
«Buongiorno, bello il film?» chiedo a Chri e Grace ridendo.
«Ragazzi ho un'idea, vogliamo aprire i biscotti della fortuna?» ci chiede Nathan, me ne ero completamente dimenticata.
«Hai ragione Nat, ci siamo dimenticati» gli dico e allora Chri si allunga con la mano sul tavolino davanti al divano e ci passa un biscotto ciascuno.
«Lo apro prima io!» dice Grace, come se fosse una bambina. Apre la busta, rompe il biscotto a metà e tira fuori il bigliettino.
«Un sorriso è la chiave per tutto» legge ad alta voce e sorride.
«Bello, invece il mio è: il tuo cuore sa la strada, corri in quella direzione» dice Chri guardandoci tutti e soffermandosi di più sul viso di Grace, poi dice a Nat che tocca a lui.
«Allora, sul mio c'è scritto che la gentilezza è una delle parti più importanti di una persona»
«Vero, sono d'accordo, giusto Nat?» gli chiede Grace.
«Certo sorellona» e ci mettiamo tutti a ridere leggermente. Tocca a me.
«Il mio dice che qualcuno rimarrà per sempre il mio più grande "chissà come sarebbe stato"» continuo a rileggere il bigliettino non sapendo più cosa dire, sarà una coincidenza? Mi manchi, Joel. Sento qualche lacrima scendermi sulla guancia, e un dito che le fa scomparire. Mi giro e alla mia destra trovo Noah che mi guarda con il pollice bagnato di lacrime. Gli sorrido e cerco di parlare.
«Vai Noah, tocca a te»
«Sì, sul mio c'è scritto: chi ama aspetta» anche lui continua a leggere e rileggere il biglietto, e gli scende una lacrima, allora gliela asciugo anch'io. Noah si gira verso di me e mi scompiglia i capelli. Nessuno si è accorto di questi gesti.
«Ragazzi, adesso però penso che sia arrivato il momento di andare a dormire» dice Grace sbadigliando. Appoggiamo tutti i bigliettini sul tavolo.
«Andiamo subito nostra regina» dice Chri e ci mettiamo tutti a ridere.
«Io comincio ad andare in bagno, buonanotte!» ci dice Nat, e ci viene a dare un bacio sulla guancia a tutti. Questa cosa mi fa sciogliere il cuore.
«Buonanotte amore, ti amiamo» gli dico abbracciandolo e Noah si gira verso di noi per guardarci. Nat sale le scale e scompare dalla nostra vista.
«Dai ragazzi, andiamo anche noi» dice Noah.
«Io vado a bere, buonanotte» ci dice Grace.
«Vengo con te, sto morendo di sete anch'io!» e la seguo in cucina.
«Acqua?» mi chiede la mia amica.
«Certo» e ci sorridiamo. Finiamo di bere e ci diamo la buonanotte. Lei comincia già a salire al piano superiore ed io ritorno in salone, dove trovo Noah intento a spegnere la televisione, che dopo averlo fatto sbuffa e comincia a guardare il vuoto. Mi avvicino a lui e gli accarezzo la schiena.
«È passato? Tutto apposto?» gli chiedo riferendomi al pianto che ha fatto oggi.
«Più o meno, sono comunque giù di morale» mi spiega passandosi una mano sul viso.
«Non preoccuparti, ti passerà» gli dico sorridendo.
«Non posso credere che mi stia confidando proprio con te, sole» mi dice.
«Non mi arrabbio con te per il soprannome solo perché sei giù di morale, che sia chiaro» gli dico, e ci mettiamo a ridere.
«A volte fa bene sfogarsi» continuo.
«Hai ragione, vieni con me adesso, finiamo di parlare di sopra»
«Vuoi finire di parlare con me? Nuovo record» gli dico sorpresa, e lui comincia a scuotere la testa sorridendo, poi mi prende per mano e arriviamo fino alla porta di camera sua. Sento dei brividi lungo tutto il braccio e solo adesso noto di avere la pelle d'oca. Noah mi fa uno strano effetto a volte. Apre la porta e ci andiamo a sedere uno di fronte all'altra sul letto. Solo adesso riesco a vedere bene la sua camera: muri e pavimenti di marmo nero, letto al centro della stanza con di fronte una televisione enorme e un divano pieno di cuscini. Due armadi giganti sono ai lati della televisione e vedo che ci sono anche diversi quadri sui muri. Mi sporgo un po' e noto una porta nella stanza.
«Noah, a cosa serve quella porta?» gli chiedo continuando a guardarmi intorno, la casa è tutta bianca e poi c'è questa stanza completamente nera. Sembra che sia un'altra casa.
«Oh sì, quello è il mio bagno personale. Sai, la mia camera è la più grande» mi spiega e io annuisco con la testa. Vedo che anche lui ha una vetrata grandissima con un balcone fuori. Il letto con sotto il tappeto è completamente nero compresi i cuscini e tutto il resto degli arredamenti. Ai lati del letto ci sono due comodini con sopra delle lampade con dettagli in oro.
«Hai davvero una bella stanza» gli dico.
«Grazie» mi sorride. Ha un sorriso meraviglioso, non posso negarlo.
«Hai un sorriso bellissimo» gli dico e si mette a ridere.
«Non sto scherzando, sono seria»
«Lo so, e ti ringrazio per avermelo detto, mi serviva proprio un complimento oggi» mi dice con lo stesso sorriso di prima, e mi pettina i capelli con le dita.
«Tu invece hai dei bellissimi occhi verdi» mi dice sempre più vicino col viso, guardandomi negli occhi. Gli sorrido perché non saprei cosa dire, però poi riesco a riprendermi la voce.
«Anche te hai dei bellissimi occhi azzurri» gli dico sistemandogli il ciuffo.
«Chi ti ha fatta soffrire così tanto?» mi chiede all'improvviso Noah.
«Una persona» gli dico senza passare troppo nei dettagli.
«Chi?» mi domanda inclinando la testa.
«Un ragazzo, il mio migliore amico d'infanzia» dico strofinandomi gli occhi, già sento le lacrime salire.
«Ok, meglio non parlarne in questo momento, non voglio farti piangere, scusa» mi dice senza distogliere lo sguardo dal mio.
«Ti perdono» gli dico mettendogli una mano sulla guancia.
«Sei congelato!» gli dico cominciandomi a preoccupare.
«Tranquilla, ti prego non andartene da qua» mi sto sciogliendo, che sia cambiato?
«Va bene, rimango con te» gli tolgo la mano dalla guancia e mi alzo dal letto.
«Usciamo fuori sul balcone?» gli chiedo pregandolo.
«Va bene, anche se volevo rimanere qua con te!» mi dice sbuffando, e ci mettiamo a ridere. Usciamo fuori dal balcone e Noah si sdraia a terra.
«Aspetta, ho un'idea, arrivo subito!»
«Ok, ti aspetto sole»
Rientro dentro e vado a prendere tutti i cuscini sul divano davanti alla televisione, portandoli fuori.
«Eccomi qui» dico lanciando i cuscini a terra.
«Brava, buona idea» mi dice Noah, e cominciamo a sistemare i cuscini sul balcone.
«Finalmente abbiamo finito!» dice Noah sdraiandosi vicino a me e mettendomi un braccio dietro alle spalle.
«Che bello» dico, ammirando il cielo.
«Hai perfettamente ragione» mi risponde, così mi giro verso di lui e noto che sta guardando me.
«Che c'è?» gli dico ridendo.
«Niente, volevo solo guardarti» mi dice sorridendo, poi con l'altra mano stringe la mia e comincia a guardarmi le unghie.
«Ti piacciono?» gli chiedo, vedendolo interessato.
«Sì, sono belle come le hai fatte. Tutte bianche e semplici, ma non fanno male?» mi chiede.
«Grazie, l'eleganza si trova nella semplicità, e comunque no, non fanno male» gli dico e poi mi fa la linguaccia. Io spalanco la bocca come se fossi sorpresa e ci mettiamo a ridere, di nuovo. Restiamo in silenzio per qualche minuto fino a quando Noah ricomincia a parlare.
«Vogliamo rientrare? Ci rimettiamo sul letto, che ne dici?» mi chiede guardandomi in faccia.
Lo guardo anch'io per qualche secondo.
«Va bene, però dormo in camera mia»
«No, resta con me»
«Ti ricordo che sei fidanzato, e poi non so se fidarmi di te e del tuo amico Christian»
«Chri è buono come il pane, fidati. Adesso però aiutami a riordinare» mi ordina.
«Va bene, ti aiuto» gli dico ridendo. Noah mi toglie il braccio dalle spalle e lascia la stretta alla mia mano, devo ammettere che mi dispiace un po'. Ci alziamo e cominciamo a rimettere apposto tutti i cuscini sul divano in camera, fino a quando Noah finisce di mettere l'ultimo cuscino sul divano e si gira verso di me. Continuiamo a guardarci negli occhi.
«Amber non ti merita, spero che troverai quella giusta. Ricordatelo, chi ama aspetta. C'era scritto anche sul tuo bigliettino» gli ricordo e lui stranamente apre le braccia, mi avvicino e lo abbraccio. Tutti e due percepiamo che questo abbraccio gli serviva molto.
«Te hai bisogno solo di un po' di affetto, vero?» gli chiedo sorridendo, perché infondo questa è l'unica cosa che gli serve.
«Penso di sì, adesso sto bene con te, grazie di avermi alleggerito un po' la giornata» e mi abbraccia più forte. Gli do un bacio sul petto.
Ad un certo punto Noah mi prende in braccio come se fossi una sposa e mi lancia sul letto, ovviamente scoppiamo a ridere. Si viene a sdraiare vicino a me e ci continuiamo a guardare negli occhi.
«Quando è il tuo compleanno?» mi chiede lui.
«Il dieci giugno, tra una settimana»
«Wow, quanti anni?»
«Venti, te?»
«Io ne faccio ventidue il primo novembre»
«Bello, scorpione?»
«Sì, te gemelli?»
«Esattamente»
«Ecco perché la maggior parte delle volte sei antipatica» alzo gli occhi al cielo e caccio la lingua.
«Ti voglio bene» mi dice. Gli sorrido e mi avvicino a lui, dandogli un'altro bacio sulla guancia. Noah non riesce a togliersi il sorriso sul volto, e quindi ci mettiamo a ridere.
«Non so che dire» confessa, ridendo e gli sorrido anch'io.
«Non riesco ad addormentarmi» mi dice Noah prendendomi per mano.
«Chiudi gli occhi e rilassati. Se Amber ti ama davvero cambierà, anche te devi essere forte però. Prova a spiegarle cosa ti da fastidio, che ne dici?»
«Va bene, come fai a tranquillizzare così tanto le persone?»
«Magia» e ci sorridiamo. Noah chiude gli occhi e sospira. Comincio ad accarezzargli delicatamente le palpebre, poi le guance e il collo. Noah si sdraia a pancia in giù con il viso rivolto verso di me, quindi comincio ad accarezzargli anche la schiena.
«Perché non possiamo stare così per sempre? Ogni volta che mi sento giù voglio che stai con me da oggi in poi»
«Non possiamo stare così per sempre perché devi andare a chiarire con la tua amata e poi presumo che mi farebbe male il braccio» e ridiamo. Ci stiamo per addormentare fino a quando sentiamo delle urla provenire da un'altra stanza, e sembrano proprio quelle di Grace che chiedono aiuto. Io e Noah scattiamo e corriamo fuori dalla sua camera per capire cosa stia succedendo.

SunsetWhere stories live. Discover now