Capitolo 33

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«Maddy? Svegliati...» mentre riposo, una voce ovattata mi arriva alle orecchie e sento qualcuno che mi accarezza i capelli e mi bacia più volte la fronte.
«Mmh...» mugugno, con la voce impastata dal sonno e non avendo la forza di aprire gli occhi o di fare qualsiasi altra cosa.
«Dovresti svegliarti, ti stanno chiamando» a quel punto mi ricordo che a parlarmi è Floyd e che mi trovo in Brasile. In più, mi vengono in mente tutti i ricordi di ieri sera. Floyd mi accarezza la guancia e poi si alza dal letto, così sono costretta ad aprire gli occhi.
«Che fai?» gli sussurro, visto che dalla finestra è notte fonda.
«Ti prendo il telefono, oppure si sveglieranno tutti» lui ridacchia e dopo si rimette al mio fianco per portarmi il telefono.
«Ma che ore sono?» domando al ragazzo.
«Sono quasi le due di notte, chi ti chiama a quest'ora?» sgrano gli occhi dopo aver sentito l'orario, così metto a fuoco la vista per vedere chi sia. Appena leggo il nome sospiro.
«Chi è?» chiede Floyd mentre accende la lampada sul suo comodino. Glielo dovrò dire? Andrà su tutte le furie, lo so.
«Sicuro di volerlo sapere?»
«Sì»
«Va bene, è Noah» dalla luce soffuso della lampada, vedo che inizia a stringere i denti. Così, per togliergli quel poco di rabbia che gli è salita, mi avvicino a lui e gli do un leggero bacio a fior di labbra, lasciando ancora per un po' il telefono a squillare. Cosa avrà di così importante da dirmi Noah?
Floyd ricambia il bacio, che diventa più appassionato, ma quando il telefono squilla per la terza volta lui si stacca e me lo indica con la testa.
«Rispondi o non ci lascerà più in pace» dice il brasiliano con la rabbia ormai sparita. Gli sorrido e mi allungo per afferrare il telefono. Accetto la chiamata e Noah inizia a parlare all'istante.
«Madison! Vuoi rispondere al telefono? Sarà la quinta volta che provo a chiamarti!» mi dice, quasi urlando.
«Noah, non iniziare, ti supplico. Mi sono svegliata adesso, per colpa tua, quindi già mi stai facendo innervosire» gli dico a bassa voce mentre Floyd ascolta attentamente ciò che dico.
«Perché parli a bassa voce?»
«Perché magari qua sono quasi le due di notte!» gli ricordo. Passa qualche attimo di silenzio ma, purtroppo, Noah inizia a parlare di nuovo.
«Scusami, hai ragione. Invece qui da noi sono le nove di sera. Mi sono dimenticato che c'è il fuso orario» io ho sempre ragione.
«Sì, va bene, ho capito. Che cosa vuoi, quindi?»
«Come stai?» vuole arrivare al sodo o no?
«Bene» gli rispondo mentre mi strofino un occhio col dorso della mano.
«Spero che in questo momento ti trovi da sola, in una camera a parte» mi giro verso Floyd e gli sorrido, facendo finta che vada tutto bene.
«In realtà sono con Floyd, stavamo dormendo in camera sua» do un'altra occhiata a Floyd mentre incrocio le gambe. Dall'altra parte del telefono cala il silenzio, fino a quando sento un rumore che assomiglia ad un pugno sul muro.
«Noah?» sento un pizzico di preoccupazione farsi strada dentro di me.
«Devi tornare in California» mi dice, freddo.
«Perché? Sentiamo»
«Grace non è stata bene col bambino. Ti sto mandando il biglietto di un aereo che fa cinque ore dirette, tra un quarto d'ora» e chiude la chiamata. Mi alzo di scatto dal letto e mi metto le mani tra i capelli, sentendo una piccola lacrima scendermi dall'occhio.
«Che cosa è successo? Noah ti ha detto qualcosa che non avrebbe dovuto?» Floyd si avvicina a me con passo svelto, togliendomi le mani dalla testa e incrociando le sue dita tra le mie.
«Grace è stata male. Dobbiamo tornare subito a Los Angeles» lui mi abbraccia e mi da un bacio in testa.
«Va bene, muoviamoci allora. Vado a chiamare mio padre così ci accompagna all'aeroporto, ce l'hai il biglietto?»
«Ne ho soltanto uno già pagato, me l'ha mandato Noah»
«Ok, intanto prepara tutto, io me ne comprerò un'altro» e sparisce dalla camera da letto. Inizio a sistemare tutto e mi cambio i pantaloncini del pigiama con quelli di una tuta. In più mi metto anche una felpa, nel caso in aereo faccia freddo. Mancano dieci minuti alla partenza dell'aereo, non so se ce la faremo. Afferro la valigia e vado in salone con le mani che tremano.
«Adesso andiamo, vado a preparare la mia valigia» mi avvisa il mio ragazzo... che strano dirlo. Floyd mi da un bacio sulla guancia e corre di sopra. Mi siedo sul divano, cercando di calmarmi, e continuo a controllare l'ora. Floyd, dopo meno di due minuti, corre giù con la sua valigia ed afferra anche la mia, portandole fuori. Lo seguo fino alla macchina parcheggiata e apre il cofano, mettendoci i bagagli. In quel momento esce anche Marcos di casa e mi viene ad abbracciare.
«Non ti preoccupare, andrà tutto bene» mi rassicura il padre di Floyd, per poi mettersi al posto di guida. Floyd mi apre lo sportello della macchina, facendomi sedere su uno dei sedili. Dopo si mette anche lui di fianco a me e Marcos inizia a guidare con più velocità possibile. Lo salutiamo e corriamo a prendere le valigie, per poi fiondarsi in aeroporto. Per fortuna riusciamo a fare tutto l'occorrente in poco tempo e ci fanno salire sull'aereo senza problemi. Emetto un sospiro di sollievo quando riesco a sedermi finalmente sul sedile dell'aereo, esausta ma anche stanca per il sonno. Floyd mi da un bacio sulle labbra e mi mette un braccio intorno al collo.
«Non preoccuparti, Grace starà bene. Comunque hai ancora un fortissimo odore che viene dalla maglietta del tuo pigiama, dovrò cercare di ricordarmi da dove l'ho già sentito» no, fidati, non sforzarti a ricordarlo. Faccio una risatina nervosa e quando noto che si addormenta, avvicino la maglietta al mio naso. Ok, che razza di profumo usa Noah? Sarà passato almeno un mese e si sente ancora nonostante l'abbia lavato!
La voce metallica dell'hostess ci annuncia che l'aereo sta per partire. Così, mando a mio malgrado un messaggio a Noah, avvisandolo di trovarmi in aereo, con Floyd. Lui visualizza il messaggio senza rispondermi, così metto la modalità aereo e chiudo gli occhi, cercando di scacciare via tutti i pensieri. Si dovranno abituare a vedersi più frequentemente sia Floyd che Noah, oppure nel peggiore dei casi dovrò trovarmi una nuova casa.

SunsetWhere stories live. Discover now