Capitolo 8

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Ed ecco che mi tocca chiamare il diavolo in persona, dopo aver digitato il numero di telefono di Noah.
«Madison, io intanto vado da Nat»
«Va bene Chri, arrivo tra cinque minuti»
«Va bene, ti aspettiamo» e si va a sedere sul divano, portandosi il telefono. Avvicino il telefono all'orecchio, e lo sento squillare. Noah risponde subito per fortuna, mi stavo già stancando.
«Pronto? Chi è?»
«Il serial killer che stasera ti ucciderà»
«Ah sole, non ti avevo riconosciuta» improvvisamente mi accorgo di avere il telefono sull'orecchio con dietro il tatuaggio, quindi istintivamente lo sposto sull'altro orecchio, che coincidenza.
«Ci sei?» mi chiede lui, e in quell'esatto momento Grace scende dalle scale e mi fa un cenno di saluto, ha dormito per poco, strano.
«Sì ci sono, e poi gentilmente potresti chiamarmi con il mio nome vero? Sappi che non ti sopporto e mai lo farò» dopo essermi arrabbiata con Noah, lo sento ridere dall'altra parte del telefono.
«Noah, non c'è niente da ridere!» mi lamento mettendolo in vivavoce.
«Ok dai, scusami, comunque cosa volevi?»
«Nathan ha la febbre altissima, potresti prenderci le medicine per la febbre in farmacia visto che sei già fuori, per favore?»
«Lo faccio solo per Nathan, anche se non ne ho voglia» probabilmente in questo momento starà alzando gli occhi al cielo, me lo immagino già.
«Che medicine gli servono?» continua lui.
«Non lo so, vado a chiedere a Grace»
«Ok, muoviti sole» dopo queste parole sbuffo, non ho voglia di litigare di nuovo. Cammino fino ad arrivare in salone e mi siedo su una delle poltrone vicino al divano.
«Grace, Nathan che medicine deve prendere per la febbre?»
«La Tachipirina» mi dice lei ancora assonata.
«Ok grazie, devi prendere la Tachipirina Noah»
«Va bene, arrivo tra poco»
«Non mi interessa, ciao» lo saluto, ma prima di attaccare sentiamo Amber in sottofondo. Io, Chri e Grace stiamo a sentire in silenzio.
«Noah muoviti che devo andare a fare shopping, le mie migliori amiche non possono aspettare, accelera con il motore di questo rottame!»
«Va bene amore, sto andando più veloce che posso» restiamo tutti a bocca aperta, Amber usa Noah come se fosse il suo tassista?
«Noah, che cos'è questa storia?» chiede Christian dal divano.
«Ma siamo ancora in chiamata? Pensavo che quella stupida di Madison avesse già attaccato!»
«Prima di tutto stupida lo dici alla tua regina a cui fai da schiavo, Noah, poi la seconda cosa è che finalmente hai capito come mi devi chiamare» gli dico.
«Stai zitta sole, e Christian dopo ti spiego tutto, penso sia arrivato il momento di raccontartelo, aspettami lì a casa»
«E chi si muove da qui?» gli risponde Chri con un tono un po' arrabbiato, è la prima volta che lo vedo così. Stacco la chiamata e non so cosa dire.

Noah
Io e Amber usciamo di casa ed entriamo nella mia Lamborghini nera.
«Allora amore, dove ti devo portare?» chiedo ad Amber.
«Sempre al centro di Los Angeles, io e le mie amiche andiamo a farci un giro»
«Va bene» ci baciamo e metto in moto la macchina, usciamo dal cancello di casa mia e comincio a guidare verso il centro. Ad un certo punto mi squilla il telefono e vedo che è un numero sconosciuto, così collego il telefono al bluetooth della macchina e metto la chiamata in vivavoce.
«Pronto? Chi è?» chiedo.
«Il serial killer che stasera ti ucciderà» riconosco subito la voce di Madison.
«Ah sole, non ti avevo riconosciuta» in effetti non sto dicendo una bugia. C'è qualche attimo di silenzio e mi giro verso Amber, sta parlando al telefono e non si è accorta che sto parlando anch'io al telefono con Madison, a volte devo ammettere che vorrei che fosse un po' gelosa.
«Ci sei?» chiedo a Madison.
«Sì ci sono, e poi gentilmente potresti chiamarmi con il mio nome vero? Sappi che non ti sopporto e mai lo farò» ed ecco qui il solito rimprovero di oggi, adoro darle fastidio, penso che sia il mio passatempo preferito, infatti mi metto a ridere.
«Noah, non c'è niente da ridere!» si lamenta, quindi cerco di trattenere altre risate.
«Ok dai, scusami, comunque cosa volevi?»
«Nathan ha la febbre altissima, potresti prenderci le medicine per la febbre in farmacia visto che sei già fuori, per favore?» povero Nat, volevo farci amicizia oggi è magari giocare con lui a calcio. Sarà per una prossima volta.
«Lo faccio solo per Nathan, anche se non ne ho voglia» le dico alzando gli occhi al cielo.
«Che medicine gli servono?» le chiedo.
«Non lo so, vado a chiedere a Grace» è possibile che questa non sa mai niente?
«Ok, muoviti sole» la infastidisco e la sento sbuffare, stranamente non si lamenta di nuovo. La sento camminare fino a quando sento il rumore della televisione.
«Grace, Nathan che medicine deve prendere per la febbre?» chiede agli altri.
«La Tachipirina» le risponde Grace.
«Ok grazie, devi prendere la Tachipirina Noah»
«Va bene, arrivo tra poco» la rassicuro.
«Non mi interessa, ciao» lei sempre molto simpatica, mi saluta e chiude la chiamata. Amber comincia a parlarmi e presto tutta la mia attenzione su di lei, stando anche attento con la strada.
«Noah muoviti che devo andare a fare shopping, le mie migliori amiche non possono aspettare, accelera con il motore di questo rottame!» come non detto. Ma perché ho sempre la sensazione che io non sia abbastanza per lei? Si lamenta sempre di ogni cosa che faccio per lei, per ogni piccolo gesto. Le sto dando il mondo e lei non mi ama tanto quanto la amo io.
«Va bene amore, sto andando più veloce che posso» le dico guardandola nei suoi occhi nocciola, spero che un giorno lei mi guardi davvero come la prima volta che ci siamo incontrati.
«Noah, che cos'è questa storia?» sento una voce rimbombare nell'auto e salto in aria dallo spavento, è Christian. Ma Madison non aveva chiuso la chiamata? Avranno sicuramente sentito quello che ha detto Amber.
«Ma siamo ancora in chiamata? Pensavo che quella stupida di Madison avesse già attaccato!» dico, quasi urlando. Intanto Amber continua a guardare il telefono.
«Prima di tutto stupida lo dici alla tua regina a cui fai da schiavo, Noah, poi la seconda cosa è che finalmente hai capito come mi devi chiamare» ma da dove ha preso questo carattere?
«Stai zitta sole, e Christian dopo ti spiego tutto, penso sia arrivato il momento di raccontartelo, aspettami lì a casa» speriamo che vada tutto bene.
«E chi si muove da qui?» mi risponde Christian un po' arrabbiato, non è un buon segno. Spero che almeno resteremo amici se dovessimo litigare, è una delle poche persone su cui posso contare e che mi conoscono davvero. Madison chiude la chiamata e mi assicuro che questa volta l'abbia fatto davvero.
«Amber, ma perché parli sempre troppo? Potresti chiudere quella bocca a volte?» non mi fa finire di parlare che mi da un bacio che non ha amore, non ha più niente. Fa sempre così perché sa che mi riesce a far smettere di parlare in questo modo. Non so più cosa dire, sento delle lacrime pizzicarmi gli occhi ma cerco di respingerle. Guido più velocemente per far sparire dalla mia vista Amber, in questo momento non la sopporto proprio. Arrivato a destinazione, sblocco le portiere della macchina.
«Ciao Amore» mi saluta Amber cercando di darmi un bacio sulle labbra, però mi scanso e così me lo da sulla guancia. La vedo allontanarsi fino a quando si va a sedere ad un tavolino di un bar con le sue amiche che già la aspettano lì. Le amiche mi salutano con la mano da lontano, e io faccio un cenno con la testa. Riparto a tutta velocità e arrivo subito davanti ad una farmacia. Parcheggio, entro nella farmacia e prendo lo sciroppo. Riparto con l'auto e mi scendono fiumi di lacrime, mi sento a pezzi. Finalmente dopo dieci minuti arrivo davanti casa e apro il cancello e il garage. Metto la macchina parcheggiata in quest'ultimo e resto lì, seduto sul sedile del guidatore. Mi asciugo tutte le lacrime guardandomi in uno specchietto e mi strofino gli occhi. Appoggio la testa sul volante per non so quanto tempo, fino a quando decido di entrare in casa. Spero vivamente che nessuno noti gli occhi un po' rossi. Prendo la Tachipirina e vado in salone.
«Ciao a tutti» li saluto. Noto che tutti mi stanno guardando seriamente. Porgo il sacchetto della farmacia a Madison guardando il pavimento, poi mi siedo sulla poltrona non occupata.
«Tieni Grace, dagliela tu la Tachipirina a Nathan perché non so come si fa» sento dire da Madison.
«Va bene» le risponde Grace, che poi versa il liquido nel misurino e lo da al bambino. Nessuno parla, e Grace va a posare la medicina al piano di sopra.
«Noah, noi dobbiamo parlare. Appena torna Grace ci sediamo in cucina e ci racconti tutto» mi dice Chri.
«Va bene, però Madison e Grace no»
«Invece sì, ormai siamo una famiglia» sbuffo.
«Ok» Grace torna subito e ci andiamo a sedere in cucina.
«Mi spieghi perché Amber ti tratta così?» mi chiede Chri.
«Va bene, tutto cominciò cinque anni fa, ricordi? Stavamo facendo quella famosa partita di calcio a scuola, e ho incrociato lo sguardo con quello di Amber. Insomma, la storia la sai. Un giorno, Amber mi aveva invitato a pranzare a casa dei suoi genitori ed io ho accettato. Noi ci amavamo alla follia ma non eravamo ancora fidanzati, fin quando i suoi genitori hanno chiesto ad Amber di andare un attimo in camera sua per dirmi una cosa. La loro è una famiglia importante e ricca come sai già, e praticamente mi hanno detto che se non mi fossi fidanzato con lei, mi avrebbero fatto scomparire tutte le possibilità di fare successo nel lavoro. Quindi io ho accettato, ma negli ultimi due anni sto notando che forse Amber si stia prendendo gioco di me» gli spiego tutto senza fermarmi. Vedo Madison e Grace Che mi guardano scioccate e Chri capisce la mia sofferenza, quindi si alza e mi viene ad abbracciare. È davvero il migliore amico migliore del mondo. Mi alzo pure io per abbracciarlo e comincio a piangere. Questo è un pianto liberatorio, dopo tutto questo tempo che ho tenuto le cose nascoste.
«Perché non me l'hai detto prima, Noah?»
«Perché non volevo darti pressione» e sento che qualcuno ci sta abbracciando: mi stacco da Christian e vedo Nathan aggrappato alla mia gamba che mi sorride. Gli sorrido di rimando e Grace lo prende in braccio. Chri le mette una mano sulla spalla e vedo che anche Madison, sorridendo, sta venendo vicino a noi. Lei mi accarezza la schiena con una mano e mi tranquillizza all'istante che non noto neanche quando smette. Facciamo un abbraccio di gruppo e poi ci andiamo a sedere sul divano per vedere un film.
«Vogliamo vedere un horror?» propone Nathan.
«Tesoro mio, non hai paura?» gli chiede Madison.
«No sole, lui è un uomo ormai, vero Nathan?» chiedo al bimbo facendolo ridere e poi conferma.
«Per me è uguale, tanto sicuramente mi addormenterò fra poco» ci dice Grace.
«Stessa cosa per me» afferma Christian, quindi l'unica che è rimasta è Madison.
«Sole, per te va bene un horror?» le chiedo.
«Certo» risponde.
Io sono seduto di fianco a Madison sul divano, poi di fianco a lei c'è Nathan, di fianco a Nathan c'è Christian e di fianco a Christian c'è Grace. Avvio il film e dopo dieci minuti Grace e Chri stanno già dormendo. La ragazza ha la testa sulla spalla del mio migliore amico e lui ha la testa sopra la sua, proprio da veri innamorati.
«Nathan, Madison, guardate Christian e Grace» e faccio una leggera risatina indicandoli con la testa.
«Ma sono bellissimi, aspettate che faccio una foto» ci dice Madison che tira fuori il telefono dalla tasca e fa una foto.
«Sembrano fidanzati» commenta Nat, e ci mettiamo tutti e tre a ridere. Dopo circa mezz'ora, il film comincia a farsi più pauroso e serio, infatti ci sono un sacco di scene in cui Madison ha tappato con la mano gli occhi a Nathan, fino a quando anche lui si è addormentato. Arriva una parte del film in cui spunta un serial killer che fa prendere un colpo a Madison e istintivamente si aggrappa con una mano al mio braccio e con l'altra si tappa gli occhi. A questa sua reazione mi sale un brivido su tutto il braccio, che strano. Comunque io mi metto a ridere e poi Madison parla, sempre nella stessa posizione di prima.
«Noah, dimmi quando finisce questa scena, ho troppa paura»
«Va bene, è già finita, puoi aprire gli occhi» la rassicuro, ci mettiamo a ridere e poi si stacca dal mio braccio. Così continua a fare per tutto il resto del film.

SunsetWhere stories live. Discover now