Capitolo 15

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Sento la sveglia risuonarmi nelle orecchie. Cerco di aprire gli occhi, essendo comunque stanchissima: sono le cinque e mezza del mattino e tra esattamente un'ora dobbiamo partire con l'aereo. Fuori è ancora buio, quindi quando saremo in aereo vedremo l'alba. Mi alzo dal letto e prendo il vestito messo ieri per uscire con Floyd. Lo piego e lo infilo nella valigia, poi afferrò la tuta nera corta con le bretelle sottili, e infine vado in bagno.
«Buongiorno Madi, sei emozionata per oggi?» mi chiede una voce femminile, ovvero quella di Grace, che riconosco subito. Mi strofino gli occhi per vederla meglio e me la ritrovo davanti che mi sorride, tutta contenta. Sono molto felice che dopo tante battaglie è di nuovo serena. Sono fiera di lei e lo dirò per il resto della mia vita.
«Buongiorno, sono troppo felice Grace!» le dico, e comincio a saltare su me stessa, tenendo per le mani Grace. Lei non può saltare perché aspetta un bimbo, però mi guarda ridendo. Ci mettiamo a ridere, poi cominciamo a lavarci e vestirci.
«Grace, hai una felpa in più per me?» le chiedo, e lei mi sorride.
«Lo sapevo che me l'avresti chiesto, ho tenuto fuori dalla valigia la tua preferita»
«Come facevi a sapere che te l'avrei chiesto?»
«Istinto materno» ed esce dal bagno, avrà un potere magico. Esco anch'io dal bagno e prendo dei calzini bianchi, mettendomeli ai piedi. Infilo le scarpe da ginnastica di ieri sera e Grace entra in camera.
«Eccomi qui! Ti ho portato la felpa, adesso ti prendo la valigia che io e Christian cominciamo a metterle nella macchina» mi dice Grace lanciandomi la felpa sul letto e sorpassandomi per afferrare la valigia.
«Va bene, ci vediamo dopo» la saluto e lei mi manda un bacio. Appena finisco di mettermi le scarpe apro la mia trousse con i trucchi e prendo un Lip Gloss trasparente con qualche glitter e idratante. Ne metto un po' sulle labbra e mi guardo allo specchio: tutto perfetto fino ad adesso. Prendo la felpa di Grace e me la metto. È la mia preferita perché un po' mi descrive. È bianca con la zip, sul retro dei glitter messi insieme formano la frase "love you like a sunset" e davanti degli strass disegnano un piccolo sole. Rimetto a posto il Gloss nella trousse, chiudendola definitivamente, e poi stacco il telefono dal caricabatterie. Prendo un piccolo zaino bianco per metterci le ultime cose e ci infilo il telefono, gli occhiali da sole, una bottiglietta d'acqua che ho trovato in camera, il passaporto, il caricatore del telefono e delle cuffie, il profumo di Noah e il portafoglio con soldi e carta di credito. Mi metto lo zainetto sulle spalle e prendo la trousse in mano. Esco dalla stanza e scendo le scale per andare in salone, ma non trovo nessuno. Probabilmente saranno già andati tutti in macchina, ma sento qualcuno avvicinarsi.
«Boo!» sento qualcuno urlarmi nell'orecchio. Mi spavento, così mi giro e vedo Noah trattenersi dalle risate.
«Noah, mi hai fatta spaventare!» gli dico, e noto che ha Nathan in braccio che ancora dorme.
«Mi hanno detto di portarlo in macchina cercando di farlo restare sveglio, però si è addormentato» mi spiega, così mi avvicino a Nat. Mi metto in punta di piedi, perché Noah è più alto di me, e cerco di far svegliare Nat dandogli dei baci e accarezzandolo sulle guance.
«Lo prendo in braccio io, sei così noioso che gli hai fatto venire sonno» gli dico, e lui spalanca la bocca. Glielo tolgo dalle braccia e la faccia di Noah mi fa ridere.
«Cosa c'è da ridere? Dammi lo zaino che lo metto nel cofano insieme alle altre valigie» mi dice, così mi tolgo dalla spalla il mio zaino e lui lo prende, insieme alla trousse che avevo in mano. Nell'altra mano aveva altre due valigie: la sua e quella di Nat. Usciamo di casa e andiamo al box, dove troviamo Grace e Christian che stanno mettendo i bagagli nel cofano. Li raggiungiamo e vado a salutare Chri.
«Buongiorno Maddy! Nat si è addormentato?»
«Buongiorno Chri, sì, Noah era troppo noioso per lui, e quindi si è addormentato»
«Non è vero!» ribatte Noah, e ci mettiamo a ridere. Vado nei sedili posteriori e faccio sedere Nathan sulle mie gambe.
«Tesoro, svegliati che dobbiamo andare sull'aereo!» gli sussurro nell'orecchio, e lui comincia a strofinarsi gli occhi, finalmente.
«Buongiorno, stiamo andando in aeroporto?» mi chiede il bambino con la voce ancora impastata dal sonno.
«Sì, quindi cerca di rimanere sveglio così puoi riposarti sull'aereo, sono molte ore» gli spiego, e lui annuisce. Tutti entrano in macchina e Grace si viene a sedere vicino a noi. Siamo nella macchina di Chri perché quella di Noah ha due posti. Stiamo per partire fino a quando sentiamo qualcuno bussare sul finestrino di Noah. Ci giriamo e vediamo Zoe, così Noah apre lo sportello e si avvicina a lei. Scendiamo tutti dalla macchina per salutarla.
«Ciao Zoe, tutto bene?» gli chiede Noah, con gli occhi che luccicano. Si vede che farebbe di tutto per la sua sorellina, come se gli fosse rimasta solo lei.
«Sì, tutto bene. Sono venuta a salutarvi che poi non ci vediamo per tutta questa settimana e devo prendere Palms» gli dice Zoe, così si abbracciano, poi cominciamo a salutarla anche Christian e Grace. Lascio Nat in macchina e mi avvicino anche io a loro.
«Ciao Zoe! Da quanto tempo, sei ancora più bella di prima» le dico sorridendo, e lei viene ad abbracciarmi.
«Ciao Maddy, anche te sei bellissima, e buon compleanno per il dieci giugno, io non potevo venire quel giorno perché ero impegnata ma ho detto a Noah di farteli da parte mia. Ti ha fatto gli auguri, vero?»
«Certo che me li ha fatti, grazie mille» le dico, sorridendo.
«Ma chi è quel bimbo?» chiede lei, salutandolo con la mano e sorridendo.
«È il fratellino di Grace» le rispondo.
«Ma è bellissimo»
«Molto» e mi sorride.
«Fate buon viaggio, e auguri ancora Madison!» ci saluta Zoe, e le mando un bacio. Rientriamo tutti in macchina e lei entra in casa.
«Chi era?» chiede Nat, e Noah gli risponde.
«Mia sorella» e Nat annuisce, poi partiamo.
«Che ore sono?» chiede Grace, e le risponde Christian.
«Sono le sei, tra dieci minuti siamo arrivati» le dice per poi accendere la radio.
Mentre camminiamo per le strade di questa città meravigliosa vedo gli aerei in lontananza, così da capire che siamo arrivati a destinazione.
«Siamo arrivati!» dice Noah, e scendiamo dalla macchina. Vado al cofano per aiutare a prendere le valigie, intanto Grace prende per mano Nat.
«Ecco qui la tua valigia e il tuo zaino» mi dice Noah dandomi i miei bagagli per poi prendere gli altri. Da noi viene anche Christian che prende la sua valigia e quella di Grace, Noah invece ha la sua e quella di Nathan. Camminiamo verso l'entrata dell'aeroporto e scopriamo che l'aereo è in ritardo di tre ore, così andiamo al bar a mangiare qualcosa. Dopo circa due ore, visto che siamo esausti e vogliamo dormire, cominciamo ad effettuare il check-in, imbarchiamo i bagagli in stiva, superiamo i controlli di sicurezza e infine raggiungiamo il gate di imbarco. Finalmente saliamo sull'aereo e ci accomodiamo sui sedili, rilassandoci: sono le nove mezza.
«Seguitemi, vi dico dove sono i posti» ci dice Noah, così va avanti e ci guida verso i posti.
«Io voglio stare vicino a te e Chri!» dice Nat a Grace, e mi giro verso di lei.
«No ti prego, non voglio stare vicino a Noah» le dico, e lei si mette a ridere. Alzo gli occhi al cielo e riprendiamo a camminare. L'aereo ha tre file di posti, quelle a sinistra e a destra sono a due posti e invece quella centrale è a tre posti.
«Eccoci, sedetevi come volete» ci dice Noah, indicando i posti. Nat corre nel posto centrale della fila a tre posti, e Grace si siede alla sua destra.
«Chri, vieni vicino a me? Scusa Maddy, ti voglio bene» dice Nat, e alzo gli occhi al cielo. Christian si va a sedere vicino a lui e quindi non mi rimane che sedermi vicino a Noah. Vado a mettermi vicino al finestrino, che mostra una meraviglioso sole già alto nel cielo, e comincio ad aprire lo zaino per prendere cuffie e telefono, così da non sentire Noah.
«Che fai?» mi chiede, sedendosi vicino a me.
«Prendo le cuffie per non ascoltarti»
«Dobbiamo parlare prima»
«Di cosa?»
«Di ieri» così alzo gli occhi al cielo.
«Cosa vuoi sapere?»
«Tutto» ma prima la voce di un'hostess risuona dalla piccola radio dell'aereo, dicendo di allacciarsi la cintura perché l'aereo partirà a breve.
«È andata molto bene la cena e vogliamo uscire di nuovo insieme quando torniamo dalla Grecia» lui spalanca gli occhi appena sente queste parole.
«Non ci pensare neanche, con lui non esci»
«E perché? Scelgo io con chi uscire, non sono tua figlia»
«Ti ho già detto il perché, Floyd non è affidabile. Hai visto cosa mi ha fatto in campo?» mi dice, indicando la ferita sotto il sopracciglio.
«Non l'avrà fatto apposta»
«Sì che l'ha fatto apposta»
«Per quale motivo?» gli chiedo, e lui apre la bocca per parlare, ma senza emettere alcun suono.
«Quindi?»
«Non posso dirlo» così prendo le cuffie, ma lui mi ferma il braccio.
«Ti prego, stai attenta a quello che fai» mi dice mentre l'aereo parte.
«Certo, come no, soprattutto con Floyd» gli rispondo, sarcastica, e mi metto definitivamente le cuffie, attivando la modalità aereo sul telefono e far partire subito dopo la musica, non accorgendomi di essermi già addormentata un'ora dopo.

SunsetWhere stories live. Discover now